Accennata e poi ritrattata, auspicata e poi diniegata. La vita del condono fiscale per le rinnovabili non è stata (o non sarà) molto semplice. A partorire l’idea era stato infatti il ministro delle Politiche Agricole Saverio Romani, che aveva ipotizzato l’introduzione di un “condono soft” per le irregolarità fiscali legale alla realizzazione e all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica pulita.
Stando a quanto si è avuto modo di leggere a mezzo stampa, la proposta di Romani prevedeva un condono fiscale con sanatoria amministrativa e penale, con copertura e cancellazione di quegli illeciti che fossero relativi non solamente all’ambito amministrativo, quanto anche in relazione ai reati edilizi a causa della violazione delle normative paesaggistiche e ambientali.