Tobin Tax derivati

Ieri abbiamo avuto modo di introdurre alcune caratteristiche della c.d. Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che rischia di impattare in maniera molto significativa sui risparmi e sugli investimenti degli italiani. Con quell’occasione abbiamo avuto modo di approfondire in che modo la Tobin Tax andrà a incidere sulle azioni: ma quali sono i riflessi dell’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie sulle operazioni su strumenti derivati?

Tobin Tax azioni e partecipazioni

Torniamo oggi ad occuparci della tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie introdotta dalla legge di stabilità, e in grado di colpire i trasferimenti di azioni, strumenti finanziari partecipativi e derivati. Cerchiamo oggi di comprendere quali sono le caratteristiche del nuovo prelievo e la modalità applicativa della tobin tax italiana (sensibilmente diversa da quella originariamente introdotta in Francia), e più simile alla vecchia tassa sui contratti di borsa.

Segreto bancario addio dal 1 gennaio 2013

A partire dal 1 gennaio 2013 entreranno in vigore le disposizioni contenute all’interno della direttiva 2011/16 che stabilisce le nuove norme relative allo scambio di informazioni nel settore fiscale all’interno del territorio dell‘Unione, sancendo – di fatto – la fine del c.d. Segreto bancario tra i Paesi membri. Ma vediamo più nel dettaglio cosa cambierà a partire dal 1 gennaio 2013, e perchè il segreto bancario sembra esser destinato davvero a cessare.

Tobin Tax per un miliardo di euro

Secondo le intenzioni del governo – contenute nella relazione di accompagnamento all’emendamento presentato in Commissione bilancio al Senato alla oramai “vecchia” legge di Stabilità – l’esecutivo vorrebbe ottenere 1,004 miliardi di euro nel 2013 dalla Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. Nel 2014 la somma attesa salirebbe invece a quota 1,214 miliardi di euro (+ 20%), per poi ridiscendere a quota 1,201 miliardi di euro nel 2015.

Tobin Tax tutto quello che c’è da sapere

La Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, arriverà in Italia con una forma molto simile a quella già sperimentata dai cugini transalpini e, forse, molto lontana da quella che la Commissione Europea vorrebbe invece applicare. Il merito (o la colpa, a seconda di come la pensiate) è principalmente della Consob, che ha inviato al governo una serie di utili osservazioni al fine di suggerire in che modo si potrebbe strutturare una migliore tassa sulle transazioni finanziarie, senza creare pregiudizi al sistema Italia. Ma vediamo nel dettaglio quanto inciderà la Tobin Tax, e chi dovrà pagarla.

Tobin tax opinoni banchieri

La Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie con i quali ben più di qualche governo vorrebbe rimpinguare le casse statali, non piace ai banchieri. A sostenerlo è Andrea Beltratti, presidente del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo. Di simile opinone anche Filippo Annunziata, presidente del Consiglio di sorveglianza della Banca Popolare di Milano, e Federico Ghizzoni, amministratore delegato del gruppo Unicredit. Vediamo quali sono le considerazioni sull’applicazione eventuale della “temuta” Tobin tax.

Tobin Tax: imposta contro gli speculatori

Una piccola tassa da applicare a livello globale sulle transazioni finanziarie, che ogni anno ammontano, in base alle stime, ad oltre 4.000 miliardi di dollari. Stiamo chiaramente parlando della cosiddetta Tobin Tax, recentemente proposta a margine di un vertice dal cancelliere tedesco Merkel e dal presidente francese Sarkozy. Secondo quanto messo in risalto nei giorni scorsi dalla Federconsumatori, applicando un’aliquota pari ad appena lo 0,02% sul controvalore delle transazioni finanziarie globali si potrebbero ottenere risorse per la stabilizzazione e contro la speculazione.