Tra le principali innovazioni fiscali contenuti negli ultimi provvedimenti che il governo vorrebbe presto licenziare, c’è anche la modifica del c.d. Patto di famiglia, norma che dovrebbe poter agevolare la trasmissione della proprietà delle imprese e delle società alla scomparsa dei titolari.

La bozza del testo predisposto dal governo, prevede che l’assegnatario della società o delle partecipazioni potrà ricevere i beni – così si legge – “alla scadenza di un termine o al verificarsi di una condizione sospensiva”. Pertanto, dopo la morte del proprietario, il terzo nominato designerà l’assegnatario tra più persone indicate dallo stesso imprenditore del Patto di famiglia.

Non solo: il documento prevede altresì alcune variazioni sostanziali sulle norme del Codice Civile che riguardano il testamento. Stando alle volontà del volontà del governo, quando i figli sono più di uno, la quota di “legittima” loro riservata sarà sempre dei due terzi (come d’altronde ora in vigore), ma non potrà più necessariamente essere divisa in parti uguali. L’innovazione prevede infatti che il 50% vada distribuito equamente, mentre l’altra metà possa essere attribuita dal genitore, nel testamento, “a uno o più di loro anche in misura diversa rispetto agli altri”.

Grazie a tale innovazione, pertanto, sarà possibile dar seguito a un significativo e differente trattamento tra i vari figli, con alcune conseguenze che non sembrano convincere tutti i giuristi, che si interrogano sulle motivazioni e sull’efficacia di tale provvedimento che cambierà le regole del Codice.

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