A partire dal 2013, con l’abbandono delle “vecchie” Tarsu e Tia, il regime fiscale italiano si arricchirà della nuova Res, il tributo rifiuti e servizi che i Comuni Italiani applicheranno in misura differenziata, in virtù della nuova normativa riconducibile all’interno del federalismo fiscale. L’introduzione è contenuta all’interno del primo decreto correttivo della riforma, approvato lunedì scorso dal Consiglio dei Ministri, e ora in dirittura d’arrivo verso la Conferenza unificata e, in conclusione, verso la bicamerale.

Ma in cosa consiste il nuovo tributo? Ciò che è noto è che la nuova service tax (così è chiamato il nuovo balzello) potrà avere un’aliquota massima pari al 2 per mille, e servirà a compensare la perdita di gettito che i Comuni soffriranno nel corso dei prossimi anni. Principalmente, il pregiudizio per i sindaci dovrebbe arrivare dalla sostituzione dell’Ici con l’Imu, nel 2013 anziché nel 2014, come precedentemente previsto, con un’aliquota ridotta rispetto a quanto prima stabilito (al 6,6 per mille contro il 7,6 per mille).

La Res verrà strutturata con una suddivisione in due componenti. La prima componente sarà relativa al servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani, che saranno avviati allo smaltimento svolto in regime di privativa dai Comuni italiani. La seconda componente riguarderà invece i servizi indivisibili dei municipi, come ad esempio l’illuminazione, la polizia locale e così via. La Res servirà infatti anche a sostituire la parte Irpef sui redditi fondiari, e permetterà in tal modo di foraggiare anche le spese comuni.

Vi ricordiamo che tutti i dati contemplati nel presente articolo sono suscettibili di potenziali variazioni nei momenti successivi a quelli di redazione del post. Vi invitiamo pertanto a verificare la validità di tali elementi, e in particolar modo l’esattezza delle scadenze, prima di procedere ai pagamenti. Nessuna responsabilità può essere attribuita al contenuto – pur verificato da fonti ritenute attendibili – a Fiscale Web.