Con il decreto del Presidente della Repubblica 30 luglio 2012, n.154, recante il regolamento di attuazione delle disposizioni contenute all’articolo 5 del decreto-legge n.5/2012 (cioè, il c.d. decreto semplificazione e sviluppo) in materia di variazioni anagrafiche, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 settembre 2012, e che entrerà in vigore solamente dopodomani, vengono apportate alcune importanti novità in materia di gestione dei rapporti con l’anagrafe. Vediamo brevemente quali sono le più importanti modifiche, e come impatteranno sul funzionamento degli uffici dell’anagrafe.
burocrazia
Autocertificazione pratiche al Pra
Con le indicazioni divulgate dall’Aci in materia di semplificazione amministrativa, attraverso la circolare n. 7261 del 27 giugno 2012, viene fornito l’opportuno via libera all’autocertificazione anche in materia di pratiche auto, con l’ovvia attenzione in merito alle conseguenze penali che possano derivare dalle false dichiarazioni. Un’apertura importante, che potrebbe fornire la necessaria semplificazione in tale materia.
Decreto sviluppo: scheda carburante, le novità
In caso di pagamento con carta di credito, la compilazione della scheda carburante non è più necessaria in quanto è stata abolita. E’ questa una delle novità, che si spingono nell’ottica della massima semplificazione degli adempimenti, contenute nel Decreto Sviluppo recentemente approvato dall’attuale Governo in carica, quello di centrodestra. Tra gli altri adempimenti oggetto di semplificazione c’è anche quello sulle fatture ricevute nel mese, il cui importo, al fine di poterle andare a riepilogare in un unico documento, è stato innalzato a 300 euro.
Decreto sviluppo: le semplificazioni fiscali
Tutte le scadenze fiscali, anche quelle con obbligo telematico, se cadono o di sabato, oppure in un giorno festivo, allora slittano in automatico, e per Legge, al primo giorno lavorativo successivo. E’ questa una delle misure che è entrata recentemente in vigore con l’approvazione, da parte dell’attuale Governo in carica, del cosiddetto Decreto Sviluppo. Il Decreto, infatti, contiene tutta una serie di semplificazioni di natura burocratica, ma anche fiscale. Tra queste, inoltre, ricordiamo quella per le ristrutturazioni edilizie, per le quali non serve più la comunicazione preventiva.
Aprire un’impresa in Italia? Assurdo
Che aprire un’impresa in Italia e farla sopravvivere in mezzo alla giungla di leggi e regolamenti spesso astrusi sia complicato, è cosa arcinota. Ma l’ultima graduatoria proveniente dalla Banca Mondiale offre risultati sconfortanti.
La graduatoria pende in considerazione numerosi parametri, dai tempi necessari per aprire un’impresa a quelli per chiuderla, dalla flessibilità del lavoro all’accesso al credito, dalla pressione fiscale al grado di corruzione.
La media ponderata di questi fattori non lascia dubbi: l’Italia è bocciata sonoramente, classificandosi al 65° posto in una graduatoria di 181 nazioni.
Davanti a noi ci sono, come era facile immaginare, quasi tutti i Paesi occidentali, ma alcune posizioni in classifica lasciano stupiti, dal 13° posto della Thailandia al 15° della Georgia, fino al sorprendente 1° posto detenuto saldamente ormai da diversi anni da Singapore (seguito da Nuova Zelanda e Stati Uniti).
Insomma, il aprire un’impresa in Italia sembra davvero difficile.