Liberalizzazione farmaci: i tentativi della manovra Salva Italia

A torto o a ragione, l’apparato professionale dei farmacisti viene considerato quale uno dei maggiormente restii ad accettare cambiamenti nel proprio settore. L’introduzione delle parafarmacie, digerito non senza malumori dal comparto, ha portato una ventata di novità dietro al bancone: ma la liberalizzazione dei farmaci di fascia C rischia di stravolgere eccessivamente gli equilibri del settore, sostiene qualcuno.

L’intento contenuto nella manovra Salva Italia, infatti, è stato principalmente quello di scardinare alcuni precetti del settore delle farmacie, andando a incentivare la liberalizzazione della vendita di diverse categorie di farmaci. Su richiesta del Parlamento, infatti, l’Associazione italiana dei farmacisti ha il compito di stilare un elenco dei prodotti che fanno parte della fascia C, e che possono essere venduti anche al di fuori delle farmacie.

Orari dei negozi, cosa cambia con la manovra

Libertà assoluta di apertura e di orario: è questa, in estrema sintesi, la decisione contenuta in uno degli ultimi provvedimenti adottati dal decreto Salva Italia per cercare di liberalizzare il settore del commercio e incentivare la concorrenza e le vendite. Ne è conseguito che, già da oggi, i titolari di esercizi commerciali possono scegliere di aprire autonomamente come e quando vogliono, incluse le domeniche e i festivi. Tutti contenti?

Non proprio. Se infatti da una parte le associazioni dei consumatori hanno salutato la novità con entusiasmo, i commercianti sollevano ben più di qualche opzione. In mezzo ai due fuochi vi sono gli enti locali, che dovranno muoversi in un ambito di autonomia piuttosto ampio, essendo la competenza di materia delle Regioni. Di conseguenza, molti Comuni – come Milano – prima di adottare in pieno il nuovo regime, stanno attendendo le deliberazioni dell’istituzione regionale.

Nuova imposta sui rifiuti con la manovra Salva Italia

Manca ancora un anno, ma è bene che i contribuenti inizino a prendere confidenza con la RES, la nuova tassa comunale sui rifiuti e sui servizi, un prelievo che sostituirà l’attuae TARSU (la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), con un provvedimento passato in apparente secondo piano all’interno del comparto delle novità fiscali che hanno riguardato gli ultimi, travagliati, mesi del 2011. 

La RES sostituisce completamente la precedente TARSU, andando a imporre un prelievo fiscale dipendente dal volume di rifiuti prodotti per unità di superficie, sulla base della destinazione di utilizzo dell’immobile, e con esclusione dalla tassazione di quelle aree scoperte pertinenziali, o quelle accessorie delle abitazioni private, e le aree comuni condominiali che non siano detenute o occupate in via esclusiva. Ancora, in caso di utilizzi temporanei di durata non superiore ai sei mesi, il tributo è dovuto solo dal proprietario dell’immobile.

Aliquote e detrazioni, facciamo chiarezza sull’IMU della manovra Monti

Rispondendo ad alcune richieste di chiarimenti giunte nella nostra redazione, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sul sistema di aliquote, di detrazioni e di rivalutazioni delle base catastali introdotte dalla manovra Salva Italia. Innanzitutto, occorre segnalare come l’aliquota di base sia pari allo 0,76%, da applicarsi sulla rendita catastale, che andrà presumibilmente ritoccata al rialzo, anche del 60%.

L’intento della manovra Salva Italia, e più in generale dell’esecutivo Monti, è infatti quello di poter aggiornare congruamente i valori catastali, basi imponibili sulle quali vengono calcolate le rendite. Stando ad alcune previsioni, la rivalutazione potrebbe essere pari anche al 60% dell’attuale valore imponibile, per un apprezzamento significativo dell’imposta municipale.

Imposta sugli aeromobili, ecco come funziona

Tra le “tasse sul lusso” introdotte dalla Manovra Salva Italia, vi è anche l’introduzione dell’imposta erariale sugli aeromobili privati, che siano rientranti all’interno del perimetro normativo stabilito dall’articolo 744 del Codice della Navigazione, risultino immatricolati nel registro aeronautico nazionale. L’imposta, stando al testo del decreto Monti, è dovuta da parte di coloro che risultino essere proprietari, usufruttuari, acquirenti con patto di riservato dominio, o utilizzatori a titolo di locazione finanziaria dell’aeromobile, dagli stessi pubblici registri.

Il pagamento della somma dovrà essere effettuato all’atto della richiesta del rilascio o del rinnovo del certificato di revisione della aeronavigabilità, in relazione all’intero periodo di validità del certificato stesso. Nell’ipotesi in cui il certificato abbia una validità inferiore a un anno, l’imposta è dovuta nella misura di un dodicesimo degli importi, per ciascun mese di validità.

Tassa sulle imbarcazioni, le novità della manovra Monti

Particolarmente osteggiata da tutti i proprietari dei natanti, la manovra Monti ha introdotto una serie di provvedimenti finalizzati a tassare i possessori di imbarcazioni, con una incisività del prelievo fiscale che è direttamente proporzionale alla lunghezza della barca, con una misura che desidera pertanto andare a creare un pregiudizio economico maggiore nelle tasche di coloro che risultano essere in proprietà di barche di lusso.

In particolare, stando a quanto riportato dall’articolo 16 della manovra, dal 1 maggio 2012 tutte le unità di diporto che stazionano nei porti marittimi nazionali, navigano o siano ancorate in acque pubbliche, anche se in concessione a privati, sono soggette al pagamento della tassa annuale di stazionamento, calcolata per ogni giorno o frazione di esso, in misura dipendente dalla lunghezza dello scafo.

Superbollo auto di lusso: chi verrà colpito dalla manovra Monti

Come noto, la manovra Monti ha introdotto un rincaro del bollo auto per le auto di lusso. In realtà, tuttavia, la dicitura di superbollo su “auto di lusso” è piuttosto controversa: la sovra tassa colpisce infatti, generalmente, le auto di maggior potenza, non tutte certamente riconducibili alla macro categoria dei veicoli di pregio.

Alla luce di quanto calcolato dagli osservatori di settore, saranno oltre mille i modelli presenti sul mercato, che verranno sottoposti al nuovo superbollo del governo Monti, con una maggiorazione di 20 euro per ogni Kw eccedente i 170 kw (equivalenti a 231 cavalli). Un balzello che certamente non farà piacere ai possessori di veicoli di grande potenza, che vedranno colpite le proprie auto da un superbollo non certamente insignificativo.

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Patrimoni all’estero: le tasse della manovra Monti

Come noto, la manovra Monti ha introdotto una serie di applicazioni onerose sui patrimoni all’estero. La più “famosa” di tutte le introduzioni della riforma fiscale è certamente inerente il prelievo sui capitali scudati. Ma in realtà le modifiche all’ordinamento fiscale per quanto concerne i patrimoni esteri vanno anche al di là, abbracciando gli immobili posseduti al di fuori dei confini nazionali e i depositi regolarmente tenuti all’estero.

In particolare, la reintroduzione dell’imposta sulle case vale anche per quanto concerne gli immobili all’estero. Pertanto, i soggetti che risiedono in Italia e che detengono immobili all’estero dovranno pagare un’aliquota di 0,.76 punti percentuali sul valore dell’immobile, calcolato sulla base del valore d’acquisto o del valore di mercato. Al fine di evitare una doppia tassazione, è riconosciuto un credito d’imposta per i prelievi patrimoniali operati dallo Stato estero, tenendo conto delle varie convenzioni bilaterali in essere.

Operazioni bancarie e manovra Monti: cosa cambia

Tra le numerose novità della manovra Monti, anche alcune revisioni in termini di possibilità di accesso del Fisco alle operazioni di conto corrente. Revisioni che hanno fatto gridare – solo alcuni – alla definitiva morte del segreto bancario. Ma è veramente così? Cosa cambia, più nel dettaglio, per i consumatori e i loro rapporti di conto corrente?

Il primo gennaio 2012 è partita la nuova era dei controlli sulle operazioni bancarie. I conti correnti e i depositi amministrati intestati al contribuente potranno infatti essere monitorati dall’Erario, il quale – anche senza passare attraverso l’autorità giudiziaria (come invece era previsto fino al 31 dicembre 2011) – potrà spulciare i dettagli delle varie transazioni di conto corrente alla ricerca di eventuali tracce d’evasione.

Manovra Monti: le novità per gli studi di settore e gli accertamenti

La Manovra Monti prevede alcune importanti novità per gli studi di settore e gli accertamenti. Nel pacchetto di iniziative finalizzate al contrasto dell’evasione fiscale, infatti, compaiono alcune revisioni sullo strumento dell’accertamento basato sugli studi di settore, con un meccanismo di premio dei contribuenti maggiormente disponibili a collaborare con il Fisco, penalizzando invece coloro che non desiderano adeguarsi ai nuovi parametri.

In particolar modo, le novità più interessanti sembrano essere contenute all’interno dell’art. 10 del d.l. 201/2011, rubricato “Regime premiale per favorire la trasparenza”, e includente alcuni benefici sui contribuenti soggetti agli studi di settore, se congrui e coerenti con i parametri, e se particolarmente ligi nella compilazione dei modelli previsti dall’attuale ordinamento fiscale.

Fisco e Ordini professionali: cosa potrebbe cambiare

Annunciate da tempo, le riforme degli Ordini professionali sembrano siano finalmente in dirittura d’arrivo. Almeno così riporta Corriere Economia, l’allegato economico del Corriere della Sera, che nell’ultimo numero ha citato il presidente del Coordinamento unitario delle professioni (Marina Calderoni) circa le prossimo novità che dovrebbero coinvolgere tutti gli albi e gli ordini disciplinanti le libere professioni in Italia.

A finire nell’ambito delle più importanti proposte di revisione sarà il processo di attribuzione della qualifica professionale al giovane neolaureato o al praticante, in un’ottica di promozione di “uno sviluppo professionale continuo e volto a garantire la qualità degli iscritti” – ricorda il presidente del Coordinamento, sostenendo come diventi essenziale riconoscere un compenso “equo” al tirocinante, troppo spesso sotto pagato.

Manovra salva Italia, la tassa sui capitali scudati

La manovra salva Italia ha introdotto un prelievo fiscale extra, una tantum, sui capitali oggetto di scudo fiscale. Si tratta di un prelevamento che verrà effettuato, in altri termini, su quei capitali “scudati”, cioè sugli importi che sono stati fatti tornare all’interno dei confini (e dell’ordinamento) italiani, in occasione delle tre procedure di condono dello scorso decennio, varate in più riprese dal governo Berlusconi e dal ministro Tremonti.

Il prelievo si concretizza in un’aliquota pari all’1,5% sul capitale scudato: una misura che dovrebbe permettere allo Stato di poter rimpinguare le proprie casse, andando a coprire parzialmente il gap che la separa dalla tanto desiderata stabilità dei conti pubblici, e dal raggiungimento del pareggio di bilancio, che si auspica possa essere raggiunto entro la fine dell’esercizio 2013, novità permettendo.

Manovra salva Italia, cosa cambia con l’introduzione dell’IMU

Tra i principali punti del decreto legge che dovrebbe consentire all’esecutivo di porre in essere i più importanti provvedimenti per stabilizzare nel tempo i conti pubblici, figura anche il ritorno dell’ICI sulla prima casa, sotto forma di anticipo dell’applicazione dell’IMU, che incorporerà (oltre alla vecchia imposta comunale sugli immobili, peraltro modificata sui valori catastali e sulle aliquote) anche una quota Irpef.

L’IMU (imposta municipale unica) dovrebbe comportare un significativo rialzo delle imposte di proprietà o di godimento di diritti reali sugli immobili. Le motivazioni alla base di questa considerazione sono principalmente tre, e andremo ora ad analizzarle più nel dettaglio, pur con brevità.

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