Incontro Italia – Svizzera sull’evasione fiscale

Ne parliamo oramai da diversi mesi, e sembra che finalmente qualcosa si stia cominciando a muovere. Parliamo della vicenda che vede la Svizzera impegnata in una serie di accordi bilaterali per cercare di regolamentare la trasparenza dei movimenti del proprio sistema bancario, e che l’Italia, a più riprese e con diversi livelli di entusiasmo, a cercato di attivare al fine di migliorare l’efficacia della propria lotta all’evasione fiscale.

Grazie allo sblocco dei ristorni dei frontalieri, e al via libera dell’Unione Europea agli accordi bilaterali con la confederazione elvetica, le trattative Italia – Svizzera per poter licenziare un vero e proprio patto fiscale sui capitali depositati presso le banche elvetiche possa finalmente avere la luce. A ricordarlo è stato lo stesso presidente del Consiglio Mario Monti, che ha preannunciato un incontro a breve termine con il ministro delle finanze elvetico.

I tre codici tributo per sanare gli errori formali

Gli errori di tipo formale sono quelli che si verificano quando, ad esempio, si provvede a inviare le comunicazioni utili al Fisco in maniera tardiva, oppure si trasmette della documentazione che è incompleta: tutte queste distrazioni sono dannose per il contribuente, visto che gli impediscono di far parte del novero di chi accede ai regimi fiscali opzionali o anche alla ripartizione del cinque per mille. Ecco perché il Decreto sulle Semplificazioni Tributarie ha voluto ovviare a questa situazione, consentendo agli stessi soggetti di non essere estromessi del tutto, oltre che di sanare gli errori commessi in maniera opportuna. Come si procede dunque in questo senso? Bisogna fare riferimento a un documento emesso dalla nostra amministrazione finanziaria lo scorso 11 aprile, la risoluzione 46/E.

Pressione fiscale oltre il 60%

Secondo quanto sta emergendo da uno studio condotto dalla Fondazione Commercialisti italiani in merito alla tassazione delle persone fisiche, dipendenti e lavoratori autonomi, la pressione fiscale italiana sarebbe in grado di superare perfino il 60%, nelle ipotesi di lavoratori con reddito pari a 50 mila euro.

Stando alla simulazione effettuata dalla Fondazione, relativa a un lavoratore autonomo senza gestione separata Inps, con reddito lordo civile pari a 50 mila euro, ogni anno si devono sborsare 11.870 euro di Irpef netta, 503 euro di addizionale regionale, 164 euro di addizionale comunale, 14.921 euro di versamenti Inps e alle casse di previdenza, 2.146 euro di Irap. In totale, un reddito netto annuo di 20.396 euro, per una tassazione percentuale pari al 59,21%. Se a questo aggiungiamo l’incidenza delle altre imposte pagate nell’anno al netto del beneficio fiscale, otteniamo una percentuale di tassazione reale del 61,66%.

Fine di Equitalia nel 2013

Da tempo si parla di una revisione globale del sistema di riscossione delle imposte e delle tasse e, in particolar modo, del ruolo di Equitalia, da più parti accusata di imporre una modalità di prelievo eccessivamente “brusca”. Ebbene, negli ultimi giorni è stato rilanciato un progetto dell’Associazione nazionale dei comuni, volto a costituire una nuova struttura (sotto forma tecnica di consorzio o agenzia) che gestisca le varie attività di accertamento, liquidazione e riscossione (spontanea e coaettiva) dei tributi locali.

Il tutto, nell’attesa che Equitalia esca dalla scena, con decorrenza 1 gennaio 2013. Peccato che, con l’aggravarsi della crisi e il montare delle polemiche con la società, i termini di decorrenza della nuova agenzia potrebbero addirittura essere più prossimi. Una ipotesi concreta, pertanto, è quella di un’introduzione di un nuovo soggetto che scalzi Equitalia nel rapporto con i contribuenti morosi, applicando nuove regole comportamentali.

Estensione ravvedimento veloce

Il ravvedimento veloce, transazione di regolamento della propria morosità, volontaria e a forte riduzione delle sanzioni ordinarie, è esteso a tutte le violazioni oltre a quelle relative agli omessi versamenti. La sanatoria effettuabile nei quindici giorni successivi alla originaria scadenza del termine, che permetterà e ha permesso ai “ritardari” di poter regolarizzare tempestivamente il proprio debito con l’Erario, conferma inoltre la riduzione della sanzione di un ulteriore quindicesimo oltre a quanto già previsto.

La nuova normativa prevede infatti che chi non esegue, in tutto o in parte, alle scadenza, i versamenti in acconto, i versamenti periodici e i versamenti di conguaglio o a saldo dell’impsota risultante dalla dichiarazione, sia soggetto a sanzione amministrativa pari al trenta per cento dell’importo non versato.

Tassa barche 2012

La recente Circolare Assilea apporta alcune importanti precisazioni in merito all’estensione o alla riduzione del perimetro dei soggetti passivi sul pagamento della tassa sulle imbarcazioni. Con la circolare 15/2012, infatti, l’Associazione italiana leasing ha ricordato come “con riferimento alla soggettività passiva nel caso di locazione finanziaria” non sia previsto alcun vincolo di solidarietà della società di leasing, in analogia a quanto avviene in materia di responsabilità civile ex articolo 2054 c.c.”.

Pertanto, nell’ipotesi di mancato versamento della tassa sulle imbarcazioni, l’Agenzia delle Entrate dovrà procedere al recupero del quantum nei confronti del solo utilizzatore dell’imbarcazione, e non anche sulla società di leasing, che così come le persone fisiche non residenti fiscalmente in Italia, le persone giuridiche non abbiano sede legale in Italia e privi di una organizzazione stabile nello Stato, le persone fisiche e giuridiche che utilizzano le unità da diporto per attività di locazione e noleggio, e le persone fisiche e giuridiche che svolgono insegnamento professionale della navigazione da diporto e il diving, non sarà tenuta al pagamento dell’imposta.

Obiettivo riscossione tasse 2012

Il governo Monti desidera incassare almeno 15 miliardi di euro dal recupero dell’evasione nel corso del 2012. a sostenerlo sono gli obiettivi di riscossione che stanno pervenendo alle direzioni regionali dell’Agenzia delle Entrate, documenti con i quali, con periodicità annuale, lo Stato stabilisce l’obiettivo monetario di riscossione, tra cui è presente – ovviamente – anche quella derivante dalla lotta all’evasione.

Stando a quanto affermano gli obiettivi suddetti, per l’anno 2012 la metà è stata innalzata di ben un quarto rispetto all’anno precedente, visto e considerato che nel 2011 il totale per la riscossione era stato pari a 12,7 miliardi di euro, a sua volta accrescciuto del 15,5% rispetto agli 11 miliardi di euro del 2010. Un ammontare nel quale sono altresì ricomprese ulteriori voci, principalmente costituiti dai versamenti diretti provenienti dalle tassazioni separate, dagli atti giudiziari, e così via.

Accertamenti esecutivi 2012

Il decreto fiscale ha apportato alcune novità in merito alle modalità di effettuazione degli accertamenti esecutivi. Andiamo quindi a riepilogare quali sono i termini delle nuove possibilità accertative, e in che modo Inps, Agenzia delle Dogane e Agenzia delle Entrate possono procedere nella gestione dei procedimenti stessi.

Partiamo con l’Agenzia delle Entrate con la quale, più spesso che volentieri, i contribuenti italiani si trovano a dover fare i conti. Le Entrate potranno esser protagonisti di accertamenti esecutivi su una vasta gamma di oggetti della pretesa (dalle imposte dirette all’Irap, passando per l’Iva, gli atti di irrogazione delle sanzioni, le somme dovute a seguito di perdita del beneficio della rateazione del quantum risultante da conciliazione giudiziale, somme dovute a seguito di accertamenti impugnati, divenuti definitivi) con decorrenza dal 1 ottobre 2011 per contestazioni riguardanti gli anni dal 2007 in poi.

Risultati inizio 2012 sulla lotta all’evasione

I risultati della lotta all’evasione per l’inizio d’anno sarebbero incoraggianti, tanto da far sperare nel mantenimento e nel superamento delle previsioni stabilite per l’intero esercizio fiscale. “Siamo solo ad aprile e per i dati è ancora presto” – ha dichiarato il merito Attilio Befera, direttore generale dell’Agenzia delle Entrate – “ma sul fronte delle entrate del recupero dell’evasione i primi segnali sono positivi, e ci sono anche segnali di entrate aumentate derivanti dall’autotassazione”.

Successivamente, interessato da una domanda sui recenti blitz in alcune delle località commerciali e di servizio più note d’Italia, Befera ha precisato che le imprese e i negozi controllati erano già stati oggetto di precedente segnalazione. “Siamo andati a visitare delle imprese per le quali avevamo forti segnali di evasione” – ha aggiunto il direttore generale delle Entrate, che ha poi compiuto un piccolo passo informativo nei confronti dell redditometro, “uno strumento che non misura la ricchezza, bensì la spesa”.

Peso tasse sugli stipendi

Quanto pesano le tasse e i contributi sugli stipendi degli italiani? Sicuramente molto, sosterrà la stragrande maggioranza dei nostri lettori (e, a nostra opinione, a sostanziale ragione). Se tuttavia si vuole ridurre l’approssimazione nella risposta, si può ben dare un’occhiata a quanto affermato dal recente studio della Cgia di Mestre, seconco cui il fisco e i contributi previdenziali starebbero continuando a erogdere la quota “libera” degli stipendi e dei salari.

Secondo le analisi effettuate dal centro studi, infatti, un operaio occupato nell’industria con uno stipendio mensile netto di 1.226 euro, costerebbe al suo titolare 2.251 euro. Un importo determinato dalla sommatoria della remunerazione lorda, per 1.672 euro, e dal prelievo a carico del datore di lavoro, pari a 568 euro.

Nuovo modello F24 semplificato

Stando a quanto emerge a mezzo stampa nelle ultime ore – con parvenza di esser ben più di una semplice indiscrezione – già nei prossimi giorni l’Agenzia delle Entrate dovrebbe partorire un nuovo modello F24 semplificato, per consentire un più celere e intuitivo versamento dell’imposta municipale unica.

Un modello che andrebbe pertanto ad aggiungersi – e non sostituire – il modello F24 già licenziato dalle Entrate (che ha in sintesi sostituito la dicitura ICI con la nuova IMU) e che dovrebbe essere formalizzato sulla base di quanto anticipato all’interno del recente convegno “Dall’Ici all’Imu: superare le criticità nell’assistenza fiscale e cogliere le opportunità di semplificazione per il contribuente”, organizzato dalla Consulenta nazionale dei Caf.

spesometro

Tutte le scadenze dello spesometro

L’appuntamento con il tanto discusso spesometro è sempre più vicino: aziende, professionisti e lavoratori autonomi dovranno essere pronti alla data del prossimo 30 aprile, quando saranno chiamati a comunicare alla nostra amministrazione finanziaria tutti gli acquisti, le cessioni e i servizi di importo superiore a tremila euro (l’Imposta sul Valore Aggiunto non deve essere inclusa), con tanto di fattura fiscale obbligatoria. Ovviamente, non bisogna dimenticare che il periodo a cui fanno riferimento tutte queste operazioni è rappresentato dallo scorso anno. Nel caso in cui, al contrario, la fattura non sia obbligatoria, allora è necessario rispettare un altro limite quantitativo, vale a dire 3.600 euro al lordo dell’Iva. C’è un altro termine temporale, poi, per quel che concerne lo stesso spesometro.

F24: i codici tributo per la mediazione tributaria

La risoluzione 37/E che la nostra amministrazione finanziaria ha provveduto a pubblicare ieri sarà un punto di riferimento fondamentale per quel che riguarda la mediazione tributaria e il suo perfezionamento nei minimi dettagli: in effetti, l’Agenzia delle Entrate ha istituito una serie di codici tributo che dovranno essere sfruttati e utilizzati con la massima attenzione in questo senso, visto che si sta parlando del nuovo istituto del contenzioso fiscale che riguarda tutte quelle controversie il cui valore non supera i ventimila euro. In pratica, l’intera mediazione viene realizzata pagando quanto dovuto entro il termine di venti giorni dalla sottoscrizione vera e propria. Questa somma di denaro, inoltre, può beneficiare di un versamento per intero oppure attraverso la modalità rateale (fino a otto rate trimestrali per la precisione).

Anche le Entrate partecipano al progetto “Provaci ancora, Sam!”

Il titolo “Provaci ancora, Sam!” fa immediatamente pensare al film di Herbert Ross del 1972 e all’omonima opera teatrale di Woody Allen: si tratta, però, anche del nome che è stato affibbiato a un progetto molto interessante e dai risvolti fiscali importanti. In effetti, il piano in questione è stato predisposto e promosso nel minimo dettaglio dall’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, tanto da aver coinvolto altri attori, quali l’Ufficio Scolastico del Piemonte, il Comune di Torino e la nostra amministrazione finanziaria. In che modo l’Agenzia delle Entrate può partecipare in questo senso? Bisogna anzitutto spiegare che si tratta di un progetto che ha come obiettivo il recupero di tutti quegli studenti che hanno lasciato la scuola dell’obbligo. In pratica, si punta a ridimensionare l’annoso problema della dispersione scolastica, puntando su investimenti ben precisi, in primis la formazione e i percorsi da percorrere dal punto di vista extrascolastico.