Incontro Italia – Svizzera sull’evasione fiscale

Ne parliamo oramai da diversi mesi, e sembra che finalmente qualcosa si stia cominciando a muovere. Parliamo della vicenda che vede la Svizzera impegnata in una serie di accordi bilaterali per cercare di regolamentare la trasparenza dei movimenti del proprio sistema bancario, e che l’Italia, a più riprese e con diversi livelli di entusiasmo, a cercato di attivare al fine di migliorare l’efficacia della propria lotta all’evasione fiscale.

Grazie allo sblocco dei ristorni dei frontalieri, e al via libera dell’Unione Europea agli accordi bilaterali con la confederazione elvetica, le trattative Italia – Svizzera per poter licenziare un vero e proprio patto fiscale sui capitali depositati presso le banche elvetiche possa finalmente avere la luce. A ricordarlo è stato lo stesso presidente del Consiglio Mario Monti, che ha preannunciato un incontro a breve termine con il ministro delle finanze elvetico.

Accordo Italia – Svizzera ancora lontano

Un accordo ItaliaSvizzera sulla trasparenza dei movimenti dei capitali non sembra vicino. Almeno stando a leggere un commento del portavoce del commissario dell’Unione Europea alla tassazione, Algirdas Semeta, di risposta alle dichiarazioni del premier italiano Mario Monti, che negli scorsi giorni aveva mostrato chiari segni di apertura nei confronti della Svizzera, raccogliendo l’interesse di ampie parti politiche.

Nell’occasione Monti aveva affermato come “un accordo sui capitali con la Svizzera, sul modello di quello di altri Paesi europei, deve avere come pre-condizione il rispetto dei trattati su lavoratori transfrontalieri, e doppia imposizione che il Canton Ticino ha sospeso unilateralmente”. Secondo Monti, l’Italia potrebbe decidere di riconsiderare l’intera materia fiscale con la Svizzera solo quando verrà risolta la vicenda dei ristorni.

Obiettivo riscossione tasse 2012

Il governo Monti desidera incassare almeno 15 miliardi di euro dal recupero dell’evasione nel corso del 2012. a sostenerlo sono gli obiettivi di riscossione che stanno pervenendo alle direzioni regionali dell’Agenzia delle Entrate, documenti con i quali, con periodicità annuale, lo Stato stabilisce l’obiettivo monetario di riscossione, tra cui è presente – ovviamente – anche quella derivante dalla lotta all’evasione.

Stando a quanto affermano gli obiettivi suddetti, per l’anno 2012 la metà è stata innalzata di ben un quarto rispetto all’anno precedente, visto e considerato che nel 2011 il totale per la riscossione era stato pari a 12,7 miliardi di euro, a sua volta accrescciuto del 15,5% rispetto agli 11 miliardi di euro del 2010. Un ammontare nel quale sono altresì ricomprese ulteriori voci, principalmente costituiti dai versamenti diretti provenienti dalle tassazioni separate, dagli atti giudiziari, e così via.

Lotta all’evasione fiscale nel Lazio

Il 4 aprile 2012 la Regione Lazio e l’Agenzia delle Entrate hanno sottoscritto una importante convenzione per la gestione dell’imposta regionale sulle attività produttive e dell’addizionale sull’imposta sui redditi delle persone fisiche. La convenzione, valida per il 2012 e per i prossimi anni, renderà operativo il riversamento diretto nelle casse della Regione Lazio del gettito derivante dalla lotta all’evasione in materia delle imposte sopra ricordate.

“Attraverso questa convenzione si intensifica la già proficua collaborazione tra Regione ed Agenzia delle Entrate” – dichiara una nota della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini – “per dare una concreta applicazione alle recenti disposizioni sul federalismo fiscale, al fine di mantenere direttamente sul territorio le risorse derivanti dall’attività di controllo fiscale sui due più importanti tributi regionali e rendere più incisiva all’azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale all’interno del territorio regionale”.

Evasione fiscale: la lotta parte dai Comuni

Incentivare le azioni dei Comuni sul contrasto all’evasione fiscale, prevedendo delle vere e proprie ricompense per le municipalità più attive e virtuose. È questa l’intenzione di un accordo siglato tra l’Agenzia delle Entrate e l’Anci (l’Associazione nazionale dei comuni italiani), secondo cui i Comuni della Penisola potranno ora diventare parti protagonisti nell’evidenza dell’economia sommersa, ottenendo in cambio un benefit monetario che non potrà che costituire giovamento per le casse municipali.

A ben vedere, i benefici di una più incisiva azione sul territorio da parte dei Comuni, potrebbero essere significativi per entrambe le parti. Da un lato, infatti, il governo sta cercando di rispettare le tappe per conseguire il target del pareggio di bilancio nel 2013: un obiettivo arduo, che non si potrà che cercare di raggiungere anche grazie agli introiti della lotta all’evasione fiscale, che nel 2011 hanno permesso allo Stato di incamerare quasi 12 miliardi di euro.

Evasione fiscale, pubblicati i risultati 2011 del Veneto

La Guarda di Finanza del Veneto ha pubblicato i dati relativi alla lotta all’evasione e alle irregolarità fiscali durante il 2011. Stando alle indagini compiute dalla GdF, nel corso dell’ultimo anno sarebbero stati scovati oltre 3,5 miliardi di euro nascosti all’Ageniza delle Entrate, oltre a violazioni sull’imposta sul valore aggiunto (a quanto pare dalle ultime rilevazioni ufficiali, l’imposta meno amata dagli italiani) per 430 milioni di euro.

Le ispezioni della Guardia di Finanza durante l’intero 2011 sono state circa 8 mila, con quasi 3 mila verifiche e circa 5 mila controlli fiscali. A quanto sopra, occorre tuttavia aggiungere un volume di controlli strumentali pari a oltre 45 mila unità (comprendenti i controlli su scontrini ed emissione di ricevute) nei confronti degli esercizi commerciali.

Fisco, già recuperati 11,5 miliardi di euro

In una recente audizione alle Commissioni della Camera, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera ha spiegato come il recupero dei redditi occultati abbia avviato una tendenza al rapido aumento. “In base alle prime analisi sui risultati conseguiti nel 2011” – ha esordito Befera – “l’attività di recupero dell’evasione si è ulteriormente rafforzata rispetto agli anni precedenti, facendo registrare un trend estremamente positivo”.

Nel 2011, infatti, sono stati effettuati 2 milioni di controlli, che hanno riportato nelle casse statali ben 11,5 miliardi di euro. Sono state oltre 700 mila le verifiche su imposte indirette, un milione sulle dichiarazioni dei redditi e 300 mila su materia di registro. Oltre 11 mila controlli hanno utilizzato indagini finanziarie, con oltre 1 miliardo di euro recuperati.

Fisco, al via i controlli su colf e badanti

Secondo quanto sta emergendo a mezzo stampa, starebbero prendendo rapidamente il via alcuni controlli fiscali “incrociati” volti a scovare quelli che in gergo comune vengono denominati “soggetti grigi”, ovvero coloro che – pur essendo titolari di una posizione regolare da un punto di vista contributivo – risultano mancanti delle correnti dichiarazioni fiscali o degli aggiornamenti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.

Tra i soggetti grigi più abituali vi sono senza dubbio colf e bandanti. Spesso e volentieri tra queste categorie professionali si celano coloro che- per dimenticanza, colpa grave o, peggio, consapevolezza – non hanno presentato alcuna dichiarazione dei redditi, nonostante la regolare assunzione e nonostante il datore di lavoro abbia proceduto a regolare versamento dei contributi previdenziali.

Evasione fiscale, rischio di ulteriore aumento

È ben noto come uno dei maggiori problemi nella crescita economica italiana sia data dallo straordinario quantitativo di evasione fiscale ai danni dell’Erario. Un problema ribadito negli scorsi giorni anche dal presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, che ha di fatto segnalato come l’evasione fiscale in Italia abbia oramai raggiunto una quota del Pil pari al 18%.

Una proporzione, quella di cui sopra, che permette al Paese di potersi elevare al ben poco invidiabile secondo posto nella classifica internazionale per evasione fiscale in rapporto alla produzione interna lorda, dietro solamente alla Grecia, nazione che in questo momento non rappresenta certamente un benchmark da seguire. Un’evasione che continua a consolidarsi in tutti i settori dell’economia italiana, e che in futuro potrebbe addirittura incrementare la propria profondità e incisività.

Evasione fiscale, giustificabile per il 55% dei “ricchi”

Una ricerca compiuta da FareFuturo riporta alcuni dati piuttosto deludenti in merito al livello di moralità normativa e di correttezza fiscale da parte dei contribuenti italiani, evidentemente sfiancati dalla pressione fiscale record che viene percepita all’interno della Penisola, e scoraggiati dal non riuscire a vedere un bagliore di cambiamento nell’attuale scenario di crisi economico finanziaria, che ha prodotto i suoi effetti ancor più negativi sul nostro Paese.

La ricerca sostiene infatti che il 55% del campione che ha dichiarato di percepire un reddito di oltre 100 mila euro l’anno, avrebbe affermato che l’evasione fiscale sarebbe sempre giustificabile. Una percentuale che scende se i redditi sono minori (e, di conseguenza, anche la pressione fiscale si consolida su proporzioni più basse), rimanendo tuttavia sempre al di sopra dei livelli di guardia.

Evasione fiscale: necessario perfezionare il redditometro

L’obiettivo dei nuovi strumenti di accertamento fiscale, come è intuibile, è quello di poter verificare i compensi, i ricavi e quindi il reddito complessivo delle persone fisiche e giuridiche, al fine di poter incrociare tali elementi quantitativi con altre voci di riferimento economico e patrimoniali, e cercare in tal modo di poter scovare eventuali focolari di evasione fiscale, una piaga che sta contribuendo a condannare l’economia italiana su basse soglie di crescita, sottraendo fondi utili al fisco.

Il funzionamento del c.d. redditometro, che nel corso di queste settimane sta lentamente prendendo piede, è teoricamente abbastanza semplice: il redditometro è infatti in grado di convertire alcune tipologie di spese (ad esempio, l’acquisto di una nuova auto) in percentuali di reddito; il redditometro è altresì integrato con lo spesometro, che al contrario misura il reddito rispetto alle spese sostenute. Incrociando i due parametri, sarebbe possibile determinare possibili fonti di accertamento.

Condono fiscale, parere contrario da parte di Bankitalia

Il condono fiscale non piace a Bankitalia, poiché alimenterebbe la sensazione che “la giustizia fiscale non è uguale per tutti”. Pertanto, secondo quanto sostengono il capo del servizio rapporti fiscali (Vieri Ceriani) e il direttore per la ricerca economica della Banca d’Italia (Daniele Franco), il condono fiscale non sarebbe altro che uno strumento per incentivare involontariamente i contribuenti a dar seguito a operazioni di evasione delle tasse.

“Ogni misura che accresce la sensazione che la giustizia fiscale non sia uguale per tutti” – affermano Ceriani e Franco in un documento depositato nella commissione Finanze del Senato – “alimenta la diffidenza del contribuente e l’incentivo a ricercare soluzioni individuali per minimizzare il contributo alle finanze pubbliche. […] Questo tipo di ingiustizia fiscale viene associata a qualsiasi tipo di amnistia fiscale, per quanto onerosa e motivata”.

Evasione fiscale, occhio alla quietanza delle fatture false

La Corte di Cassazione, con sentenza 3 ottobre 2011, n. 35730, ha confermato la condanna nei confronti di un cittadino torinese che aveva quietanzato una fattura che sapeva essere falsa. Quanto sopra è stato sufficiente per far scattare il reato di evasione fiscale, con tutte le conseguenze e i pregiudizi che ora seguiranno per il 52 enne che si è reso protagonista della vicenda.

Il cittadino torinese aveva trasportato merce presso un agriturismo, firmando (più volte, sostiene la Guardia di Finanza) delle fatture che sapeva essere false. Per tale motivo era scattata la denuncia, finita poi in sede giudiziaria dove – sia in primo grado che in appello – i tribunali avevano condannato l’uomo per l’evasione fiscale determinata dalla fattispecie appena ricordata.

Manovra finanziaria: le principali novità fiscali

Sono molte le misure fiscali che sono contenute nella manovra finanziaria approntata dal governo e attualmente oggetto di alcune correzioni: cerchiamo di comprendere quali sono le novità più importanti da questo punto di vista. I cardini portanti del provvedimento in questione sono rappresentati essenzialmente dall’eliminazione del tanto chiacchierato contributo di solidarietà e la cosiddetta Robin Tax. Ma andiamo per ordine. Gran parte dei provvedimenti sono stati ipotizzati e poi bloccati: un chiaro esempio è fornito dall’ipotetico aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto, sul quale si erano scagliate molte associazioni dei consumatori.