La risoluzione 8/E resa pubblica oggi dalla nostra amministrazione finanziaria ha istituito una nuova causale contributo dedicata ai datori di lavoro: nello specifico, essa è rivolta a quei soggetti che devono utilizzare il modello F24 per il pagamento dei contributi relativi al finanziamento dei cosiddetti enti bilaterali. Nello specifico, si è fatto riferimento all’Ente Bilaterale della Pesca, con la causale CCNL che è stata denominata per l’appunto Contributo di finanziamento dell’Ente Bilaterale della Pesca (abbreviato semplicemente in Ebi Pesca).
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F24 impagato per tre italiani su dieci
Secondo quanto afferma la Confedercontribuenti, tre italiani su dieci non riuscirebbero a pagare le rate del modello F24. Il presidente Carmelo Finocchiaro definisce così “drammatica” la situazione dei contribuenti italiani, sottolineando come ancora vi siano altre due rate all’esaurimento di questa tranche di pagamenti. Ma vediamo quali siano le considerazioni formulate dalla confederazione dei contribuenti, e cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro all’evoluzione di questo critico scenario che sta coinvolgendo un ampio numero di italiani.
F24: tre codici per gli immobili detenuti all’estero
La risoluzione 54/E che la nostra amministrazione finanziaria ha provveduto a pubblicare nel corso della giornata di ieri ha consentito il debutto di tre nuovi codici tributo: si tratta del 4041, 4042 e 4043, vale a dire i riferimenti utili per il versamento d’imposta sul valore degli immobili che si trovano al di fuori dei nostri confini nazionali, senza dimenticare quelle attività finanziarie che sono anch’esse detenute in una nazione straniera. Ovviamente, questi stessi codici devono essere sfruttati all’interno del consueto modello F24. Questa imposizione tributaria è nata da poco meno di un anno, cioè da quando l’ha introdotta il Decreto Salva-Italia del governo Monti. I soggetti interessati sono quelle persone fisiche che vantano una residenza nel territorio dello Stato. Anzitutto, occorre ricordare che quando si ha a che fare con degli immobili (siano essi terreni o fabbricati) che vengono detenuti o goduti come diritto reale, allora l’imposta stessa deve essere pagata, senza fare troppo caso a quella che è la destinazione.
Errore IMU, migliaia di F24 rifiutati
Proprio quando il peggio sembrava alle spalle, ecco arrivare un comunicato dell’Agenzia delle Entrate che apporta nuove complicazioni nel rapporto dei contribuenti con la nuova imposta municipale unica. A causa della mancata indicazione della rata, infatti, migliaia di F24 sono andati rifiutati. Un inconveniente che era stato riscontrato qualche giorno fa da parte di alcuni centri di assistenza fiscale, e che ha trovato “ufficialità” nella nota dell’Agenzia.
“Le deleghe di pagamento già compilate senza l’indicazione della scelta all’interno del riquadro “rateazione / mese rif.” – precisa comunque il comunicato dell’Agenzia – “sono considerate corrente e devono essere accettate dagli intermediari della riscossione (banche, Poste Italiane spa e Agenzia della riscossione. Con l’entrata in vigore dell’articolo 4, comma 5 lettera i) del Decreto legge n. 16/2012 (introdotto in sede di conversione della legge 26 aprile 2012, n. 44) i contribuenti hanno la possibilità di versare l’acconto dell’IMU dovuta per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in due rate (scadenza il 18 giugno 2012 e il 17 settembre 2012) mentre il versamento del saldo è previsto in unica soluzione (scadenza il 17 dicembre 2012)”.
Pagamento IMU in compensazione, ecco come fare
L’imposta municipale unica viene pagata attraverso la presentazione del modello F24. Uno strumento che potrebbe tornare molto utile per poter compensare l’IMU con eventuali crediti che derivino nei confronti di diversi enti impositori, come lo Stato, le Regioni, i Comuni, l’Inps, l’Inail o l’Enpals. Ovviamente, la compensazione dovrà essere evidenziata inun unico modello F24, trasmesso e presentato anche se a saldo zero.
Non solo: anche coloro che si avvalgono del 730 possono comunque scegliere di compensare il versamento dell’imposta municipale unica attraverso la compilazione del quadro I. in merito, se si vuole adoperare l’intero credito risultante dal 730 per il pagamento dell’IMU, occorrerà barrare la colonna 1 del rigo I1, mentre la colonna 2 è riservata solo all’indicazione dell’importo del credito che si intende utilizzare in compensazione.
Imu F24, come pagare l’imposta
Con l’introduzione dell’imposta municipale unica esordiscono alcune nuove specificità sul pagamento e sulla riscossione dell’imposta, rispetto a quanto avveniva con la “vecchia Ici”. Se ben vi ricordate, infatti, l’Ici prevedeva diverse modalità di pagamento, dal conto corrente postale al versamento diretto in tesoreria o all’agente della riscossione, passando per il protagonista del nostro articolo: il modello F24.
L’imposta municipale unica (Imu) ha infatti deciso di cambiare registro, eleggendo quale strumento esclusivo di riscossione il modello F24, che diviene pertanto elemento necessario per poter assicurare il versamento della quota statale. Considerando tuttavia che la disciplina dell’imposta municipale unica non individua il soggetto a cui versare direttamente l’imposta, non sembra potersi impedire una gestione esternalizzata della riscossione.
F24: istituiti i codici tributo per le rendite immobiliari
Il settore immobiliare è ancora una volta uno dei protagonisti assoluti dell’ultima risoluzione che è stata pubblicata dalla nostra amministrazione finanziaria, la 19/E che reca la data della giornata di ieri: in effetti, il Fisco ha voluto chiarire quali sono i codici tributo specifici che vanno sfruttati per il pagamento delle somme derivanti dall’attribuzione d’ufficio della rendita presunta agli immobili. In pratica, si tratta di una attribuzione che viene stabilita dall’Agenzia del Territorio e che si rivolge in maniera diretta a tutti quei proprietari che non hanno ottemperato alla presentazione del relativo aggiornamento catastale, come previsto espressamente dalla legge (il testo di riferimento è il Decreto 78 del 2010, le ormai famose misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e la competitività economica). L’istituzione è quindi cosa fatta, come utilizzare questi stessi codici?
Contributi associativi: la convenzione tra Inps e Confasi
Inps e Confasi sono più uniti che mai nella riscossione dei contributi associativi: in effetti, come emerge chiaramente da una delle ultime circolari dell’ente previdenziale, quest’ultimo e la Confederazione Autonoma Sindacati Italiani hanno dato vita a una importante convenzione per riscuotere appunto le quote degli artigiani e dei commercianti, il tutto in conformità a quanto stabilito dalla Legge 311 del 1973. La convenzione risale comunque allo scorso mese di settembre, ma l’Inps stesso ha voluto precisare alcune istruzioni utili per comprendere meglio queste operazioni così importanti. Anzitutto, i contributi in questione vanno riscossi in maniera ben precisa, vale a dire in modo congiunto a un’altra riscossione, quella dei contributi obbligatori.
Gasolio e F24: ecco come accedere al credito d’imposta
Giusto quattro giorni fa la nostra amministrazione finanziaria ha reso pubblica una importante circolare contenente tutte le precisazioni relative alle accise sul gasolio: in pratica, sono stati stabiliti nel dettaglio tutti i rimborsi relativi allo scorso anno e agli autotrasportatori per tali imposte di fabbricazione, senza dimenticare il fondamentale codice tributo che deve essere utilizzato all’interno del modello F24, requisito essenziale per avere accesso al credito d’imposta. L’inoltro delle domande in questione potrà essere realizzato entro e non oltre il 30 giugno di quest’anno, quindi si hanno ancora alcuni mesi di tempo. I rimborsi accennati in precedenza sono di varia entità e vanno schematizzati per una migliore comprensione (le somme si riferiscono a mille litri di prodotto): l’importo sarà pari a 19,78 euro per i consumi del periodo compreso tra il 1° gennaio e il 5 aprile dello scorso anno, 27,08 euro (6 aprile-27 giugno), 67,08 euro (28-30 giugno), 68,98 euro (1° luglio-31 ottobre), 77,88 euro (1° novembre-6 dicembre) e 189,98 euro (7-31 dicembre).
Scadenze fiscali: gli appuntamenti IVA del 27 dicembre
Il 27 dicembre è data fondamentale per la regolarizzazione della propria posizione IVA. Entro tale giornata, infatti, si dovrà procedere alla regolarizzazione delle fatture emesse fino al mese di novembre con la vecchia aliquota del 20%, e dei corrispettivi che siano stati annotati in maniera non corretta, effettuando una idonea variazione in aumento, con versamento della differenza attraverso il modello F24, esclusivamente per via telematica. La regolarizzazione entro il 27 dicembre non comporta alcuna sanzione, mentre insufficienti versamenti (o omissioni), determinano l’applicazione di una misura pari al 30% dell’ammontare non corrisposto.
Sempre entro il 27 dicembre è opportuno regolarizzare le fatture emesse entro il mese di settembre con l’aliquota non più in vigore del 20%, e dei corrispettivi, con versamento del tributo, maggiorato degli interessi pari a un punto percentuale, con uso del modello F24, per via telematica. Anche in questo caso, ricordiamo come la regolarizzazione entro tale data non comporti alcuna sanzione, mentre l’insufficiente o l’omesso versamento determinerà l’applicazione della sanzione amministrativa nella misura pari al 30% dell’ammontare non corrisposto.
Scadenze fiscali, tutti gli appuntamenti del 20 dicembre
Martedì 20 dicembre è una giornata di scadenza per molti appuntamenti fiscali. Iniziamo con il ricordare che tutti i produttori e gli importatori di imballaggi dovranno procedere alla presentazione della dichiarazione periodica inerente al mese precedente, utilizzando la modulistica idonea, con il dettaglio del numero e della data di protocollo delle bolle doganali, con liquidazione del contributo ambientale prelevato o dovuto per il mese di novembre.
Nella stessa data, le imprese che operano nel settore della spedizione, e le agenzie marittime, dovranno procedere al pagamento dei contributi su novembre del fondo di previdenza per gli impiegati, tenendo presente che il pagamento dovrà essere effettuato in maniera univoca attraverso il canale telematico. Ancora, è necessario che entro tale data si proceda con l’invio delle distinte di contribuzione, sempre attraverso lo stesso canale telematico.
Scadenze fiscali, i termini per il ravvedimento di novembre
Il 16 novembre è, come intuibile, giornata piuttosto importante sul fronte delle scadenze fiscali. Oltre ai vari obblighi di cui vi abbiamo informato negli scorsi giorni, non possiamo altresì segnalare come la giornata sia particolarmente importante per chi ha intenzione di usufruire della possibilità introdotta dal c.d. “ravvedimento”, con versamento unitario sia per i sostituti di imposta privati, che per quelli pubblici.
Il giorno 16 novembre è infatti termine ultimo per poter procedere al versamento unitario, con regolarizzazione per ravedimento breve di tutti i pagamenti non esecuiti o non effettuati in misura sufficiente. Il termine di riferimento è ovviamente frutto dei 30 giorni applicati a decorrere dalla scadenza principale del mese precedente, relativa al 17 ottobre.
Ici, poco più di una settimana per il pagamento
Il 16 giugno 2011 rappresenta la scadenza tributario-immobiliare per eccellenza: tra dieci giorni, in effetti, è stato fissato il termine ultimo per il pagamento della prima rata dell’Imposta Comunale sugli Immobili (Ici), il cui ammontare è pari alla metà di quanto dovuto in base all’aliquota e alle varie detrazioni del 2010. I contribuenti hanno la possibilità di scegliere tra due opzioni, il versamento in forma rateale, oppure l’unica soluzione, ma in questa seconda ipotesi la detrazione da sfruttare sarà quella dell’anno in corso.
Ravvedimento: regolarizzazione fino al 15 aprile con l’F24
Il 15 aprile 2011 rappresenta una scadenza fiscale molto importante per quei contribuenti che non sono in regola con i pagamenti di imposte e ritenute: l’elenco in questione comprende anche