Uno degli atti amministrativi e burocratici più importanti con cui si può avere a che fare è la cosiddetta denuncia di successione: si tratta, infatti, di un adempimento obbligatorio e da cui non si può prescindere, il quale ricorre in occasione di situazioni piuttosto particolari dal punto di vista privato. In effetti, il riferimento non può che andare alle successioni e alle eredità, degli argomenti piuttosto complessi da affrontare, ma che prevedono anche una disciplina piuttosto precisa. Quali sono le modalità che consentono di velocizzare e rendere più adeguate le procedure di successione? Gli adempimenti possono essere realizzati in vari modi, ma, in particolare, si possono considerare due modelli fiscali in tal senso, vale a dire il modello F23 e il modello 4, entrambi molto utili. In aggiunta, non bisogna dimenticare altri elementi preziosi, quali lo stato di famiglia e il certificato di morte della persona a cui si dovrà appunto succedere.
Anzitutto, occorre ricordare che la denuncia di successione va posta in essere entro un anno di tempo dal decesso del soggetto che propone l’atto in questione. Il provvedimento diventa concreto proprio al momento della morte e il suo inoltro deve essere necessariamente indirizzato all’Ufficio del Registro delle Entrate, con il comune che sarà differente a seconda della residenza.
L’alternativa al modello F23, il quale viene sfruttato anche per diversi tipi di imposte, è il modello 4: la sua denominazione ufficiale (“dichiarazione di successione”) fa già intendere il suo scopo principale e l’attuale veste grafica è stata scelta dalla nostra amministrazione finanziaria per avere maggiore uniformità in merito ai documenti tributari. La composizione beneficia di diversi quadri, contrassegnati da una lettera e da un titolo, in cui bisogna indicare gli eredi e i soggetti legatari, oltre all’attivo ereditario (immobili, diritti reali immobiliari, titoli azionari, partecipazioni finanziarie e altri beni) e senza dimenticare le donazioni e le liberalità.
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