La nuova Legge di Stabilità che vedrà la luce nel 2017 potrebbe riservare molte sorprese per quanto riguarda le forme di previdenza complementare e il regime pensionistico nazionale. Anche perché un preoccupante studio pubblicato di recente su La Stampa, che prevede una situazione in caduta libera per l’INPS almeno fino al 2030, ha gettato nello sconforto i contribuenti non ancora prossimi all’età pensionabile e quelli cui spetteranno in futuro assegni pensionistici molto bassi.
Sembra, infatti, che il Governo stia pensando di varare una soluzione inedita per rendere più flessibile l’uscita dal mondo del lavoro. Nello specifico, per l’anno prossimo gli esperti prevedono che possa essere varato l’obbligo di adesione ai fondi pensione.
Questa formula di prevenzione dal pericolo di una vecchiaia indigente andrebbe con ogni probabilità a modificare la sostanza della normativa relativa al Trattamento di Fine Rapporto. Una parte del TFR sarebbe destinata in maniera automatica ai fondo pensione, grazie anche a una diminuzione della pressione fiscale in tale direzione.
Per favorire l’adesione ai migliori fondi pensione si presume che lo Stato possa abbassare dai 3 ai 4 punti percentuale la tassazione attualmente in vigore. Ad oggi, infatti, se il TFR lasciato in azienda è oggetto di una tassazione al 17%, i Fondi di previdenza sono al 20%. Nonostante ciò, questi ultimi godono di un rendimento annuo del 5,3%, rispetto l’1,7% del TFR.
Questa importante novità nella normativa rispetto a quanto varato nella legge Monti-Fornero farebbe lievitare di molto il patrimonio complessivo investito nei Fondi pensione, portandolo a una cifra intorno ai 23 milioni di euro ogni anno.
Chi desidera avere maggiori informazioni su fondi pensione e la previdenza integrativa, può consultare il sito di Online SIM, nota piattaforma digitale dedicata al risparmio gestito.
Articolo realizzato con collaborazione esterna.