Come è noto dal diritto italiano, ogni singolo anno i cittadini italiani, in quanto contribuenti, devono presentare all’amministrazione finanziaria la dichiarazione dei redditi: si tratta del documento fiscale che deve essere compilato in modo da portare a conoscenza della stessa Agenzia delle Entrate i redditi che sono stati conseguiti nel corso dell’anno precedente. Ci sono però delle precisazioni importanti da fare in questo senso, in particolare per quel che concerne i redditi che sono esenti da tale tipo di dichiarazione. Quali casi possono rientrare in questo novero così specifico? Entrando maggiormente nel dettaglio, bisogna rifarsi a quello che prevede la legge. Anzitutto, non sono obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi tutti quei soggetti che percepiscono un reddito da lavoro dipendente o da pensione che viene corrisposto da un solo datore di lavoro, ragione per la quale è prevista l’effettuazione delle ritenute di acconto.

In aggiunta, non bisogna dimenticare nemmeno quei redditi da lavoro dipendente, oltre a quelli assimilati, che sono erogati anche da soggetti diversi, ma che comunque beneficiano della certificazione da parte dell’ultimo sostituto d’imposta, il quale ha il compito di porre in essere il conguaglio finale. Ma gli esempi specifici non si fermano certo qui e se ne possono citare anche altri.

Ad esempio, vi sono anche i redditi da lavoro dipendente (la corresponsione può riguardare anche più soggetti) e il reddito derivante dai fabbricati, in relazione quindi al solo possesso dell’abitazione principale e delle sue pertinenze (vale a dire le cantine e i box auto). L’esenzione fiscale dalla dichiarazione dei redditi, infine, si applica a due ipotesi importanti: la prima è quella delle pensioni di guerra, di quelle privilegiate ordinarie che sono corrisposte ai militari di leva e le varie indennità nei confronti di sordomuti e invalidi civili, mentre la seconda contempla la ritenuta alla fonte a titolo di imposta o a imposta sostitutiva (interessi sui conti correnti).