Dal Ministero dell’Economia e delle Finanze arrivano direttive precise per conferire un maggior raggio d’azione alle imprese nell’ottica di agevolare nuove assunzioni. L’obiettivo di Padoan è quello di elevare i finanziamenti portandoli da due a cinque miliardi di euro, per poi ridurre l’Irap oppure i contributi sul lavoro.
Entrambe le alternative sono al vaglio, con l’obiettivo di equilibrare le uscite. Da dove arriveranno questi soldi? Due miliardi verranno recuperati dalla riduzione del cuneo fiscale. Il taglio delle tax expenditures offrirà questa possibilità senza gravare sui redditi dei nuclei familiari.
Rimane da capire se sarà possibile operare sul taglio del costo del lavoro. Il taglio all’Irap sembra essere la soluzione più probabile, e in questo caso sarebbe superiore all’intervento di maggio in concomitanza con il decreto Irpef quando è stato tagliato circa il 10%. Le aziende sperano nella completa cancellazione della componente lavoro dall’imponibile Irap.
L’equilibrio tra le spese di entrata e di uscita si otterrà mediante un taglio netto sulle agevolazioni e sugli incentivi fiscali trasmessi all’intero sistema produttivo. Da una riduzione dei crediti d’imposta si mirerebbe a raccogliere non meno di 500 milioni.
Un’altra quota importante, come detto, dovrebbe arrivare dal riordino delle tax expenditures. Tra le principali voci destinate a subire un taglio se non addirittura una totale eliminazione occorre contemplare le accise agevolate in agricoltura così come per l’autotrasporto delle persone. Si allontana, pertanto, l’ipotesi di una rimodulazione delle tax expenditures sulla scia del reddito dei contribuenti: diminuire agevolazioni, detrazioni o deduzioni, pur se in funzione della capacità contributiva dei cittadini, si configurerebbe comunque come un incremento della pressione fiscale che al contrario l’attuale esecutivo vorrebbe ridurre.
