Tra le numerose misure straordinarie di riequilibrio dei conti pubblici, introdotte dalle manovre finanziarie dell’ultimo biennio, una delle più onerose è certamente il contributo di solidarietà del 3%, dovuto dai soggetti Irpef sulla parte di reddito eccedente la soglia di 300mila euro lordi annui.
lavoro dipendente
Le esenzioni della dichiarazione dei redditi
Come è noto dal diritto italiano, ogni singolo anno i cittadini italiani, in quanto contribuenti, devono presentare all’amministrazione finanziaria la dichiarazione dei redditi: si tratta del documento fiscale che deve essere compilato in modo da portare a conoscenza della stessa Agenzia delle Entrate i redditi che sono stati conseguiti nel corso dell’anno precedente. Ci sono però delle precisazioni importanti da fare in questo senso, in particolare per quel che concerne i redditi che sono esenti da tale tipo di dichiarazione. Quali casi possono rientrare in questo novero così specifico? Entrando maggiormente nel dettaglio, bisogna rifarsi a quello che prevede la legge. Anzitutto, non sono obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi tutti quei soggetti che percepiscono un reddito da lavoro dipendente o da pensione che viene corrisposto da un solo datore di lavoro, ragione per la quale è prevista l’effettuazione delle ritenute di acconto.
Inpdap: le detrazioni per dipendenti e familiari a carico
È da pochi giorni ormai che è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 106 del 2011, la quale mette in luce alcuni chiarimenti in merito alla semplificazione fiscale: in particolare, il riferimento più importante è quello delle detrazioni da lavoro dipendente e per i familiari a carico. Queste ultime vengono riconosciute nel caso in cui siano indicate le condizioni di spettanza, il codice fiscale dei familiari e le eventuali variazioni. L’istituto che valuta il tutto è l’Inpdap, a cui va presentata ogni anno questa domanda con le varie richieste, in modo da attribuire il beneficio tributario.