Mancano appena tre giorni per provvedere al rispetto di una importante scadenza fiscale che ha a che fare con l’Imposta sul Valore Aggiunto: in effetti, il prossimo 29 febbraio sarà il termine ultimo per quel che concerne la comunicazione dei dati Iva, un tipico appuntamento che non tollera ovviamente i ritardi temporali. I contribuenti coinvolti in questo senso sono i titolari di partita Iva che hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione annuale relativa alla loro attività. Bisogna infatti aver cura di annotare in maniera dettagliata tutte le informazioni che rappresentano un riepilogo delle operazioni imponibili, ma anche di quelle non imponibili ed esenti che sono state poste in essere nel corso del 2011. In questa maniera, è possibile calcolare quali sono le risorse proprie che ogni singolo stato membro dell’Unione Europea deve versare al bilancio complessivo.

Non si tratta della dichiarazione Iva per la determinazione dell’imposta che è dovuta, un chiarimento di non poco conto dato che molto spesso si fa troppa confusione da questo punto di vista. Il fatto che questo adempimento non sia di tipo dichiarativo comporta una serie di conseguenze importanti: anzitutto, tutte le sanzioni e gli interessi che di solito sono previsti quando la dichiarazione è stata omessa oppure è infedele in questo caso non sono valide, mentre esistono altri tipi di sanzioni, come ad esempio quelle amministrative (si va da un importo minimo di 258 euro a uno massimo di ben 2.065).

Gli errori vanno pur sempre evitati, questo è poco ma sicuro. Tra l’altro, questo documento non può essere corretto o integrato dopo la compilazione vera e propria, ogni dato dovrà essere corretto e riportato in modo esatto. Infine, si posso ricordare quei soggetti che sono esenti da questo adempimento: il novero in questione comprende le amministrazioni statali, i comuni, i consorzi, le comunità montane, ma anche quelle persone fisiche che lo scorso anno non hanno superato i 25mila euro di affari.