Controllo fiscale sui conti correnti

La maggiore facilità di indagine del Fisco sui nostri conti correnti bancari sta facendo scattare significativi campanelli d’allarme in coloro che temono che le Entrate possano effettuare indagini approfondite su movimenti “sospetti”. Ma chi sono coloro che devono “temere” maggiormente le analisi del Fisco? Chi rischia di più dalle novità in materia di controlli fiscali sui movimenti bancari? Cerchiamo di saperne di più, e smentire qualche ipotesi superficiale.

L’imposta di bollo sui conti correnti detenuti all’estero

I conti correnti possono essere aperti dai contribuenti italiani anche in paesi diversi dal nostro: che cosa accade dal punto di vista fiscale quando tale strumento viene detenuto in una nazione europea che non sia l’Italia? In particolare, bisogna capire come comportarsi in relazione all’imposta di bollo, il principale adempimento tributario da questo punto di vista. Nel caso in cui i conti correnti, ma anche i libretti di risparmio siano detenuti all’interno di uno Stato che fa parte dell’Unione Europea oppure del cosiddetto Spazio Economico Europeo (l’accordo siglato nel 1992, avviato due anni dopo e che include al suo interno trenta nazioni) bisogna fare riferimento a un testo normativo ben preciso.

Il Tesoro fa chiarezza sull’imposta di bollo sui conti correnti

Le ultime precisazioni che sono state introdotte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno riguardato soprattutto la disciplina dell’imposta di bollo relativa ai conti correnti e ai libretti di risparmio: ebbene, secondo il dicastero di Via XX Settembre, il raggio di applicazione non include i depositi minimi, quindi nel caso in cui il conto non dovesse essere superiore ai cinquemila euro, allora scatterebbe in maniera immediata l’esenzione fiscale. Al contrario, se esistono più conti dello stesso cliente, tutti di ammontare inferiore ai cinquemila euro, ma in totale superiori a questo limite, allora vi sarebbe una imponibilità vera e propria. In aggiunta, quando il valore della giacenza sarà di un acceso colore “rosso”, allora il bollo non dovrà essere pagato in alcun modo, ma non è questo conto negativo che concorre all’esenzione finale.

Bollo deposito titoli: i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Con l’entrata in vigore della manovra finanziaria triennale è scattato l’aumento dell’imposta di bollo sul deposito titoli. Al fine di chiarire in merito all’applicazione di tale imposta, l’Agenzia delle Entrate nella giornata di ieri, giovedì 4 agosto del 2011, ha emanato una Circolare, la numero 40/E, nella quale innanzitutto si ricorda come l’imposta di bollo rimanga invariata quando il valore complessivo dei titoli detenuti in portafoglio non supera i 50 mila euro. L’imposta di bollo si applica sul deposito titoli, e quindi per chi ha ad esempio in banca Bot, azioni e/o obbligazioni.