Tasse sospese da pagare entro il 16 dicembre

Le tasse e i contributi sospese alle imprese colpite dal sisma dovranno essere pagate entro il 16 dicembre. Entro l’esercizio in corso, pertanto, i contribuenti dovranno versare il saldo e il primo acconto Irpef di luglio, l’pef di luglio, acconto Imu di giugno e saldo Imu di dicembre, secondo acconto Irpef di novembre e scadenze Iva. Se non fosse possibile disporre di tutta la liquidità necessaria per adempiere a tali scadenze, è comunque possibile fruire di un prestito bancario senza interessi, da restituire con piano di ammortamento in un massimo di due anni.

Pagamenti con il telefonino per dire addio al contante

Tra i tanti rami del decreto sulla crescita, vi è anche una serie di norme che dovrebbero consentire al Paese di abbandonare, gradualmente, l’utilizzo del contante. A partire dal 1 gennaio 2014, infatti, il governo ha stabilito di non prevedere soglie ai pagamenti effettuati con carte di debito come il bancomat, indirizzando tale disposizione verso i soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, i quali saranno appunto tenuti – con la decorrenza di cui sopra – ad accettare pagamenti con gli strumenti transazionali.

Pagamenti tra imprese in 30 giorni

Un disegno di legge, che recepisce la direttiva UE del 2011 contro i mostruosi ritardi nei pagamenti tra fornitori e clienti, stabilisce che gli stessi dovranno avvenire entro un massimo di 30 giorni. Il provvedimento – appoggiato da entrambi le parti della commissione attività produttive della Camera – non riguarda ad ogni modo i crediti verso la pubblica amministrazione, e dovrà ora passare al vaglio della Camera e del Senato. Cerchiamo di comprendere cosa preveda questo disegno, e in che modo potrebbe cambiare la vita dei piccoli imprenditori.

Imposte e pagamenti nella spending review

In questi giorni abbiamo più volte avuto modo di esaminare quali sono state le principali novità apportate dai provvedimenti della spending review. Oggi cerchiamo di concludere questa prima serie di approfondimenti sulla revisione di spesa pubblica, andando a comprendere in che modo cambieranno alcune imposte e alcune modalità di pagamento e di compenso, in un’ottica di risparmio dell’impiego di risorse pubbliche.

Pagare le fatture in ritardo

Il ritardo nei pagamenti (della pubblica amministrazione, ma non solo) costituisce una delle piaghe più gravi dell’economia imprenditoriale italiana. I tempi di incasso dei crediti – complice l’aggravarsi della crisi – si stanno dilungando in maniera eccessivamente preoccupante, generando gravi tensioni di liquidità in capo alle organizzazioni imprenditoriali che, d’altra parte, si devono altresì scontrare con i timori di credit crunch dal settore bancario.

Ma a quanto ammontano i ritardi nel pagamento delle fatture? Secondo quanto afferma il Barometro diffuso da Atradius, una delle società leader nel mondo dell’assicurazione del credito, del recupero credito e delle cauzioni, in Italia circa il 40% delle fatture viene pagato dopo la scadenza, mentre il 5,4% dei crediti commerciali sul mercato domestico è risultato inesigibile, generando una perdita secca nel conto economico delle imprese.

Cartelle Equitalia: rateazione su piano dilazione esistente

Un cittadino che sta pagando a rate un debito tributario con Equitalia, può ottenere sulla dilazione una ulteriore rateazione qualora sussista un dimostrabile peggioramento del proprio stato economico. Questo, nel rispetto dei requisiti richiesti, grazie all’ultimo Decreto Milleproroghe approvato in Parlamento. Inoltre, ricordiamo che per i debiti tributari sotto i 5 mila euro il cittadino può presentare agli Uffici di Equitalia la domanda di rateazione senza dover presentare alcuna documentazione a corredo; basta infatti una semplice domandina motivata.

Cartelle esattoriali Equitalia: la proroga delle rateazioni

Un piano di rateazione del debito tributario, in corso di pagamento con Equitalia, può essere soggetto ad una ulteriore dilazione. Questo, nel rispetto di opportuni requisiti da parte del contribuente, è possibile grazie all’ultimo Decreto Milleproroghe, che fa scattare, in deroga a quella che è la normale prassi, una proroga della rateazione anche nel caso in cui il contribuente non abbia pagato la prima rata o non abbia saldato successivamente due rate. Il tutto a patto che la rateazione sia stata approvata entro e non oltre il 27 febbraio del 2011, e che il contribuente sia in grado di dimostrare che ci sia stato un peggioramento della propria situazione economica.