E-commerce, scarsa informazione sui diritti dei consumatori

Anche se l’e-commerce, il commercio elettronico, sta crescendo con ritmi esponenziali, la conoscenza dei diritti sugli acquisti online è molto scarsa, anche e soprattutto sul territorio nazionale. Secondo quanto afferma una ricerca pubblicata in occasione del Vertice 2012 dei consumatori, infatti, lo scorso anno i consumatori pur ricorrendo in maniera crescente al commercio elettronico, non avrebbero coperto in maniera significativa il gap di conoscenze in materia di diritti e di tutele.

La ricerca, per il secondo anno consecutivo dopo l’autunno del 2009, infatti, ha mostrato miglioramenti in diversi Paesi dell’Unione europea, che non sono tuttavia stati in grado di cancellare la ricca platea di conusmatori che continuano a non conoscere i loro diritti, alimentando – loro mal grado – una situazione di evidente debolezza.

Fisco “insostenibile” per gli industriali

Per gli industriali il fisco è “insostenibile”. A dirlo è l’oramai ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che terminato il proprio mandato all’interno della più importante confederazione delle imprese in Italia, ha scelto di tornare nella propria azienda e nella propria famiglia. Prima, però, Marcegaglia ha scelto di congedarsi attraverso una lunga intervista al Sole 24 Ore, dove non ha mancato di porre ulteriore luce sulla necessità di perseguire, entro breve termine, una strada di alleggerimento del carico fiscale sulle attività produttive.

Il fisco, in Italia, è “il problema dei problemi” – dichiara Marcegaglia. “Con le manovra Monti e quelle del governo Berlusconi, la pressione fiscale è superiore al 45%, e per chi paga le tasse arriva anche al 60%, livelli non tollerabili se non a breve. Il carico sul lavoro e sull’impresa è ai massimi in Europa e non aumenta certo la competitività del Paese”.

Quanto costa il pareggio di bilancio

Secondo quanto affermato da un recentissimo studio della Cgia di Mestre, nel triennio 2012 / 2014 il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio costerà ai cittadini italiani più di 87 miliardi di euro di tasse in più rispetto a quanto corrisposto al Fisco nel triennio precedente. Se inoltre alle misure introdotte dal Governo Monti si sommano quelle introdotte l’estate scorsa dal precedente esecutivo Berlusconi, nel triennio 2012 / 2014 il peso fiscale medio per ogni famiglia sarà pari a 8.200 euro circa.

In particolare, sostiene la Cgia di Mestre nell’analisi sul Salva Italia e sul disegno di legge sul mercato del lavoro, e sugli effetti conseguenti, “se nel prossimo mese di ottobre l’esecutivo aumenterà l’Iva, nel 2012 i contribuenti italiani pagheranno 19,9 miliardi di tasse in più rispetto al 2011. Nel 2013, invece, si ritroveranno con un maggiore aggravio fiscale, rispetto a due anni prima, pari a 32,5 miliardi di euro. Tra due anni, infine, il peso delle nuove imposte, rispetto a tre anni prima, sarà di 34,8 miliardi”.

Termini prescrizione anatocismo bancario

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 78, depositata il 5 aprile 2012, ha dato una grossa mano alle associazioni degli utenti dei servizi finanziari che nel corso degli ultimi mesi sono impegnate nelle cause sull’anatocismo bancario, il meccanismo di conteggio degli interessi sugli scoperti di conto corrente, che calcola il costo dello stesso sulla base (anche) degli interessi già maturati, e già addebitati sul rapporto bancario.

Con la nuova pronuncia, la Corte costituzionale va a modificare l’interpretazione sul termine di prescrizione dell’anatocismo bancario, allungando in maniera significativa i termini per poter presentare un ricorso su tale pratica bancaria. Ma cerchiamo di comprendere, con maggior ordine, quale era la situazione precedente, e quale è, invece, lo scenario attuale.

Pagare le tasse è giusto – parla Brunetta

L’ex ministro Renato Brunetta (Pdl) è tornato a parlare della questione fiscale tanto cara ai contribuenti italiani, oramai abituati a sopportare una pressione fiscale che ha pochi eguali in Europa, e che si accinge a subire ulteriori impennate nel corso dei prossimi trimestri, quando l’introduzione di ulteriori incrementi dovrebbe peggiorare la posizione di consumatori e aziende nei confronti del Fisco.

“Pagare le tasse è un obbligo che grava su tutti i cittadini” – ha dichiarato in proposito Brunetta – “Non è lecito sottrarsi e se si viene scoperti si viene puniti. Come è giusto che sia”. Tutto bene quindi? Non proprio, perchè l’ex ministro non sembra gradire alcuni atteggiamenti che si starebbero manifestando tra i vertici amministrativi italiani, e che rischierebbero di generare nuove tensioni.

Nuova tassa sui conti correnti

Il Decreto Salva Italia ha introdotto una nuova tassa sui conti correnti, mediante variazione della precedente imposta di bollo applicata su tali rapporti. La nuova tassazione sui conti correnti bancari comporta diverse importanti novità sul fronte del prelievo fiscale, che potrebbero costituire beneficio per chi detiene un conto corrente con scarse giacenze, e penalizzare coloro che invece detengono sul conto importanti somme di denaro.

Il Decreto Salva Italia introduce infatti un’imposta proporzionale pari a 0,1 punti percentuali per il 2012, con un importo minimo di 34,20 euro e un importo massimo di 1.200 euro, che sale allo 0,15% nel 2013, con abbattimento del limite massimo dei 1.200 euro. Viene inoltre prevista una soglia di esenzione, rappresentata dall’area no-tax per coloro che detengono un conto corrente con giacenza non superiore ai 5 mila euro.

Tassa smaltimento pneumatici usati

La tassa sullo smaltimento dei pneumatici fuori uso (introdotta con il decreto 82/2011 sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 giugno 2011) è un onere che dovrà essere pagato da coloro che devono procedere al corretto conferimento dei pneumatici usati. Pertanto, quando compreremo dei nuovi pneumatici dal gommista, la fattura dello stesso esercente includerà un addebito, a titolo di contributo ambientale esplicitato in una riga separata.

Come intuibile, l’obiettivo della tassa sullo smaltimento dei pneumatici fuori uso è quello di consentire un migliore contrasto al business illegale (e, purtroppo, dannoissimo per l’ambiente) dello smaltimento dei pneumatici usati attraverso canali e strade non certo legali. Un business che negli ultimi cinque anni – sostengono le più recenti ricerche – avrebbe fruttato oltre 2 miliardi di euro alle ecomafie.

Cos’è la Carbon Tax

La carbon tax è una tassa imposta sulle risorse energetiche “inquinanti”, intendendo per tali quelle che emettono biossido di carbonio nell’atmosfera. La carbon tax, in altri termini, è uno dei più recenti esempi di “ecotassa”, imposte per cercare di scoraggiare i comportamenti negativi in merito alla produzione di elementi nocivi per l’ambiente.

In Italia la carbon tax è stata introdotta con l’art. 8 della legge 448 del 23 dicembre 1998, di sostanziale recepimento delle conclusioni cui è giunta la Conferenza di Kyoto del 1997. Dopo diverse e alterne fortune, sembra che la Carbon Tax 2012 possa rinascere sotto forma di imposta che penalizzi l’utilizzo di fonti fossili, mediante un provvedimento che garantirebbe allo Stato le risorse economicamente necessarie per garantire lo sviluppo di quelle rinnovabili.

Comunicazione dati Iva: la scadenza del 29 febbraio

Mancano appena tre giorni per provvedere al rispetto di una importante scadenza fiscale che ha a che fare con l’Imposta sul Valore Aggiunto: in effetti, il prossimo 29 febbraio sarà il termine ultimo per quel che concerne la comunicazione dei dati Iva, un tipico appuntamento che non tollera ovviamente i ritardi temporali. I contribuenti coinvolti in questo senso sono i titolari di partita Iva che hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione annuale relativa alla loro attività. Bisogna infatti aver cura di annotare in maniera dettagliata tutte le informazioni che rappresentano un riepilogo delle operazioni imponibili, ma anche di quelle non imponibili ed esenti che sono state poste in essere nel corso del 2011. In questa maniera, è possibile calcolare quali sono le risorse proprie che ogni singolo stato membro dell’Unione Europea deve versare al bilancio complessivo.

Scadenze fiscali, gli appuntamenti del 31 dicembre 2011 (parte 1)

Il 31 dicembre è giornata di scadenza piuttosto ricca di avvenimenti. Cerchiamo di comprendere quali sono i principali termini, ricordando ad ogni modo come tutti gli adempimenti fiscali e previdenziali che ricadono in questa data, comportano una proroga automatica al giorno lavorativo successivo (2 gennaio 2012).

Innanzitutto, per i contributi persone giuridiche (come ad esempio le società di personale o di capitali), che abbiano l’esercizio sociale coincidente con quello solare , in scadenza il prossimo mese di gennaio (dicembre, per queste persone giuridiche, è pertanto l’undicesimo mese fiscale), dovranno procedere al pagamento degli acconti sull’imposta sul reddito e dell’imposta regionale sulle attività produttive.

Condono fiscale, parere contrario da parte di Bankitalia

Il condono fiscale non piace a Bankitalia, poiché alimenterebbe la sensazione che “la giustizia fiscale non è uguale per tutti”. Pertanto, secondo quanto sostengono il capo del servizio rapporti fiscali (Vieri Ceriani) e il direttore per la ricerca economica della Banca d’Italia (Daniele Franco), il condono fiscale non sarebbe altro che uno strumento per incentivare involontariamente i contribuenti a dar seguito a operazioni di evasione delle tasse.

“Ogni misura che accresce la sensazione che la giustizia fiscale non sia uguale per tutti” – affermano Ceriani e Franco in un documento depositato nella commissione Finanze del Senato – “alimenta la diffidenza del contribuente e l’incentivo a ricercare soluzioni individuali per minimizzare il contributo alle finanze pubbliche. […] Questo tipo di ingiustizia fiscale viene associata a qualsiasi tipo di amnistia fiscale, per quanto onerosa e motivata”.

Mezzogiorno: ancora nessun codice tributo per il credito d’imposta

L’Associazione Contribuenti Italiani ha lanciato un allarme piuttosto pesante per quel che concerne l’economia del nostro Mezzogiorno: secondo il numero uno di questo ente, Vittorio Carlomagno, la situazione è critica e si investe troppo poco in titoli di Stato, anche se una soluzione al problema esiste ed ha carattere fiscale. Anzitutto, c’è da precisare che Contribuenti.it ha incaricato Krls Network of Business Ethics per la redazione di un’indagine sullo stato di salute dell’economia dell’Italia meridionale. Ebbene, da questa ricerca è emerso chiaramente come i fondi del Decreto Sviluppo, in particolare quelli relativi ad assunzioni e investimenti, sono ancora bloccati e che l’economia ha subito nel suo complesso una preoccupante regressione di ben 4,7 punti percentuali nel corso di quest’anno.

Cartelle esattoriale: a ottobre interessi più leggeri per la mora

Se si legge attentamente il contenuto del Dpr 602 del 1973, ci si accorge che c’è un articolo che spiega chiaramente quali sono gli interessi di mora relativi alle cartelle esattoriali: l’articolo 30, infatti, contempla l’ipotesi di un ritardo per il versamento delle somme iscritte a ruolo. In pratica, il conteggio degli interessi stessi parte dal momento della notifica della cartella e la conclusione è idealmente rappresentata dal pagamento effettivo. A quanto ammonta il tasso in questi casi? Da meno di un anno si adotta un tasso di interesse che è pari al 5,7567%, ma a partire dal prossimo mese di ottobre tutto questo potrebbe cambiare.

Ferie lavorative, quante ne abbiamo a disposizione?

Ferie lavorative, quante ne abbiamo a disposizione?

Questa è la domanda che in molti si stanno chiedendo proprio in questo periodo, specie dopo un prolungato di lavoro. Ma bisogna sapere principalmente che tipo di contratto abbiamo.

Ma per capire quanti giorni di ferie abbiamo a disposizione bisogna innanzitutto sapere le seguenti cose:

  1. Le ferie lavorative minime annuali sono pari a 4 settimane, a meno che non vi siano delle disposizioni differenti, si intende maggior giorni,  previste dai C.C.N.L., per esempio anzianità aziendale.
  2. E’ obbligo del lavoratore di pretendere almeno 2 settimane nell’anno di maturazione continuative se richieste.
  3. Le restanti 2 settimane possono essere prese entro i 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione.
  4. Non si possono sostituire le 4 settimane di ferie lavorative con la relativa indennità per ferie non godute, a meno che non vi sia la risoluzione del rapporto di lavoro o di contratto a termine di durata inferiore all’anno.
  5. Se il datore di lavoro non rispetta le regole sopra citate vi è una sanzione amministrativa che va da € 130,00 a € 780,00 per ogni lavoratore e per ciascun periodo cui si riferisce la violazione.

Come i calcolano le ferie maturate?