Bonus BEBE’: in arrivo quello Regionale

Bonus BEBE’

Novità positive per tutte le neo-mamme, infatti i BEBE’ nati nel 2008 riceveranno un bonus, ma non quello previsto dal governo ma uno stanziato dalle Regioni o dai singoli comuni.

Tale bonus BEBE’, che inizialmente era stato abolito, ammonta a € 500, quello del governo dovrebbe ammontare a € 1.000, ed è stato previsto, per ora, solo dalla Regione Lazio e dai comuni di Milano e Venezia.

Ma quali sono i requisiti per poter ricevere il Bonus BEBE’ nella Regione Lazio?

La mamma deve avere la residenza nel Lazio da almeno un anno e il proprio indicatore ISEE (che indica la situazione patrimoniale) non deve superare € 20.000; Il bimbo deve essere nato o adottato, ottima novità,  in tutto il 2008 cioè dal 01.01 al 31.12.

Per richiedere il bonus BEBE’ si deve presentare una domanda, con tutta la relativa documentazione, al proprio comune di residenza.

Mentre per il comune di Milano le cose sono un po differenti.

Contribuenti Minimi chiarimenti sulle spese per alberghi e ristoranti

L’Agenzia delle Entrate è tornata a parlare dei Contribuenti minimi in considerazione delle novità introdotte circa le spese per alberghi e ristoranti.

Come detto le spese per alberghi e ristorante sono deducibili per il 75% mentre l’IVA totalmente, ma ci domandiamo come fanno i contribuenti minimi che non detraggono l’IVA?

L’Agenzia a riguardo ha chiarito che il trattamento delle spese per alberghi e ristoranti sono interamente deducibili per i contribuenti minimi.

Quindi le limitazioni previste dal TUIR (deduzione al 75%) non possono trovare applicazione nel regime semplificato dei minimi.

Spese alberghi e ristoranti : Chiarimenti Agenzia Entrate

Come noto e gia trattato tempo fa è stata data la possibilità ai contribuenti titolari di partita iva nonchè alle società di detrarre “totalmente” l’IVA sulle spese di alberghi e ristoranti.

A riguardo, vista anche l’assenza di informazioni chiare, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto fornendo alcune utili indicazioni. Nello specifico ha chiarito che, nel caso di spese alberghi quando non c’è coincidenza tra il soggetto che acquista il servizio (datore di lavoro o società) e chi materialmente ne usufruisce (dipendente), la fattura deve essere intestata a chi beneficerà della detrazione (datore di lavoro o società).

Mutui prima casa: detrazione 19%

In questo periodo si parla molto dei mutui a causa dei continui aumenti dei tassi di interesse e grazie alla possibilità di rinegoziare o traferire i mutui già esistenti, portabilità.

Ma in quanti sono a conoscenza che vi è la possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi parte degli interessi passivi pagati sui mutui prima casa?

Cerchiamo di chiarire in modo pratico e semplice la possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi gli interessi passivi sui mutui prima casa.

Iniziamo con il dire che la legge da la possibilità di detrarre il 19% dei seguenti oneri fiscali relativi ai mutui:

  • Interessi passivi
  • Oneri accessori ( spese notarili, spese istruttoria e perizia)

L’importo massimo di oneri fiscali su cui calcolare la detrazione del 19% è pari a € 4.000.

Quindi se nell’anno si pagano interessi per un importo di € 6.000 si colcolerà il 19% sempre su €4.000.

Imortante per poter usufruire della detrazione del 19% e che l’immobile deve essere adibito ad abitazione principale, c’è tempo fino ad 1 anno per trasferire la residenza dall’acquisto.

Federalismo fiscale, si rischia il caos

L’allarme giunge dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC): il disegno di legge sul federalismo fiscale, presentato nei giorni scorsi dal Governo, potrebbe aggravare pesantemente il già difficile rapporto fra gli italiani e la normativa tributaria.

Il presidente dell’Ordine, Claudio Siciliotti, è stato molto chiaro nel dipingere una situazione di caos qualora la rivoluzione federale dovesse davvero presentarsi così come in queste ore appare. Siciliotti ha usato il termine di “Babele fiscale”, tratteggiando un’Italia dove rischiano di trovarsi a convivere leggi tributarie statali insieme a norme regionali e locali, ognuna caratterizzata da propri presupposti, regole applicative e aliquote, per di più differenti da Regione a Regione quando non addirittura da Comune a Comune.

Un autentico caos che già metterebbe in seria difficoltà gli operatori del settore, ma che agli occhi del comune cittadino si trasformerebbe in un’inestricabile giungla, ben più complessa dell’attuale sistema normativo, che certamente semplice non è.