tassa barche

Dati Tassa sulle barche

Sono estremamente deludenti gli ultimi dati aggiornati relativi all’andamento del gettito della tassa sulle barche. Un trend che ha generato introiti per 24 milioni di euro contro i 155 milioni di euro stimati in precedenza dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, e che hanno generato evidenti scompensi di budget. A confermare i dati il sottosegretario al Mef, Vieri Ceriani, che qualche giorno fa ha illustrato gli elementi statistici consuntivi ai deputati della commissione finanze di Montecitorio, rispondendo all’interrogazione di Maurizio Bernardo e Deborah Bergamini.

Nuova tassa sulla barca

Dopo mesi di discussioni, la nuova tassa sulla barca è finalmente arrivata. Cerchiamo pertanto di capire chi colpirà questa nuova imposta sul possesso di un’imbarcazione e – soprattutto – a quanto ammontare l’onere che ogni contribuente dovrà pagare.

Innanzitutto, segnaliamo come l’imposta riguardi tutti i cittadini residenti in Italia che posseggano una barca sopra i 10 metri di lunghezza. Saranno pertanto esentati i cittadini che posseggono un’imbarcazione al di sotto dei limiti indicati, quelli non residenti e non aventi stabili organizzazioni in Italia, sempre che il loro possesso non sia attribuibile anche di fatto a soggetti residenti in Italia, oltre alle unità bene strumentali di aziende di locazione e di noleggio.

Regime IVA per posti barca

Con Risoluzione del 19.01.2010, l’Agenzia delle Entrate ha fatto chiarezza in merito al regime IVA da applicare alla locazione di spazi di mare per “parcheggio” di natanti.

Nell’interpello che ha sollecitato l’intervento della Agenzia con la Risoluzione detta, una società avente ad oggetto la gestione di pontili galleggianti affermava che quando un ente concede ad un privato un bene del demanio marittimo (spazio di mare) per una finalità (parcheggio barca) prevedendosi il pagamento di un prezzo, si compie una attività commerciale;detta attività – se effettuata per una durata di tempo determinata – è assimilabile alla locazione di beni immobili e quindi esente dall’IVA, affermava la società che ha posto l’interpello in questione, confortata in queste conclusioni dalla sentenza della Corte di Cassazione numero 6138 del 2009.

Sul tema, invece, con la Risoluzione in esame, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che va richiamato quanto espresso dalla Corte di Giustizia con sentenza del 03.03.2005 (causa numero 428/02):