Acconti IMU città per città

La scadenza con il pagamento della prima rata d’acconto dell’imposta municipale unica (IMU) è oramai alle spalle, sebbene i ritardatari abbiano la possibilità di poter provvedere spontaneamente alla regolarizzazione della posizione fiscale per ancora qualche tempo senza dover sborsare sanzioni eccessivamente penalizzanti.

Ma come è andato il pagamento dell’acconto? In quali città l’imposta produrrà effetti maggiormente negativi? Secondo quanto afferma una recentissima ricerca condotta dall’Osservatorio dell’Uil, l’imposta dovrebbe pesare circa 862 euro tra prima e seconda casa (142 euro e 720 euro), con punte di oltre 2.500 euro. L’acconto medio è stato pari a 365 euro (44 euro per la prima casa e 321 euro per la seconda).

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Sospensione tasse terremoto

Sono 103 i Comuni che, essendo stati colpiti dal sisma del 20 maggio scorso, potranno fruire della sospensione dei versamenti, degli adempimenti tributari e delle cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione con scadenza tra il 20 maggio e il 30 settembre. Una sospensione dell’imposizione fiscale che è stata precisata da un decreto del ministero dell’economia, in corso di pubblicazione sulla gazzetta Ufficiale, e che dispone la sospensione dei termini per l’adempimento degli obblighi tributari.

In particolare, il decreto precisa come per le città di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, la sospensione sarà subordinata alla richiesta del contribuente che dichiari l’inagibilità della casa di abitazione, dello studio professionale o dell’azienda.

Tasse nocive per la crescita economica

Le tasse fanno male alla crescita economica, o quasi. A sostenerlo è stato il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, recentemente impegnato in un’audizione al Parlamento Europeo. “Un consolidamento fiscale attuato solo attraverso l’aumento delle tasse” – ha dichiarato Draghi – “è sicuramente recessivo”. Un riferimento più o meno indiretto a quanto sta accadendo in Italia, confortato dal fatto che a suscitare la risposta del presidente dell’Eurotower sia stata proprio una domanda avanzata da un europarlamentare italiano.

Ad ogni modo, le dichiarazioni di Mario Draghi sono state certamente di più ampio respiro, ma tutto sommato finalizzate a sostenere che per la crescita e per il lavoro va data una priorità al rigore dei conti pubblici, che è altresì l’unica strada per ritrovare la fiducia degli investitori internazionali. Investitori che sembrano esser tornati ad affacciarsi – pur tiepidamente – sul vecchio Continente, del quale tuttavia osservano ancora con grande preoccupazione il deteriorarsi di alcune fondamentali.

Peso tasse sugli stipendi

Quanto pesano le tasse e i contributi sugli stipendi degli italiani? Sicuramente molto, sosterrà la stragrande maggioranza dei nostri lettori (e, a nostra opinione, a sostanziale ragione). Se tuttavia si vuole ridurre l’approssimazione nella risposta, si può ben dare un’occhiata a quanto affermato dal recente studio della Cgia di Mestre, seconco cui il fisco e i contributi previdenziali starebbero continuando a erogdere la quota “libera” degli stipendi e dei salari.

Secondo le analisi effettuate dal centro studi, infatti, un operaio occupato nell’industria con uno stipendio mensile netto di 1.226 euro, costerebbe al suo titolare 2.251 euro. Un importo determinato dalla sommatoria della remunerazione lorda, per 1.672 euro, e dal prelievo a carico del datore di lavoro, pari a 568 euro.

Quanto costa il pareggio di bilancio

Secondo quanto affermato da un recentissimo studio della Cgia di Mestre, nel triennio 2012 / 2014 il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio costerà ai cittadini italiani più di 87 miliardi di euro di tasse in più rispetto a quanto corrisposto al Fisco nel triennio precedente. Se inoltre alle misure introdotte dal Governo Monti si sommano quelle introdotte l’estate scorsa dal precedente esecutivo Berlusconi, nel triennio 2012 / 2014 il peso fiscale medio per ogni famiglia sarà pari a 8.200 euro circa.

In particolare, sostiene la Cgia di Mestre nell’analisi sul Salva Italia e sul disegno di legge sul mercato del lavoro, e sugli effetti conseguenti, “se nel prossimo mese di ottobre l’esecutivo aumenterà l’Iva, nel 2012 i contribuenti italiani pagheranno 19,9 miliardi di tasse in più rispetto al 2011. Nel 2013, invece, si ritroveranno con un maggiore aggravio fiscale, rispetto a due anni prima, pari a 32,5 miliardi di euro. Tra due anni, infine, il peso delle nuove imposte, rispetto a tre anni prima, sarà di 34,8 miliardi”.

Nuovo modello F24 semplificato

Stando a quanto emerge a mezzo stampa nelle ultime ore – con parvenza di esser ben più di una semplice indiscrezione – già nei prossimi giorni l’Agenzia delle Entrate dovrebbe partorire un nuovo modello F24 semplificato, per consentire un più celere e intuitivo versamento dell’imposta municipale unica.

Un modello che andrebbe pertanto ad aggiungersi – e non sostituire – il modello F24 già licenziato dalle Entrate (che ha in sintesi sostituito la dicitura ICI con la nuova IMU) e che dovrebbe essere formalizzato sulla base di quanto anticipato all’interno del recente convegno “Dall’Ici all’Imu: superare le criticità nell’assistenza fiscale e cogliere le opportunità di semplificazione per il contribuente”, organizzato dalla Consulenta nazionale dei Caf.

Tassa di soggiorno 2012

A quanto ammonta la tassa di soggiorno 2012 imposta dai principali Comuni italiani per le visite turistiche? A dircelo è una recentissima analisi condotta dalla Uil in occasione delle recenti vacanze di Pasqua, con rilevazione per tipologia di struttura ricettive nelle più importanti località di mare e d’arte.

Procediamo con ordine dalle seconde: tra le principali città culturali italiane, Roma ha scelto di applicare una tassa soggiorno (intendendo per tale il costo dell’imposta di soggiorno per una notte, a persona) pari a 2 euro per alberghi a 2 e 3 stelle, e a 3 euro per alberghi a 5 stelle. Il costo è di 2 euro per agriturismi e bed & breakfast, e di un solo euro per i campeggi. Similare il comportamento di Firenze, con un costo pari a 2 euro per alberghi a 2 stelle, 3 euro per alberghi a 3 stelle e 5 euro per alberghi a 5 stelle. Più cari gli agriturismi (3 euro) rispetto ai bed and breakfast (2 euro) e ai campeggi (1 euro).

Pagare le tasse è giusto – parla Brunetta

L’ex ministro Renato Brunetta (Pdl) è tornato a parlare della questione fiscale tanto cara ai contribuenti italiani, oramai abituati a sopportare una pressione fiscale che ha pochi eguali in Europa, e che si accinge a subire ulteriori impennate nel corso dei prossimi trimestri, quando l’introduzione di ulteriori incrementi dovrebbe peggiorare la posizione di consumatori e aziende nei confronti del Fisco.

“Pagare le tasse è un obbligo che grava su tutti i cittadini” – ha dichiarato in proposito Brunetta – “Non è lecito sottrarsi e se si viene scoperti si viene puniti. Come è giusto che sia”. Tutto bene quindi? Non proprio, perchè l’ex ministro non sembra gradire alcuni atteggiamenti che si starebbero manifestando tra i vertici amministrativi italiani, e che rischierebbero di generare nuove tensioni.

IMU a rischio di incostituzionalità

L’IMU, la nuova imposta municipale unica, potrebbe essere incostituzionale. È quanto sta emergendo a mezzo stampa nel corso delle ultime ore, con il meccanismo di pagamento dell’imposta, come introdotto dal Senato, che potrebbe contrastare con quanto previsto dalla Costituzione, specialmente nella parte in cui si rinvia a un decreto successivo nel quale dovrà essere deliberata la modifica definitiva delle aliquote e delle detrazioni sull’abitazione principale, da effettuarsi entro la data del 10 dicembre 2012.

Ne ha parlato diffusamente negli ultimi giorni anche il magazine economico, finanziario e giuridico Italia Oggi, che ha esteso le proprie considerazione anche ai fabbricati rurali e ai terreni, per i quali le modifiche introdotte dalle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato, e confluite nel maxi emendamento, prevedono altresì che sempre con il decreto del Consiglio dei Ministri vengano fissate le aliquote che possano garantire che il gettito complessivo dell’imposta municipale unica rurale non superi per il 2012 le stime effettuate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Peso tasse locali 2012

La Cgia di Mestre ha effettuato una nuova ricerca sulla pressione fiscale che i cittadini italiani dovranno subire in questo 2012 che si è preannunciato – e già confermato – particolarmente denso di difficoltà. Stando alle analisi effettuate dal centro studi, i cittadini più pressati dal fisco sarebbero quelli lombardi, con Varese al top del tasso di pressione tributaria locale pro capite, con un controvalore medio del peso delle tasse locali pari a ben 1.714 euro.

Il gradino intermedio del podio è invece occupato da Lecco, con un peso delle tasse locali pari a 1.681 euro, seguito da Bergamo, Monza e Bologna, che condividono la terza posizione con un peso delle tasse locali pari a 1.665 euro. La situazione va meglio al Centro Sud, mentre è ancora il Nord a farla da spiacevole padrone nelle zone alte, con Sondrio che occupa il quarto posto con 1.650 euro, a sua volta seguita da Pavia e Rieti con 1.630 euro.

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Stangata fisco da 1.133 euro a famiglia

Secondo quanto affermato da Adusbef e Federconsumatori, le nuove imposte (o la rivisitazione di quelle vecchie) peseranno sul bilancio familiare per 1.133 euro in un anno. Un calcolo che le associazioni dei consumatori non escludono che – nel suo controvalore monetario – possa addirittura essere portato al rialzo, e che tiene in considerazione gli effetti diretti e indiretti dei rincari conseguenti alle nuove aliquote IVA, all’imposizione IMU, alle addizionali Irpef, e a tutto quanto sta gravando sulle spalle, già di per sé deteriorate, dei contribuenti italiani.

Per rendersi conto di quanto sia peggiorato il potere d’acquisto delle famiglie italiane basta d’altronde darsi un’occhiata intorno. Il pieno alla stazione di rifornimento fa registrare costi record. La spesa al supermercato (complice i rincari IVA e quelli dei costi di trasporto) diventa sempre più onerosa. Districarsi tra scadenze fiscali vecchie e nuove, rischia di complicare in maniera determinante la vita tributaria di consumatori e piccole e medie imprese.

Tasse più basse grazie alla lotta all’evasione

Lo aveva già fatto nel recente passato, e lo ha fatto anche negli ultimi giorni, complice un’intervista rilasciata al quotidiano Il Giornale. Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha ricordato come “sarebbe utile utilizzare per la riduzione delle imposte i proventi del recupero dell’evasione. Questo contribuirebbe a cambiare il modo di pensare, non considerando più furbo chi evade”.

Insomma, Befera ritiene che il “tesoretto” derivante dalla lotta all’evasione non possa che essere prioritariamente utilizzato per tagliare le aliquote Irpef dei lavoratori onesti: una mossa che farebbe comprendere, in maniera univoca, quanto l’esecutivo tenga al miglioramento delle condizioni di vita “fiscale” dei contribuenti virtuosi, incentivando altresì la collaborazione sociale per la riduzione di questa piaga statale.

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Compensazione crediti IVA aprile 2012

Il mese di aprile 2012 apporta qualche interessante novità in materia di compensazione crediti IVA. Innanzitutto, a decorrere dalla prossima scadenza dei termini di versamento, prevista per il 16 aprile 2012, i crediti IVA di importo superiore ai 5 mila euro potranno essere utilizzati per la compensazione solamente se si sia presentata la dichiarazione IVA entro la fine del mese di marzo e solamente se per la trasmissione di deleghe di versamento si utilizzino i sistemi telematici già a suo tempo messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

In merito, ricordiamo infatti che nella scorsa giornata del 16 marzo 2012 è stato emanato il provvedimento che fornisce concreta attuazione alla norma che riduce alla soglia dei 5 mila euro il precedente limite di 10 mila euro sul limite di compensazione dei crediti IVA, in prosecuzione di limitazioni che furono precedentemente introdotte per arginare la pratica sempre più diffusa di posticipare il versamento dei tributi attraverso l’utilizzo di crediti IVA inesistenti.

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Nuova tassa sul risparmio

La c.d. nuova tassa sul risparmio, è una innovazione fiscale che comporta una variazione del carico dell’imposta di bollo sugli strumenti finanziari. Introdotta con la recente manovra Monti di fine 2011, la nuova tassa sul risparmio introduce un’imposta di bollo proporzionale al controvalore di mercato dei titoli detenuti in portafoglio, e si preannuncia poter essere maggiormente penalizzante per una larga fetta di investitori.

Nel dettaglio, la nuova tassazione del deposito titoli prevede un tributo pari allo 0,10% del controvalore degli strumenti finanziari, con un minimo di 34,20 euro e un massimo di 1.200 euro. Nel 2013, il tributo sarà elevato allo 0,15%, con un minimo di 34,20 euro e l’abbattimento del massimo stabilito in termini assoluti per il precedente 2012.

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