Novembre può essere definito a ragione il mese della posta elettronica certificata. In effetti, la scadenza fissata in questo caso per i soggetti maggiormente coinvolti è il prossimo 29 novembre; entro tale data, infatti, le aziende del nostro paese dovranno munirsi di un apposito indirizzo di Pec, altrimenti potrebbero rischiare di incorrere in sanzioni pecuniarie piuttosto pesanti, le quali vanno da un minimo di duecento a un massimo di 2.600 euro. Proprio per queste ragioni, la comunicazione in questione diventa essenziale. Ma chi deve rispettare esattamente questa scadenza? C’è un po’ di confusione a tal proposito, ma può essere spazzata via ricordando che il 29 novembre è il termine fissato per le società di persone (società semplici, società in nome collettivo e società in accomandita semplice) e quelle capitalistiche (società per azioni, società in accomandita per azioni e società a responsabilità limitata).
Non serve un servizio specifico in questo caso, ma più semplicemente la dotazione di una casella di posta che sia rilasciata da un apposito provider. I punti di riferimento sono due multinazionali molto famose come Aruba e Register.it, dunque ci si può affidare ad esse per l’adozione di questa soluzione. Molte imprese, tra l’altro, hanno già provveduto a modificare la loro tecnologia di base.
La Pec, strumento che consente al messaggio di posta elettronica di avere lo stesso valore di una raccomandata postale, viene contemplata all’interno del Decreto legge 185 del 2008; in particolare, l’articolo 16 stabilisce che le società hanno l’obbligo di indicare tale indirizzo al momento dell’iscrizione al registro delle imprese. Tre anni sono passati e ora si è giunti al momento culminante. Il rilascio, infine, può essere garantito da gestori abilitati dall’Ente Nazionale per la Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (DigitPA): la comunicazione, esclusivamente telematica, può essere di due tipi, vale a dire quella semplificata e quella denominata “ComunicaStarweb” o in alternativa “ComunicaFedra”.
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