La decisione sull’aumento (o meno) dell’Iva viene rinviato di tre mesi. Peccato che la copertura del mancato gettito derivante dall’incremento dell’imposta spetti ancora una volta a famiglie e imprese, che a novembre pagheranno degli acconti fiscali più cari, e che dovranno fronteggiare anche l’arrivo di un’imposta di consumo sulle sigarette elettroniche.
aumento Iva
Aumento Iva inutile?
L’aumento dell’aliquota ordinaria Iva dal 21% al 22% potrebbe tradursi in un nulla di fatto per le casse dell’Erario. Anzi, seconod quanto affermato dal presidente Confesercenti Marco Venturi, l’effetto potrebbe essere addirittura controproducente, poichè l’incremento dell’aliquota potrebbe portare a una diminuzione del gettito da imposta sul valore aggiunto pari a 300 milioni di euro.
Costo aumento Iva per le famiglie italiane
Come noto, dal 1 luglio 2013 è in previsione l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota ordinaria dell’imposta sul valore aggiunto (Iva), che passerà dal 21 per cento al 22 per cento. Ma quali saranno gli effetti dell’aumento Iva sulle tasche delle famiglie italiane? In che modo influenzerà i consumi italiani questa ulteriore stangata prevista per l’anno in corso?
Aumento Iva luglio 2013
Come noto, dal 1 luglio 2013 l’aliquota Iva ordinaria salirà dall’attuale soglia del 21% (in seguito al rialzo dello scorso anno dal 20%) al futuro 22%. A rimanere inviarata sarà, fortuantamente, l’aliquota Iva intermedia, pari al 10 per cento, e quella inferiore, pari al 4 per cento. A prevederlo è la legge di stabilità, che pertanto ha evitato l‘incremento di due punti percentuali che era previsto dalla manovra correttiva del 2011. Ma l’aumento Iva luglio 2013 può ancora essere evitato?
Aumento Iva 2013 ecco su quali beni
Il governo ha previsto l’incremento dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto dal 21 al 22 per cento, e dal 10 all’11 per cento per l’aliquota inferiore. Ma quali sono i beni che subiranno un apprezzamento dell’imposta e, pertanto, diventeranno un po’ più cari nell’estate del 2013? E quali saranno i beni invece risparmiati dall’incremento delle imposte sul valore aggiunto? E, ancora, quale è il livello dell’aliquota ordinaria negli altri Paesi dell’Unione Europea, confrontata con il nostro attuale livello di imposizione?
Iva di cassa 2013
Dal prossimo 1 gennaio entreranno in vigore le nuove disposizioni europee in materia di imposta sul valore aggiunto. In una sua circolare, l’Assonime mette in evidenza tutte le principali novità degli aspetti procedurali del regime, che prevede un nuovo particolare sistema contabile per la liquidazione dell’Iva, che si fonda sulle disposizioni già introdotte nella direttiva 2010/45, e che andranno a sostituire le linee guida introdotte dall’art. 7 del d.l. 185/2008, che prevede invece le disposizioni sull’esigibilità differita della stessa imposta.
Blocco aumento Iva
Il blocco dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto, previsto per il prossimo mese di luglio, è un’azione prioritaria per il governo. Talmente prioritaria che, secondo quanto affermato dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli, sarebbe addirittura più importante della riduzione del cuneo fiscale, ovvero del peso che incide sul costo del lavoro per aziende e dipendenti. Grilli ha quindi rassicurato tutti coloro che temono che il governo non farà nulla per contrastare il previsto apprezzamento delle aliquote Iva, ponendo tuttavia in apparente secondo piano l’obiettivo della contrazione del cuneo fiscale.
Effetti aumento Iva
L’incremento dell’aliquota sull’imposta sul valore aggiunto dal 20% al 21% ha prodotto un inatteso calo del gettito fiscale. Complice la diminuzione dei consumi da una parte, e l’aumento di alcuni settori di evasione, nel corso del periodo gennaio / maggio 2012 il gettito Iva lorda è stato pari a 42,3 miliardi di euro, contro i 42,7 miliardi di euro dello stesso periodo dello scorso anno, con una variazione negativa che supera il punto percentuale (in termini assoluti, circa 467 milioni di euro).
Aumento Iva da evitare secondo il FMI
Il Fondo Monetario Internazionale ha bocciato sonoramente la possibilità che in Italia vi possa essere un nuovo aumento delle aliquote dell’imposta sul valore aggiunto. Pur avendo elogiato le riforme fiscali del governo Monti, il FMI ha tuttavia avvertito dei rischi potenziali connessi a un incremento dell’IVA dal 21% al 23%, così come prospettata dal governo Monti. Ecco le dichiarazioni e le ragioni avanzate dai tecnici di Washington.
Manovra finanziaria: le principali novità fiscali
Sono molte le misure fiscali che sono contenute nella manovra finanziaria approntata dal governo e attualmente oggetto di alcune correzioni: cerchiamo di comprendere quali sono le novità più importanti da questo punto di vista. I cardini portanti del provvedimento in questione sono rappresentati essenzialmente dall’eliminazione del tanto chiacchierato contributo di solidarietà e la cosiddetta Robin Tax. Ma andiamo per ordine. Gran parte dei provvedimenti sono stati ipotizzati e poi bloccati: un chiaro esempio è fornito dall’ipotetico aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto, sul quale si erano scagliate molte associazioni dei consumatori.