L’esenzione Iva dei corsi di riqualificazione professionale

Anche i corsi che sono rivolti agli enti pubblici e che puntano alla riqualificazione dal punto di vista professionale vanno esaminati a fondo per quel che riguarda l’ambito fiscale: in particolare, occorre capire come queste prestazioni sono considerate e qualificate, cercando di capire se esistono o meno delle agevolazioni in merito all’Imposta sul Valore Aggiunto (Iva). Pochi giorni fa è stato il turno dell’esenzione Iva per il noleggio delle audioguide, che cosa c’è da dire in tal senso? Il testo normativo a cui fare riferimento è il regolamento di esecuzione comunitario numero 282 del 2011 (“Disposizioni di applicazione della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune di Imposta sul Valore Aggiunto”), il quale è in vigore dal 1° luglio dello scorso anno.

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Le prestazioni sanitarie delle farmacie sono esenti da Iva

Tutti stiamo imparando a conoscere, in qualità di cittadini, le prestazioni sanitarie che vengono realizzate dalle farmacie: ebbene, secondo quanto stabilito dall’Agenzia delle Entrate con una recentissima circolare, questi stessi servizi sono esenti dall’Imposta sul Valore Aggiunto. Si tratta, infatti, di prestazioni di recente istituzione e consistono soprattutto nel fornire l’apporto di operatori sanitari, infermieri e anche fisioterapisti, in modo che si possano svolgere degli interventi tipicamente sanitari, ma che comunque non sono interessanti dall’assoggettamento fiscale in questione, come previsto in modo chiaro dal Dpr 633 del 1972. Questo vuol dire che esiste una equiparazione tra le prestazioni dei professionisti sanitari nei confronti della farmacia e quelle che vengono poste in essere dalla farmacia nei confronti del cliente.

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Ici e immobili religiosi, nuova sentenza della Cassazione

La Cassazione detta ancora legge per quel che concerne la materia fiscale: una delle ultime sentenze della Suprema Corte ha riguardato, in particolare, l’Imposta Comunale sugli Immobili e gli edifici religiosi come i conventi e le abbazie. Tutto è nato dalla necessità di disciplinare in maniera adeguata una vicenda che ha visto come protagonisti il comune di Cannobio (siamo nella provincia di Verbania) e il locale Monastero delle Orsoline (non lontano dal Lago Maggiore). In pratica, si può parlare di un vero e proprio giro di vite, visto che è stato necessario comprendere se questi immobili potevano beneficiare realmente dell’esenzione dall’Ici anche in presenza di attività commerciali reali e concrete, come ad esempio l’ospitalità a pagamento e veri e propri trattamenti alberghieri.

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Le moschee godono dell’esenzione dell’Ici

L’Imposta Comunale sugli Immobili è al centro dei principali dibattiti fiscali di questi giorni: ci si chiede se sia giusto imporre il tributo alla Chiesa Cattolica, intanto qualche certezza in più esiste in merito alle moschee. In effetti, questi edifici sono esenti dall’Ici, anche se non sono classificati nella categoria E (fabbricati per esercizio di culti): la constatazione deriva da una recente sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Lecco, la quale si era resa necessaria dopo la negazione del beneficio da parte del comune lombardo, il quale considerava la moschea alla stregua di un opificio. In effetti, l’attività religiosa non è esclusiva in questo immobile, ma comunque ciò non ha impedito di andare a favore dell’esenzione.

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