Secondo quanto ricorda Il Sole 24 Ore nella sua edizione online, dal 2001 ad oggi le entrate del fisco regionale (determinate dai tributi propri e, pertanto, principalmente dall’Irap e dall’addizionale Irpef) sarebbero aumentate del 38 per cento. Un apprezzamento che ha denotato una ulteriore accelerazione nel corso del 2012, visto e considerato che l’incremento stimato si aggira oggi intorno al 50 per cento, con la sola addizionale Irpef passata dai 5,8 miliardi di euro del 2008 ai 9,7 miliardi di euro incassati nel corso del recente 2011.
Spending review
Imposte e pagamenti nella spending review
In questi giorni abbiamo più volte avuto modo di esaminare quali sono state le principali novità apportate dai provvedimenti della spending review. Oggi cerchiamo di concludere questa prima serie di approfondimenti sulla revisione di spesa pubblica, andando a comprendere in che modo cambieranno alcune imposte e alcune modalità di pagamento e di compenso, in un’ottica di risparmio dell’impiego di risorse pubbliche.
Misure fiscali spending review
Nel corso delle ultime settimane abbiamo visto più volte in cosa sia consistito il pacchetto di interventi elaborato dal governo in materia di spending review. Oggi cerchiamo di riassumere quali sono le principali innovazioni in termini di misure fuscali, che andranno a cambiare parte della nostra vita e, in maniera più specifica e particolare, l’impatto delle nostre relazioni con l’Erario e i consumi quotidiani.
Spending review città metropolitane
Tra i tanti aspetti della nuova spending review, uno dei più evidenti è l’attesa riduzione del numero delle province (che dovrebbero essere più che dimezzate rispetto all’attuale numero) e l’introduzione delle “città metropolitane”, previste già dalla legge 142/1990, e poi accantonate in attesa di tempi più propizi. Ma quali sono le città metropolitane? E di cosa si occuperanno questi nuovi enti territoriali?
Spending review sulla sanità
Uno degli aspetti sui quali la spending review andrà a incidere con maggiore influenza è relativo al macrotema sanitario. L’analisi della spesa sanitaria delle regioni e delle aziende sanitarie locali e ospeadaliere ha infatti evidenziato – agli occhi del governo – una vasta variabilità dei costi che vengono sostenuti per l’acquisto di beni e di servizi, di farmaci e di dispositivi medici. Di qui, la decisione di procedere a una corposa revisione della spesa sanitaria.
Spending review, i tagli all’istruzione e alla ricerca
Le forbici della spending review si sono purtroppo abbattute anche su comparti particolarmente importanti per la società e l’economia italiana, come i settori della pubblica istruzione, dell’università e degli enti di ricerca. Cerchiamo di vedere nel dettaglio in cosa si sono concretizzati i tagli preannunciati dal provvedimento di revisione della spesa del governo, e quali potrebbero essere le conseguenze sulla vita dei contribuenti italiani.
Spending review per gli enti territoriali
Tra i tanti rami della spending review, che abbiamo l’occasione di esaminare in questi giorni, vi è anche quello relativo alla riduzione della spesa degli enti territoriali, al fine di diminuire di 700 milioni di euro per il 2012 (e di 1.000 milioni di euro a partire dal 2013) sui trasferimenti dello Stato alle regioni a statuto ordinario, con la sola esclusione della riduzione delle risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale. La ripartizione della riduzione sarà determinata dalla Conferenza Stato – Regioni, che considererà la virtuosità e gli eccessi di spesa di ogni regione.
Spending review accorpamento province
Il decreto sulla spending review interviene in maniera incisiva anche sulle province, prevedendone di fatto l’attesa riduzione e l’accorpamento, al fine di dimezzarne il numero attuale. Considerata la delicatezza del tema, e la considerazione secondo cui il provvedimento ha assunto un risalto mediatico piuttosto importante, cerchiamo di comprendere quando e in che modo avverrà la riduzione del numero di province in Italia.
Spending review sui ministeri
La revisione della spesa pubblica andrà a incidere pesantemente anche sulla vita quotidiana dei ministeri. Il decreto contiene infatti un corposo capitolo dedicato proprio alla revisione della spesa dei singoli ministeri, che viene realizzata principalmente mediante la riduzione dell’ammontare dei contributi che vengono erogati in favore di fondi e agenzie. Vengono inoltre eliminati gli eccessi di spesa per un importo di 1,5 miliardi di euro per il 2012 e per 3 miliardi a partire dal 2013.
Spending review, cosa cambia per società pubbliche e in house
Tra i capitoli più importanti in materia di spending review c’è sicuramente quello relativo alla revisione dell’articolazione della macchina statale, con riferimento specifico alle società pubbliche. Numerose sono, in merito, le misure principali, a cominciare dalla previsione delle disposizioni sulla composizione dei consigli di amministrazione delle società a totale partecipazione pubblica, con i cda che dovranno essere composti da non più di tre membri, di cui due dipendenti dall’amministrazione titolare della partecipazione o della controllante.
Spending review sul pubblico impiego
La spending review non si abbatte sul pubblico impiego unicamente sul merito della razionalizzazione delle piante organiche delle amministrazioni. Il decreto di revisione della spesa pubblica prevede infatti che vi siano una serie di misure di natura complementare rese sinergiche dal perseguimento di un unico obiettivo: allocare al meglio le risorse disponibili, tagliando sprechi e migliorando l’efficienza.
Spending review, riduzione dell’organico delle pubbliche amministrazioni
Ieri abbiamo avuto modo di anticipare alcuni dei principali provvedimenti della recente spending review del governo Monti. Vediamo oggi di comprendere in che modo la spending review andrà ad incidere sulla riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni, per uno dei punti della revisione che è certamente maggiormente discusso e criticato dalle parti sociali, e non solo.
Spending review: meno acquisti e più trasparenza
Il primo degli insiemi di interventi andanti a inclusione nel provvedimento della spending review riguarda la c.d. attività negoziale delle pubbliche amministrazioni. Il governo ha voluto ridurre la spesa per l’acquisto di beni e servizi, cercando altresì di incentivare la trasparenza di tutte le procedure, affinchè possano essere rese chiare e univoche le transazioni che conducono alle sopra citate operazioni di acquisto.