Imposta di registro: pro memoria per la scadenza del 30 luglio

La scadenza di riferimento per l’imposta di registro è il prossimo 30 luglio 2011: in realtà, si tratta dei trenta giorni che decorrono dal momento della sottoscrizione del contratto immobiliare o dal suo rinnovo. Con la cedolare secca può sembrare obsoleto parlare di questa tassa, ma vi possono essere dei locatari che non vogliono optare per il regime in questione e quindi devono tenere a mente delle procedure ben precise. Oltre alla registrazione già menzionata in precedenza, occorre ricordare che il versamento dell’imposta avviene anche per le annualità dei contratti pluriennali di immobili urbani (dal primo giorno del mese in corso) e delle risoluzioni e delle eventuali proroghe che prendono il via dallo stesso mese.

Contratti di locazione: Iris semplifica le registrazioni

La locazione immobiliare sta diventando sempre più semplice dal punto di vista gestionale: l’Agenzia delle Entrate ha infatti lanciato un nuovo software che andrà ad agevolare la vita dei contribuenti che hanno optato per il regime della cedolare secca. Si tratta di Iris, il quale si accompagna idealmente a Siria. Tale modello, da utilizzare quando si pagano sia l’imposta di registro che quella di bollo, si compone di due sole pagine in cui bisogna riportare i dati e le informazioni del caso; nel dettaglio, la prima pagina è destinata agli estremi del soggetto locatore e di quello conduttore, mentre la seconda è quella che è stata predisposta per i dati dell’immobile, per le pertinenze e le altre informazioni contrattuali.

Cedolare secca: cosa accade se si ritarda la registrazione

I ritardi vanno sempre evitati quando si ha a che fare con il fisco, in particolare se l’adempimento che deve essere realizzato è quello della cedolare secca: in effetti, una registrazione posta in essere al di fuori dei tempi stabiliti implica che le clausole del contratto vengano convertite in un canone di locazione molto più alto, addirittura il triplo della rendita del catasto e una durata complessiva di quattro anni più un altro quadriennio di rinnovo tacito. Ma per essere davvero in regola come bisogna realizzare le denunce degli accordi?

Apple Store: disponibili gli aggiornamenti per la cedolare secca

L’Apple Store si arricchisce di una nuova applicazione che renderà la vita più semplice a molti contribuenti: si tratta dell’aggiornamento che è stato approntato per la cedolare secca, un’opzione ormai in vigore da qualche tempo. Il programma in questione è molto utile proprio perché prende in debita considerazione tutti i parametri che sono necessari per la computazione finale. In effetti, soltanto per citare qualche esempio, si potrà essere sempre informati sulle addizionali, sulle deduzioni e sulle detrazioni, ma anche sui vari crediti d’imposta. Saranno dunque possibili dei confronti molto accurati tra la tassazione normale e consueta e quella che viene invece posta in essere grazie a tale nuovo regime tributario, in modo da capire quale sarà la reale convenienza.

Cedolare secca: ultimo giorno per esercitare l’opzione

Non è mai noioso e monotono ricordarlo, la data odierna, 6 luglio 2011, rappresenta l’ultimo giorno a disposizione per i locatori di abitazioni che intendo optare per il cosiddetto regime della cedolare secca: in questo modo, come è ormai più che noto, si sottopongono i redditi dei canoni a un trattamento fiscale ben preciso, vale a dire un’imposta fissa che può essere pari al 19 o al 21%, a seconda del tipo di contratto che si è sottoscritto. Il nuovo tributo è previsto dal Federalismo Fiscale e la sua opzione va segnalata mediante il consueto modello F24; tra l’altro, l’acconto in questione ha un valore ben preciso, vale a dire il 40% dell’85% dell’imponibile fiscale.

Cedolare secca: l’imposta di bollo non ha ragione di esistere

Un’altra domanda che può sorgere in merito alla cedolare secca è quella sulla sua possibile “convivenza” con l’imposta di bollo: più precisamente, potrebbe venire il dubbio per quel che riguarda la possibile applicazione di questo tributo al contratto di locazione nel caso in cui si rinunci alla cedolare nel corso della seconda annualità. La risposta è ovviamente negativa e questo per un motivo molto semplice. In effetti, come è noto, il bollo è stato introdotto per tassare la produzione, la richiesta o la presentazione di alcuni specifici documenti, in primis quelli relativi al settore immobiliare.

Cedolare secca: il caso della sublocazione

Dei tanti tasselli che possono comporre il mosaico della cedolare secca non si è ancora fatto riferimento all’ipotesi della sublocazione: si tratta del caso di affitto immobiliare ad uso commerciale e bisogna comprendere se esso può coesistere con la stessa cedolare. Ad esempio, il caso tipico è quello di una abitazione locata da alcuni anni e in cui uno dei locatari vorrebbe lasciare l’appartamento al posto di un suo amico e alle medesime condizioni di contratto. In questo caso, la sostituzione non porta a nessun tipo di novità dal punto di vista contrattuale, ma vi può comunque essere appunto una sublocazione.

Cedolare secca: le novità del modello 69

Cedolare secca e modello 69, quali sono le disposizioni su cui occorre essere maggiormente informati? Ricordando che tale documento viene utilizzato, ai fini fiscali, per registrare i contratti di locazione, c’è da dire che le novità in tal senso non mancano: le principali modifiche hanno interessato l’utilizzo peculiare, visto che in questo modo si può sfruttare il modello in moltissimi casi, tra cui gli adempimenti che sono subordinati alla compilazione dei dati catastali. Si tratta di una precisazione importante, visto che il modello telematico Siria si riferisce solamente a quei contratti immobiliari dove i locatari non sono più di tre (ovviamente tutti optano per la cedolare stessa e l’unità abitativa è una sola) e lo stesso vale per il numero totale dei conduttori.

Cedolare secca: il canone dei contratti agevolati

Uno degli elementi chiave della cedolare secca è rappresentato senza dubbio dai cosiddetti contratti concordati: si tratta del nome più comune con cui sono noti i contratti in forma agevolata, il cui importo del canone è un fattore da approfondire dal punto di vista fiscale. Nel dettaglio, quando si sceglie un determinato canone, quest’ultimo è sempre ricompreso in un intervallo di valori relativo agli accordi locali, le intese che sono siglate dalle proprietà edilizie e dagli inquilini. Il riferimento più immediato per questo valore è quindi la Confedilizia. Gli aggiornamento sono comunque possibili, visto che il proprietario immobiliare potrebbe puntare maggiormente all’agevolazione dell’Ici o a un contratto di durata minore.

Cedolare secca: sono esclusi i redditi d’impresa

Tra le tante precisazioni che ci sono da fare in merito alla cedolare secca sugli affitti, una delle più importanti è quella in merito ai redditi d’impresa: in effetti, la nostra amministrazione finanziaria ha voluto escludere i soggetti Irpef e tutte quelle locazioni che sono state poste in essere da società capitalistiche e soggetti Ires. Che cosa succede, dunque, in queste ipotesi specifiche? In pratica, il reddito subisce una tassazione diversa, vale a dire quella che si riferisce ai normali criteri stabiliti dal Tuir, a costi e ricavi per i fabbricati “merce” e un canone di locazione ridotto per i beni patrimonializzati.

Cedolare secca: ecco i codici tributo per il modello F24

La cedolare secca sugli affitti è una novità fiscale che va analizzata e approfondita in ogni suo dettaglio. Dopo aver spiegato il funzionamento e le caratteristiche peculiari, è ora giunto il momento per chiarire come si effettua l’adempimento vero e proprio: la regolamentazione dei contratti immobiliari beneficia infatti di codici tributo ben precisi, i quali sono stati istituti dalla nostra amministrazione finanziaria proprio per rendere meno burocratica l’intera operazione. Si tratta, nello specifico, del codice 1840 per quel che concerne la prima rata, e del 1841 in relazione alla seconda o all’unica soluzione. Inoltre, il codice 1842 è quello che deve essere utilizzato per il versamento del saldo.

Cedolare secca: gli studenti fuori sede e le case vacanze

L’introduzione della cedolare secca nel nostro sistema tributario consente di affrontare in maniera più approfondita la questione degli affitti degli studenti fuori sede e delle case usate in vacanza. Cosa c’è da dire a tal proposito? I contratti in questione sono quelli che presentano il maggior tasso di evasione fiscale nel nostro paese; ecco perché il nuovo regime è stato reso valido anche per gli affitti di durata minore, vale a dire quelli che solitamente durano non più di un mese. L’Agenzia delle Entrate ha già precisato che l’intento della cedolare è quello di far emergere anche queste situazioni.

Cedolare secca: le opzioni per i contribuenti siciliani

La cedolare secca sugli affitti ha di fatto sostituito come imposta gran parte dei tributi che venivano versati in merito alle locazioni immobiliari: ad esempio, l’imposta di registro, quella di bollo e l’Irpef sono raggruppati tutti in questo nuovo regime fiscale, il quale, è ben ricordarlo, è facoltativo per i contribuenti. Dato che essa è prevista dal federalismo municipale, qualche dubbio è sorto anche in merito all’applicazione in territorio siciliano. Cosa c’è da dire in tal senso?

Cedolare secca: il funzionamento delle sanzioni

La giornata odierna è campale per tutti quei contribuenti che hanno intenzione di usufruire della cedolare secca, la dichiarazione al Fisco degli affitti “nascosti”: uno degli aspetti da considerare con maggiore attenzione è senza dubbio il sistema delle sanzioni pecuniarie. Ricordando che il funzionamento della cedolare prevede un canone a prezzo di saldo per il contribuente (mai superiore al 90%) per un quadriennio e rinnovabile per altri quattro anni. Il nuovo canone immobiliare, comunque, prevede anche che la denuncia in questione sia effettuata in maniera puntuale, altrimenti si rischiano multe pesanti.