Versamenti in banca e reddito dichiarato

Nuova pronuncia della Suprema Corte in materia di versamenti effettuati presso lo sportello bancario e reddito dichiarato dal contribuente. In pratica, stando all’ordinanza n. 18609 della Corte di Cassazione del 29 ottobre 2012, la differenza fra i versamenti in banca e il reddito dichiarato non legittima l’accertamento fiscale a carico del commerciante se, in zona, sussiste la pratica del pagamento in contanti.  Vediamo quali sono le motivazioni che hanno condotto i giudici ad affermare una simile posizione, e comprendiamo quali possano essere le implicazioni nel quotidiano.

Tobin tax opinoni banchieri

La Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie con i quali ben più di qualche governo vorrebbe rimpinguare le casse statali, non piace ai banchieri. A sostenerlo è Andrea Beltratti, presidente del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo. Di simile opinone anche Filippo Annunziata, presidente del Consiglio di sorveglianza della Banca Popolare di Milano, e Federico Ghizzoni, amministratore delegato del gruppo Unicredit. Vediamo quali sono le considerazioni sull’applicazione eventuale della “temuta” Tobin tax.

Antiriciclaggio depositi bancari ottobre 2012

Dallo scorso 2 ottobre 2012 sono in vigore nuovi limiti per i depositi bancari e per i cambiavalute. Da tale data è infatti entrato in vigore il nuovo limite di 2.500 euro per l’uso del contante da parte dei cambiavalute, identificati con i soggetti che svolgono professionalmente, nei confronti del pubblico attività di negoziazione, a pronti di mezzi di pagamento in valuta iscritti in un apposito registro. In aggiunta, è comparso un nuovo regime sanzionatorio antiriciclaggio per i libretti di deposito bancari e postali al portatore oltre soglia, con pene pecuniarie tra l’1 e il 40 per cento dell’importo trasferito, o tra il 30 e il 40 per cento del saldo del libretto.

Dati bancari comunicati al fisco

Il mondo dei rapporti tra banca e fisco – ne abbiamo parlato più volte negli ultimi mesi – è destinato a mutare radicalmente. Alcuni importanti dati finanziari dovranno essere infatti comunicati all’Agenzia delle Entrate da parte degli intermediari bancari entro il 31 ottobre di quest’anno. Ma quali saranno le informazioni che verranno indicate? Quali nostri dati saranno disponibili all’Agenzia delle Entrate? Ecco tutto ciò che accadrà entro il 31 ottobre 2012, e quali nostri “segreti” non saranno più tali agli occhi del fisco.

Nessun bollo se il conto è in rosso

I conti correnti in “rosso”, ovvero quelli con saldo debitore, non pagheranno imposta di bollo. Una esenzione che riguarda altresì i correntisti, persone fisiche, con valore medio di giacenza risultante dall’estratto conto che non supera i 5 mila euro. Tuttavia, laddove il cliente detenga più rapporti presso lo stesso istituto di credito, i saldi di quelli in attivo andranno sommati per verificare l’effettivo superamento della soglia.

Per quanto invece concerne il deposito titoli, l’imposta di bollo non è dovuta nell’ipotesi di dossier vuoti o sui quali nel corso del periodo rendicontato non si sia provveduto a effettuare registrazioni di scritture contabili di movimentazione nel dossier. I rapporti detenuti presso banche e società di intermediazione mobiliare mediante società fiduciarie, vedranno l’imposta di bollo applicata dall’ente gestore.

Il Tesoro fa chiarezza sull’imposta di bollo sui conti correnti

Le ultime precisazioni che sono state introdotte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno riguardato soprattutto la disciplina dell’imposta di bollo relativa ai conti correnti e ai libretti di risparmio: ebbene, secondo il dicastero di Via XX Settembre, il raggio di applicazione non include i depositi minimi, quindi nel caso in cui il conto non dovesse essere superiore ai cinquemila euro, allora scatterebbe in maniera immediata l’esenzione fiscale. Al contrario, se esistono più conti dello stesso cliente, tutti di ammontare inferiore ai cinquemila euro, ma in totale superiori a questo limite, allora vi sarebbe una imponibilità vera e propria. In aggiunta, quando il valore della giacenza sarà di un acceso colore “rosso”, allora il bollo non dovrà essere pagato in alcun modo, ma non è questo conto negativo che concorre all’esenzione finale.

Clausole contrattuali banche non conformi alla tutela del cliente

Le Camere di Commercio di Milano e di Monza Brianza hanno emesso un parere molto interessante sul fronte dei contratti bancari, denominato “conti senza sorprese”, nel quale evidenziano tutte quelle principali clausole dei contratti bancari nelle quali non sarebbe rispettata la necessaria tutela nei confronti del cliente.

Tra le principali compare il c.d. recesso senza preavviso, ovvero la possibilità, per la banca, di poter recedere dal contratto con uno scarsissimo e non esplicitato termine di preavviso per l’istituto di credito stesso. Figurano tra le clausole non trasparenti anche le ben note modifiche unilaterali, ovvero le possibilità – rimesse dal contratto in f avore dell’istituto di credito – di poter ridurre affidamenti e altre elasticità creditizie. Non è neppure conforme che la banca possa stabilire un limite al numero e all’importo degli accrediti.

Nuova tassa conti deposito fino a 1200 euro

Introdotta con l’ultima versione del decreto sulle semplificazioni fiscali, sta per giungere a completamento la “temuta” innovazione in materia di tassazione dei conti deposito, siano essi liberi o vincolati. Stando alle intenzioni, i conti deposito diventeranno equiparabili agli strumenti finanziari ordinari, con conseguente tassazione progressiva, mediante un’aliquota pari a 0,10 punti percentuali per il 2010 e di 0,15 punti percentuali per il 2013.

Ne consegue che le giacenze dei conti deposito troveranno un’imposizione piuttosto salata, in grado di nuocere parzialmente alla redditività del servizio. Si tenga in merito in considerazione che, mentre nel 2012 sarà prevista l’applicazione dell’imposta con un minimo di 34,20 euro annuo e un massimo di 1.200 euro annuo, nel 2013 verrà abbattuto il limite massimo di imposizione, con un’imposta che potrebbe pertanto diventare onerosissima per i grandi patrimoni.

Conti correnti, le mosse anti-evasione dell’Agenzia delle Entrate

Come noto, stanno per entrare in vigore alcuni strumenti che potrebbero consentire all’Agenzia delle Entrate di scovare un numero maggiore di evasori fiscali, sulla base delle informazioni ottenibili sui depositi bancari intestati ai singoli contribuenti nei confronti dei quali le Entrate desiderano compiere accertamenti.

L’Agenzia delle Entrate, in altri termini, può elaborare le c.d. liste selettive di contribuenti da sottoporre a controllo, basate su informazioni relative a rapporti finanziari, che le Entrate otterranno direttamente dal sistema degli intermediari, dopo aver sentito le associazioni di categoria degli operatori finanziari, circa la natura delle informazioni da acquisire.

Le nuove soglie d’usura: il Decreto 70 del 2011

Il Decreto Legge numero 70 che è stato pubblicato lo scorso 13 maggio è dedicato alle disposizioni più urgenti per l’economia. In particolare, l’aspetto più interessante che emerge da questo testo normativo è la nuova determinazione delle cosiddette “soglie d’usura”. Il valore principale di riferimento in tal caso è il Tasso Effettivo Globale Medio e il suo spread espresso in valori assoluti: il tasso in questione è calato in parecchi ambiti finanziari e del credito, ma il governo ha cercato di intervenire con un apposito ampliamento dello spread stesso. Tra l’altro, bisogna rilevare che negli ultimi anni, i tassi delle banche e quelli delle finanziarie sono stati molto distanti tra loro.

Moratoria mutui casa: Decorrenza 01 Febbraio 2010

abi

Come annunciato precedentemente, con comunicato del 21.10.2009, l’Associazione bancaria italiana ha esteso, dopo quella effettuata per le piccole e medie imprese, la sospensione delle rate dei muti anche alle famiglie in difficoltà economica.

Si tratta in particolare di non adempiere all’obbligo di pagare le quote interessi sulle rate del mutuo per un periodo di 12 mesi, con decorrenza dal 01.02.2010.

Decorsi poi i 12 mesi oppure venendo a cessare le cause delle difficoltà finanziarie, il mutuo riprenderà alle condizioni originarie.

Le somme sospese verranno successivamente richieste nei 5 o 10 anni successivi all’anno 2010, con provvedimento ancora da stabilire.

I soggetti interessati alla moratoria sono i soggetti che:

  1. perdono il lavoro da dipendente a tempo indeterminato
  2. termine del contratto di lavoro dipendente, assimiliato, parasubordianto, a tempo determinato
  3. cessazione dell’attività di lavoro autonomo
  4. morte di uno dei componenti il nucleo familiare percettore del reddito principale della famiglia
  5. interventi al sostegno al reddito per la sospensione del lavoro o riduzione dell’orario del lavoro per almeno 30 giorni (Cassa integrazione ordinaria e straordinaria).

Gli interessati dovranno dimostrare, molto probabilmente con apposita autocertificazione, di possedere i sopraelencati requisiti, riservandosi successivamente gli istituti di credito di verificare le suddette dichiarazioni.