Una recente direttiva del ministero delle Finanze pubblicata in Gazzetta ufficiale il 7 ottobre, che entrerà in vigore dal 22 ottobre 2015, aumenta a 50mila euro la multa massima che potrà essere inflitta a chi non trasmette per tempo e senza errori all’Agenzia delle Entrate i dati sulle spese sostenute dai pazienti ai fini del 730 precompilato.

La Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) protesta. Mesi fa, l’Agenzia delle Entrate aveva garantito che non ci sarebbero state sanzioni. Il presidente degli odontoiatri Giuseppe Renzo e il segretario della Federazione dei medici di base Giacomo Milillo hanno perorato la causa e martedì la Fnomceo ha di fatto iniziato le proteste presso il Ministero del Tesoro: per reazione non collaborerà più con il Dicastero.

Da ora in poi “non fornirà alcun dato relativo agli Albi dei professionisti” e gli Ordini provinciali, “non svolgeranno alcun ruolo per il rilascio delle credenziali ai singoli iscritti”.

Come è noto il modello 730 precompilato non contempla, nella sua prima versione, le spese sanitarie. Il decreto sulla Semplificazione fiscale ha previsto che tutti i soggetti che erogano servizi sanitari (medici, ospedali, ambulatori e farmacie) debbano inviare le informazioni al fisco in modo che siano integrate nella dichiarazione. La direttiva di via XX Settembre, che integra la legge, ha specificato che “in caso di omessa, tardiva o errata trasmissione dei dati (…) si applica la sanzione di euro 100 per ogni comunicazione, con un massimo di euro 50.000″. Il tetto si riduce a 20mila euro se la comunicazione è trasmessa in modo corretto entro 60 giorni, mentre la multa non si applica se il medico rimedia entro cinque giorni.