Prima di un breve periodo di ferie, il Ministero del Lavoro e il Ministero dell’Economia hanno raggiunto l’accordo per la proroga dell’opzione donna. Il regime che consente alle lavoratrici di andare in pensione a 57 anni è stato esteso per tutto il 2015.
L’accordo costituisce una variazione per le due circolari Inps: la scadenza del 31 dicembre 2015 deve essere interpretata come limite per il raggiungimento dei requisiti e non come data di decorrenza della pensione.
I requisiti per avere accesso alla pensione anticipata donne con penalizzazione sono 57 anni di età (58 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di versamenti. Sarà necessario rispondere a questi criteri entro il 31 dicembre dell’anno 2015 per poter accedere all’opzione donna, accettando dunque il calcolo contributivo della pensione con la conseguente penalizzazione sull’importo dell’assegno mensile.
Sulla notizia giungono commenti da più fronti, principalmente da parte delle lavoratrici che, sul piede di guerra, avevano minacciato una class action per far valere i loro diritti. Ma è già tempo di lasciarsi andare all’ottimismo e ai facili entusiasmi? Ecco cosa accadrà ora secondo gli esperti:
Il prossimo passo prevede il recepimento dell’accordo con una leggina ah hoc. La riunione della Commissione Lavoro di Montecitorio per l’attuazione dell’accordo è in calendario per il 9 settembre. Il provvedimento dovrà poi passare ad ottobre al Senato per l’approvazione. Il tutto quindi prima della calendarizzazione della prossima Legge di Stabilità. I tempi quindi sono relativamente brevi, dopo tanta attesa per il riconoscimento di questo diritto. L’accordo sull’opzione donna dà ragione a tutte le lavoratrici che avevano puntato il dito contro le motivazioni fornite dall’Inps sottolineando come la copertura economica fosse sufficiente a garantire la proroga dell’opzione.
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