Modifiche Imu entro primavera 2013

L’Imu, così come è stata conosciuta nel 2012, potrebbe non trovare prolungamento nel corso del prossimo esercizio finanziario. Il ministro dell’economia, Vittorio Grilli, ha infatti preannunciato che il governo intende rivedere la struttura dell’imposta municipale unica attribuendo – come era ampiamente prevedibile – una maggiore autonomia fiscale ai Comuni. Ma vediamo quali sono state le dichiarazioni del rappresentante dell’esecutivo, e in che modo l’Imu 2013 potrebbe essere diversa da quella attuale.

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Ravvedimento lungo IMU settembre 2012

Ieri era il termine ultimo per pagare la seconda rata di acconto dell’IMU. Se vi siete dimenticati di adempiere a questo obbligo fiscale o, in alternativa, non siete riusciti ad adempiere per difficoltà e ristrettezze economiche, niente paura. Anche per quanto concerne il versamento di settembre dell’imposta municipale unica è possibile fruire dell’istituto del ravvedimento, che permetterà a tutti i “ritardatari” di potersi mettere in regola dietro pagamento di una sanzione di pochi euro rispetto all’importo originario.

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IMU 2012, tutte le scadenze

Il 2012 fiscale sarà ricordato, tra le altre, anche per l’introduzione della nuova imposta municipale unica, la tassa patrimoniale sulla prima o sulle seconde case. Considerato che, come abbiamo visto più volte negli ultimi mesi, il panorama in materia risulta essere piuttosto complesso, cerchiamo di comprendere in che modo procedere al rispetto di tutte le scadenze previste per il corrente anno solare.

Il primo appuntamento con la nuova IMU sarà fissato nella data del 18 giugno: entro tale data i cittadini dovranno versare l’acconto IMU, pari al 50% dell’imposta calcolata applicando le aliquote base, pari a 0,4 punti percentuali sulla prima casa, o a 0,76 punti percentuali sugli altri immobili (tranne i rurali strumentali, che hanno lo 0,2%). Per la prima casa si può altresì scegliere l’acconto di un terzo. Sui rurali strumentali, l’acconto è del 30%.

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Proposte Imu una tantum

L’Imu una tantum? A nostro parere, una scelta piuttosto improbabile. Eppure c’è chi, tra le fila dei banchi parlamentari, vorrebbe eliminare l’applicazione dell’imposta municipale unica, per lo meno per le prime case, già a partire dal prossimo anno, rendendo in tal modo la nuova imposta patrimoniale una sorta di “una tantum” in grado di caratterizzare negativamente lo scenario tributario di un 2012 particolarmente arduo e complesso.

“Noi dobbiamo in tutti i modi evitare la depressione che è oltre la recessione e che si sta producendo in Italia. Dobbiamo praticare una rigorosa disciplina di bilancio, ma allo stesso tempo dobbiamo consentire la crescita e la sopravvivenza delle famiglie” – ha dichiarato Maurizio Sacconi, Pdl – “La richiesta del Pdl è che l’Imu consista in un prelievo una tantum, solo per un anno. Questo è quello che pensiamo si debba fare”.

Peso dell’IMU sugli affitti

Considerato che l’IMU andrà a gravare notevolmente sulle spalle dei proprietari immobiliari di prime e (soprattutto) seconde case, ci si domanda quale potrebbe essere l’influenza negativa esercitata dalla nuova imposta municipale unica nel settore delle locazioni. In altri termini, quanto possibilità ci sono che i proprietari immobiliari decidano di “girare” il peso dell’IMU agli inquilini, con rincari degli affitti?

Secondo quanto rilevato da un recente sondaggio effettuato da Solo Affitti nell’area milanese, solamente un nuovo contratto di locazione su dieci (11%) avrebbe fatto registrare, in Italia, un aumento dei canoni (entro 100 euro) a causa dell’applicazione dell’imposta municiaple unica, con punte sostanzialmente più elevate laddove il valore catastale degli appartamenti è sensibilmente più elevato.

In altri termini, secondo quanto emerge da Solo Affitti, l’89% degli affiliati intervistati non avrebbe riscontrato alcun aumento del canone da parte dei proprietari dell’immobili. Allargando lo spettro dell’analisi, e guardando pertanto alle macro-aree del Paese, il nord ovest e il centro rispecchiano la media nazionale, mentre è nel nord est la percentuale maggiore (il 93%) di agenti che non ha rilevato aumenti nei contratti di locazione firmati da gennaio ad oggi.

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IMU in rialzo in alcuni capoluoghi

Mentre arrivano gli ultimi dettagli circa le modalità di pagamento dell’IMU a giugno, molti sindaci stanno ritoccando le aliquote dell’imposta municipale unica al rialzo. Un incremento che sta riguardando anche alcuni comuni capoluogo, con aumenti che generalmente riguardano le seconde abitazioni, con una strategia che cerca di penalizzare i proprietari delle seconde case, per evitare di gravare eccessivamente sui proprietari delle sole prime case.

Secondo quanto affermato dalla Uil, infatti, ad oggi sarebbero già 7 i comuni capoluogo che hanno ritoccato l’aliquota sia per l’abitazione principale che per le seconde case: Roma, Cuneo, Parma, Forlì, Ravenna, Reggio Emilia, Salerno. A questi comuni si dovrebbero presto aggiungere quelli di Palermo, Genova, Torino, dove si discute se aumentare le aliquote anche per l’abitazione principale, oltre che per la seconda casa.

Imu, versamento attraverso F24

Il versamento dell’Imu deve essere effettuato attraverso F24, ma ai Comuni deve essere lasciata la libertà di decidere se il tributa debba essere riscosso direttamente da loro, o attraverso dei concessionari cui affidare il servizio. A dirlo è una nota della Ascotributi locali, secondo cui l’Agenzia delle Entrate dovrebbe muovere nei confronti di un provvedimento che possa riconoscere l’opportuna capacità di gestione autonoma della riscossione da parte degli enti comunali.

A ben vedere, sottolinea recentemente il quotidiano Italia Oggi, la norma di legge non risulta essere molto chiara nella formulazione sulle modalità di versamento dell’imposta. Il d.l. 201/2011, all’articolo 13, si limita infatti a stabilire che la somma di competenza dello stato deve essere versata “contestualmente all’imposta municipale propria”.

IMU sugli immobili all’estero: come funziona

L’imposta municipale unica opera anche per gli immobili che i residenti nazionali detengono all’estero. Stando a quanto previsto dalla manovra Monti, anche su tali immobili andrà applicata l’aliquota “standard” pari a 0,76 punti percentuali, operante sia nei confronti degli immobili detenuti in proprietà, sia per quanto concerne gli immobili che invece vengono detenuti sulla base di altro diritto reale, da contribuenti residenti in Italia, in proporzione alla quota di possesso e ai mesi dell’anno nei quali lo stesso si è protratto.

Il valore da considerare come base imponibile, in quaesto caso, è dato dal costo risultato dall’atto di acquisto o dai contratti e, in mancanza, secondo il valore di mercato rilevabile nel luogo in cui è situato l’immobile. La base di partenza sarà pertanto data dall’atto notarile di compravendita o dal valore di mercato in assenza della documentazione che possa comprovare l’originario acquisto.