I corsi sulla lotta all’evasione nelle province della Campania

È partito da appena due giorni l’interessante corso di formazione che la nostra amministrazione finanziaria ha voluto predisporre per contrastare nel migliore dei modi l’evasione fiscale: il riferimento deve andare necessariamente alla regione Campania, con diversi comuni coinvolti a vario titolo. In effetti, sono ben cinquantasette le municipalità locali che hanno sottoscritto un accordo fondamentale con l’Agenzia delle Entrate, in modo da essere sempre pronte nel segnalare e scambiare informazioni dal punto di vista tributario, in particolare le posizioni di quei cittadini che danno vita a comportamenti elusivi ed evasivi. Questi corsi sono stati pensati appositamente per perfezionare un’attività così strategica in un momento economico e finanziario tanto delicato.

Comunicazione indirizzo telematico e spesometro 2011

Ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che saranno accolte fino al 20 aprile le comunicazioni dell’indirizzo telematico necessario per poter ricevere correttamente il modello 730-4 online. I sostituti di imposta, di conseguenza, hanno quindi a disposizione ancora qualche giorno di tempo in più rispetto alla precedente scadenza del 31 marzo 2012, che era stata inizialmente indicata quale termine ultimo.

In merito, ricordiamo che l’invio dell’indirizzo telematico dove poter ricevere i risultati contabili dei 730 dei propri dipendenti, diviene passaggio obbligatorio per i datori di lavoro (pubblici e privati) e permette di poter effettuare correttamente le operazioni, fornendo il via libera al calcolo degli importi da trattenere o da rimborsare.

Entrate tributari primo bimestre 2012

Il Dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia ha dichiarato che nel corso del primo bimestre 2012 le entrate tributarie erariali ammontano a 61,022 miliardi di euro, in incremento di 4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un aumento in termini assoluti pari a poco più di 2,3 miliardi di euro.

Sempre stando a quanto affermato dal Dipartimento, “i primi mesi dell’anno non sono particolarmente significativi per l’andamento delle entrate tributarie, sia in termini di ammontare sia in termini tendenziali, considerata l’assenza di particolari scadenze o di versamenti di importo rilevante”. Una dichiarazione che pertanto spegne, almeno parzialmente, la portata positiva di questo apprezzamento, in attesa di dati più consolidabili.

I chiarimenti del Fisco sullo spesometro 2011

L’Agenzia delle Entrate è tornata ad occuparsi di spesometro, più precisamente di quello relativo al 2011: in effetti, come emerso chiaramente dall’ultimo comunicato stampa dell’amministrazione finanziaria, è necessario sfruttare il tracciato record che è stato reso disponibile proprio nel sito web delle Entrate, in modo da agevolare in tutto e per tutto la trasmissione attraverso la modalità elettronica di quelle operazioni che sono rilevanti ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto e che si riferiscono allo scorso anno. Lo spesometro in questione, tra l’altro, è stato introdotto da uno specifico testo normativo, ovvero il Decreto legge 78 del 2010 (“Norme per la stabilizzazione finanziaria e la competitività economica”), più precisamente il suo articolo 21, il quale parla proprio delle comunicazioni telematiche all’Agenzia.

Previsione sugli incassi fiscali 2012 – 2014

Il vice ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha depositato un importante documento alla Camera in occasione della recente audizione. Un documento che – tra i tanti – contiene anche i dati relativi alle stime di incasso fiscale del governo per quanto concerne il prossimo triennio, con l’auspicio e la convinzione che attraverso le tre manovre correttive del 2011, le imposte indirette aumenteranno di circa 30 miliardi di euro nel 2014.

In particolar modo, l’aumento delle accise e dell’imposta sul valore aggiunto faranno incassare allo Stato circa 17,5 miliardi di euro nel 2012, 27 miliardi di euro nel 2013 e 30,4 miliardi di euro nel 2014. D’altra parte, invece, l’incremento del prelievo sulla ricchezza, tra tassazione di immobili, beni di lusso e attività finanziarie detenute sia in Italia che all’estero, produrrà 15,259 miliardi di euro di introiti nel 2012, 16,162 miliardi di euro nel 2013 e quindi 15,038 miliardi di euro nel 2014.

Nessuna deduzione fiscale per il gioco d’azzardo

Si parla molto in questi ultimi tempi di gioco d’azzardo e slot machine, dunque non deve stupire più di tanto se questo argomento viene ad essere associato anche all’ambito fiscale: una delle ultime sentenze della Commissione Tributaria Provinciale di Ravenna ha messo in luce una situazione ben precisa che bisognerà prendere a riferimento per casi futuri e simili. Nel dettaglio, tutto è nato a causa della contraffazione di alcune schede delle macchina da parte di un’azienda, una operazione volta a ottenere un aumento consistente dei ricavi, illudendo i giocatori di vincere in maniera più sostanziosa. La società romagnola è stata poi sottoposta a un approfondito controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate e ciò ha consentito di accertare un versamento piuttosto corposo nei confronti dello Stato (ventuno milioni di euro per la precisione), oltre agli interessi e alle relative sanzioni pecuniarie che sono previste in tali ipotesi.

Come calcolare la rendita catastale

La rendita catastale è un valore imponibile molto importante per poter calcolare efficacemente il reddito di un immobile ai fini dell’imposizione diretta e delle imposte municipali uniche (l’IMU che ha sostituito la “vecchia” imposta comunale sugli immobili – ICI), e il valore catastale ai fini delle imposte sulle successioni e sulle donazioni, delle imposte ipotecarie e, appunto, delle imposte catastali.

Ma come calcolare la rendita catastale? Il suo conteggio è relativamente semplice: cerchiamo pertanto di illustrare in pochi passaggi come poter giungere alla determinazione specifica e puntuale di questo valore, rimandandovi poi alla consulenza degli esperti delle Agenzie del territorio per poter avere una certificazione in merito, che possa univocamente stabilire tale valore.

Sanzioni mancato pagamento canone RAI

Formalmente il canone Rai non è un abbonamento ma piuttosto una tassa (illegittima?) sul possesso di un apparecchio televisivo, applicata a prescindere che si guardino i programmi di “mamma Rai”, appunto, e dalla qualità degli stessi. Fu il Regio decreto-legge 2 febbraio 1938 n. 246, in epoca fascista, ad istituire il controverso tributo, inizialmente applicato soprattutto alla radio, più diffusa della TV, e in generale a tutti gli “apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”. Sono esentati dal pagamento del canone Rai soggetti in possesso di determinati requisiti: gli over 75; coloro che non convivono con altri soggetti diversi dal coniuge titolari di reddito proprio; coloro il cui reddito, unitamente a quello del proprio coniuge convivente, non superi complessivamente euro 516,46 per tredici mensilità (euro 6.713,98 annui).

IRAP 2012

Irap, ovvero Imposta Regionale sulle Attività Produttive è una tassa a carico delle imprese, la cui entità varia in modo proporzionale al fatturato. La base imponibile, si calcola in modo differente a seconda che si tratti di imprese commerciali, produttori agricoli, enti privati non commerciali, amministrazioni pubbliche o soggetti che svolgono lavoro autonomo.

L’importo da versare si ottiene applicando alla base imponibile, chiamata “Valore della produzione netta”, un’aliquota fissata per legge su base nazionale, che può subire una maggiorazione, ma fino ad un massimo di un punto percentuale.  E’ facoltà delle Regioni infatti – con la sola eccezione du Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia che già hanno incrementato l’aliquota dell’1% per arginare il disavanzo sanitario accumulato – , ormai sempre più a corto di risorse finanziarie, decidere di aumentare l’aliquota Irap, portandola al limite massimo del 4,82%. Dal 2008 l’aliquota base da applicare alla base imponibile è pari al 3,90 per cento per le imprese e all’8,50 per cento per le Amministrazioni pubbliche.

Tassa cedolare secca affitti

Dovrebbe trattarsi dello strumento mediante il quale far emergere il mondo sommerso degli affitti in nero. La cosiddetta “cedolare secca“, ovvero un’imposta unica per sostituire le innumerevoli tasse che gravano sui contratti di locazione e scoraggiano i proprietari a “mettersi inregola”, è stata introdotta con il decreto legislativo del 14 marzo 2011 n. 23 sull’autonomia fiscale dei comuni approvato dal governo.

Sui contratti di locazione annui stabiliti tra le parti, si deve pagare un’imposta fissa del 20% al posto dell’Irpef, delle addizionali, dell’imposta di bollo e di registro. La cedolare secca scende invece al 19% se i contratti di locazione sono a canone concordato o se relativi a immobili situati nei Comuni ad alta tensione abitativa individuati dal CIPE. La base imponibile dell’imposta sostitutiva è pari al 100% dell’intero canone. Per pagare acconto e saldo va utilizzato il “Modello F24”. Si moltiplica per il 21% (o per il 19% nel caso di canone concordato) l’importo complessivo del canone annuo. Sulla cifra che ne risulta va calcolata la quota corrispondente alla par te di acconto dovuta allo Stato.

Disdetta canone rai

Il canone Rai è un’imposta dovuta allo Stato sul possesso del televisore. Se si intende rinunicare all’utilizzo del proprio apparecchio, senza disfarsene in modo definitivo, si può disdire il canone Rai chiedendo il cosiddetto suggellamento dell’apparecchio. Si tratta di un’operazione mediante la quale l’utente dichiara di non voler più utilizzare il televisore e inoltra richiesta della propria volontà di disdetta. In passato le autorità preposte procedevano a “sigillare” fisicamente l’apparecchio, infilandolo in un sacco di iuta e chiudendolo con un sigillo del Ministero. Tale procedura, nella pratica, viene messa in atto molto raramente.

Canone Rai: cambio di residenza

Il Canone Rai è un tributo – di fatto una tassa di possesso –  introdotto dal Regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938, articolo 1(R.D.L.21/02/1938 n.246) con cui è stato sancito l’obbligo di versare una imposta per la “detenzione di apparati atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo”.

Premesso questo, ogni nucleo familiare deve provvedere al pagamento di un abbonamento. A rigor di legge, la Rai chiede dunque di pagare il canone, e lo fa mediante l’invio di una lettera a coloro che risiedono in un dato immobile e non risultano ancora nell’elenco abbonati.  Il presupposto è che vi debba essere almeno un apparecchio in ogni abitazione. Dal momento che non è possibile enumerare e controllare i singoli televisori acquistati e venduti, le verifiche vengono condotte sulla residenza.

Nuova tassa sulla barca

Dopo mesi di discussioni, la nuova tassa sulla barca è finalmente arrivata. Cerchiamo pertanto di capire chi colpirà questa nuova imposta sul possesso di un’imbarcazione e – soprattutto – a quanto ammontare l’onere che ogni contribuente dovrà pagare.

Innanzitutto, segnaliamo come l’imposta riguardi tutti i cittadini residenti in Italia che posseggano una barca sopra i 10 metri di lunghezza. Saranno pertanto esentati i cittadini che posseggono un’imbarcazione al di sotto dei limiti indicati, quelli non residenti e non aventi stabili organizzazioni in Italia, sempre che il loro possesso non sia attribuibile anche di fatto a soggetti residenti in Italia, oltre alle unità bene strumentali di aziende di locazione e di noleggio.

I codici tributo per recuperare le somme indebite nell’F24

I codici tributo 3898 e 3899 sono i due riferimenti numerici che devono essere sfruttati da tutti quei contribuenti che si sono resi protagonisti di una fruizione di somme e crediti di imposta in maniera indebita: in effetti, la nostra amministrazione finanziaria è solita recuperare questi importi in base a quanto previsto dalla Legge Regionale numero 12 del 2007, un testo che si riferisce alla Campania e agli incentivi destinati a imprese e aziende per il piano di sviluppo economico regionale. In pratica, la legge è stata promulgata per sostenere gli investimenti produttivi che sono effettuati in questo territorio, ma ovviamente non tutti hanno diritto al credito. Proprio per risolvere questi inconvenienti, una recente circolare della stessa Agenzia delle Entrate ha chiarito ogni dettaglio a tal proposito, spiegando come recuperare le somme indebite attraverso il modello F24.