Cedolare secca e affitto casa vacanze

Nel mondo delle locazioni arriva in questi giorni una importante novità in merito agli affitti estivi, quelli attraverso cui si affittano per più giorni le seconde case al mare o in montagna. L’Agenzia delle Entrate, infatti, in una serie di recenti circolari, ha fornito dei chiarimenti in materia, che devono essere seguiti da tutti gli interessati. 

Cedolare secca, le nuove importanti detrazioni fiscali

Piano da più di 1,7 miliardi suddiviso primariamente su incentivi fiscali, con l’obiettivo di rilanciare l’edilizia residenziale pubblica e aumentare l’offerta di alloggi popolari. Questo è il piano casa presentato da Renzi, messo a punto dal ministro Lupi, approvato dal Consiglio dei ministri.

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Come avvalersi della cedolare secca

detrazionePoco fa abbiamo avuto modo di introdurre nuovamente il tema della cedolare secca, andando a comprendere su quali immobili e contribuenti sia potenzialmente applicabile questa forma alternativa di tassazione sui redditi da locazione. Vediamo ora in che modo ci si possa avvalere dell’opzione per il regime della cedolare secca, con compilazione – a seconda dei casi – del modello Siria o del modello 69.

Quando poter utilizzare la cedolare secca

affittoIeri abbiamo avuto modo di introdurre alcuni aspetti fondamentali relativi alla “cedolare secca”, una forma di regime fiscale alternativo a quello ordinario sulla locazione degli immobili. Cerchiamo ora di comprendere a chi sia riservata la cedolare secca, e quali sono gli immobili potenzialmente interessati da questa forma di tassazione più nuova e, per grandi versi, più vantaggiosa.

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Regime ordinario di tassazione degli affitti

affittiIl reddito che il proprietario di un immobile ottiene dalla locazione di un fabbricato può essere tassato in maniera “ordinaria” o mediante il sistema più recente, agevolato e alternativo, la “cedolare secca”. Rimandando a un successivo approfondimento il focus sulla cedolare secca, vediamo quali sono le modalità di calcolo dell’Irpef nel regime ordinario di tassazione, a seconda della tipologia di locazione cui è assoggettata l’immobile.

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Cedolare secca non conviene (allo Stato)

cedolareLa cedolare secca sugli affitti, la nuova modalità di imposizione fiscale sulle locazioni, non conviene. Almeno, alle casse dello Stato: stando alle dichiarazioni della Cgil Nazionale e della Sunia, infatti, la cedolare secca avrebbe prodotto all’Erario 422 milioni di euro di minori entrate, con l’aggravante “morale” di aver favorito soprattutto quei proprietari con redditi superiori a 300 mila euro, a cui avrebbe consentito un beneficio monetario di 4.700 euro.

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La cedolare secca esercitata fuori termine

Una settimana fa sono stati resi noti i risultati del 2011 della cedolare secca: le precisazioni sull’imposta “degli affitti” non sono però terminate, come è apparso evidente con la pubblicazione ieri della circolare 47/E da parte della nostra amministrazione finanziaria. In pratica, l’Agenzia delle Entrate ha dovuto fornire dei chiarimenti importanti in merito all’applicazione della cedolare sui contratti di affitto che non sono registrati, oppure che lo sono stati a un canone inferiore rispetto a quello classico. Visto che si sta parlando di un regime facoltativo di tassazione dei redditi per la locazione di immobili, l’opzione della cedolare secca viene sfruttata mediante due modalità.

Come affrontare la scadenza della cedolare secca

Gli ultimi dati sugli affitti in nero non sono certo incoraggianti per il nostro paese, tanto più che la cedolare secca è stata introdotta proprio per stroncare tale fenomeno: in attesa di tempi migliori, comunque, bisogna fare i conti con la scadenza fiscale che riguarda tale imposta. Come è noto, si tratta della somma di diversi tributi, vale a dire l’Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), le addizionali regionali e quelle comunali, l’imposta di registro e quella di bollo sul contratto di affitto. Insomma, in ambito immobiliare essa si affianca idealmente all’Imposta Municipale Unica (Imu), anche se non è valida per tutti i contribuenti.

La cedolare secca nei contratti misti

Di cedolare secca si è parlato praticamente in tutte le salse, ma come può essere calcolata questa imposta quando si ha a che fare con dei contratti di locazione “misti”? Come è noto, essa ha di fatto rimpiazzato tutti quei tributi che sono dovuti sulle locazioni, vale a dire l’Irpef e le addizionali, ma anche l’imposta di registro, quella di bollo, quella di registro sulle risoluzioni e sulle proroghe temporali del contratto di locazione, oltre agli altri bolli del caso.

Cedolare secca 2012

Il Ministero dell’economia ha affermato che gli introiti derivanti dalla cedolare secca – nonostante le evidenti difficoltà applicative della stessa – hanno generato entrate per 675 milioni di euro nel periodo gennaio – dicembre 2011. Un risultato che non può che essere insoddisfacente, visto e considerato che le stime del governo puntavano a incassarne 2,715 miliardi.

Cedolare secca: le delusioni del provvedimento

Doveva essere uno dei provvedimenti in grado di rinvigorire il volume delle entrate, ma si è rivelato un mezzo flop. Secondo quanto sostengono i dati delle Agenzie delle Entrate, infatti, il gettito derivante dalla cedolare secca (l’aliquota sostitutiva di tassazione dei canoni di locazione) è ammontato a 329 milioni di euro: un importo che potrebbe sembrare rilevante, ma che pare addirittura trascurabile rispetto a quanto precedentemente auspicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che prevedeva introiti per 2,6 miliardi di euro.

La cedolare secca, ricordiamo, è in grado di sostituire l’attuale regime fiscale sui canoni di locazione imponendo un’aliquota fissa del 21% sui canoni ordinari e del 19% sui canoni concordati. Un provvedimento che all’epoca della sua introduzione aveva lasciato l’amaro in bocca alle associazioni dei consumatori, che contestavano l’agevolazione nei confronti dei proprietari di casa e le dimenticanze nei confronti degli inquilini.

Cedolare secca, le novità nel modello 730 del 2012

Col nuovo anno alle porte, bisogna cominciare a prepararsi psicologicamente alle novità che il Fisco riserverà ai suoi principali modelli e adempimenti: un esempio su tutti è senza dubbio quello del 730, con la sua classica doppia scadenza confermata per quel che concerne la presentazione (30 aprile per la presentazione al sostituto d’imposta oppure 31 maggio per chi si avvale di un Caf o di un intermediario abilitato come il commercialista), ma vi sono anche delle innovazioni importanti. In effetti, la dichiarazione dei redditi del 2012 si presenta con delle misure nuove che sono state introdotte dal Decreto Monti appena approvato sia dalla Camera che dal Senato. Anzitutto, non si può non parlare della cedolare secca, un argomento che torna di stretta attualità dopo le tante discussioni dei mesi scorsi.

Acconti 2011, riduzione estesa anche ai minimi e alla cedolare secca

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente emanato un comunicato che estende gli effetti della riduzione degli acconti Irpef 2011 anche ai minimi e agli acconti della cedolare secca 2011. Il comunicato chiarisce pertanto uno dei punti oscuri del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 novembre 2011, all’interno del quale era prevista anche il differimento del versamento di 17 punti percentuali dell’acconto Irpef dovuto per il periodo di imposta 2011.

Il comunicato estende di fatto il differimento del versamento anche a quello della seconda o unica rata dell’acconto della cedolare secca sugli affitti, e dell’imposta sostitutiva, dovuta da coloro che applicano il regime dei minimi. Ma, considerate queste ulteriori premesse, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questo tema, che riguarda milioni di cittadini italiani, per una scadenza urgente (oggi, 30 novembre 2011).