Documento programmatico sulla sicurezza: semplificazioni

Il Documento Programmatico sulla Sicurezza (o più comunemente: DPS) è uno degli adempimenti più pesanti fra quelli che la legge sulla privacy (D.Lgs. 196/2003) impone a tutti coloro che compiono un trattamento di dati personali: chiunque, anche se in misura ridotta e per scopi puramente interni, effettui un trattamento (raccolta, elaborazione, trasmissione, archiviazione) di dati personali, è a tutti gli effetti titolare del trattamento e come tale ha una serie di obblighi.
Il Documento Programmatico sulla Sicurezza, in particolare, è un documento da redigere o aggiornare ogni anno entro il 31 marzo e nel quale il titolare deve descrivere il trattamento effettuato, i potenziali rischi per la privacy e le misure di salvaguardia adottate.
Come è evidente, l’impegno risulta piuttosto gravoso e sproporzionato per moltissimi soggetti per i quali l’attività di trattamento dei dati è davvero ridotta: si pensi al professionista che raccoglie i dati anagrafici dei suoi clienti al semplice fine di emettere la fattura.
Dopo molte discussioni, finalmente il DL 112/2008 ha portato grandi semplificazioni in materia di DPS: al presentarsi di certe condizioni, infatti, il documento può essere sostituito da una semplice autocertificazione.

Federalismo fiscale: Quali novità?

Oramai è pressochè fatta, in Italia ci sarà il federalismo fiscale, questo almeno se verrà a breve approvato il disegno di legge, discusso dal Consiglio dei Ministri attualmente in carica, con il quale veà data maggiore autonomia alle regioni.

Infatti con il Federalismo Fiscale le Regioni avranno carta bianca per fissare le tariffe sulle prestazioni e sui servizi in funzione delle proprie disponibilità e del volere parere dei cittadini.

Il Federalismo Fiscale si propone di incentivare l’unione tra i comuni per risolvere di comune accordo problematiche di interesse locale, particolare attenzione poi verrà data alle cosi dette città metropolitane.

Ma quali sono le città metropolitane?:

Lavoratori autonomi: Plusvalenze e minusvalenze da cessioni immobili

La risoluzione 310 emanata dall’Agenzia delle Entrate il 21.07.08 ha offerto gli indispensabili chiarimenti sulla portata della norma introdotta col D.L. 223/2006 e riguardante la rilevanza nel reddito di lavoro autonomo delle plusvalenze e minusvalenze nella cessione di immobilizzazioni da parte dei lavoratori autonomi.

Fino ad un paio di anni, infatti, le plusvalenze e le minusvalenze (in parole povere: la differenza, rispettivamente positiva o negativa, fra il corrispettivo della cessione e la parte del costo originario non ancora ammortizzata) non avevano alcun rilievo nella determinazione del reddito dei lavoratori autonomi, e questo creava una notevole disparità di trattamento rispetto agli imprenditori.

Le modifiche introdotte col D.L. 223/2006 hanno colmato questa differenza, stabilendo che le plusvalenze e le minusvalenze entrano a pieno titolo nel reddito degli autonomi; rimanevano tuttavia molti dubbi sulle situazioni pendenti alla data di entrata in vigore del decreto-legge.

Gli incentivi allo start-up

Nella recente manovra economica, DL 112/2008, entrata definitivamente in vigore il 5 agosto, ha ricevuto una scarsa attenzione una norma piuttosto interessante in materia di incentivazione fiscale al cosiddetto “incentivo allo start-up”.

La norma, dai presupposti in verità piuttosto contorti, stabilisce la totale esenzione dalla tassazione della plusvalenza derivante dalla cessione di partecipazioni detenute da almeno 3 anni in società commerciali (Società di Persone e Società di Capitali) che hanno iniziato la loro attività da meno di sette.

L’esenzione, tuttavia, vale solo se tale plusvalenza è reinvestita entro due anni nella sottoscrizione o nell’acquisto di quote in un’altra società commerciale ancora in fase di costituzione oppure già operante ma da meno di 3 anni, e purché quest’ultima operi nel medesimo settore della precedente.

L’importo esente da imposta non può superare il quintuplo delle spese in immobilizzazioni sostenuti dalla società nei precedenti 5 anni. Si incentiva, in parole povere, l’azione di coloro che scommettono su imprese ancora da costituire o che muovono i primi passi.

Invio telematico delle cesioni di quote da parte dei commercialisti: Si attendono le istruzioni

Cessioni quote srl

Come oramai è noto è previsto l’invio telematico delle cessioni di quote di S.r.l. da parte dei commercialisti.

Questo grazie al disegno di legge, approvato dal Consiglio dei Ministri il 18/06, che prevede per le cessioni di quote di S.r.l. ,  l’equiparazione della firma digitale non autenticata alla firma autenticata di un Notaio, con relativa trasmissione telematica successiva della scrittura privata informatica al registro delle imprese da parte del commercialista abilitato.

Ma tutto ciò però ad oggi risulta non ancora operativo.

Sale l’onerosità dei mutui: riflessioni

Gli italiani, si sa, sono un popolo di debitori. Un po’ per la presenza di sempre meno soldi nelle proprie tasche, un po’ per l’offerta sempre più vasta di strumenti di pagamento differenti e variegati, sempre più spesso si preferisce ricorrere a forme di finanziamento diretto o indiretto pur di dilazionare nel tempo i pagamenti, tanto per gli investimenti quanto per i consumi.

I dati diffusi periodicamente dalla Banca d’Italia già da tempo sono preoccupanti. Che le famiglie italiane siano sempre più indebitate non è quindi una novità; ma che le nuove fiammate dell’inflazione portassero così in alto gli oneri finanziari non era previsto, almeno fino a pochi mesi fa.

La Banca d’Italia ha comunicato che il T.A.E.G. sui mutui è salito nel mese di luglio dal 5,98% al 6,07%, mentre per il credito al consumo il tasso è salito al 9,90% rispetto al 9,77% di appena un mese prima.