I principali reati tributari sono connessi alle dichiarazioni fiscali e agli inadempimenti contabili e documentali, e sono disciplinati dal decreto legislativo n. 74 del 2000. In questo nostro breve post, cerchiamo di approfondire quali sono i principali reati penali tributari, per – nei prossimi giorni – cercare di capire quali siano le sanzioni ricollegate a ciascun accertamento di natura penale, con annotazione delle principali caratteristiche.
Stando alle stime compiute dall’Agenzia delle Entrate (vedi anche il nostro recentissimo approfondimento sulle sanzioni tributarie 2013), i reati più comuni e caratteristici sono:
- la dichiarazione fraudolenta: utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, o avvalendosi di altri artifici. La dichiarazione fraudolenta si distingue per l’elemento della “frode”, consistente in comportamenti ulteriori, rispetto alla mera presentazione di una dichiarazione non veritiera (documentazione falsa o contraffatta, mezzi fraudolenti di qualsiasi natura)
- la dichiarazione infedele: mancato riporto di elementi di natura attiva (o l’indicazione di elementi passivi fittizi) di ammontare particolarmente rilevante
- la dichiarazione omessa: si configura solo se si supera la soglia di punibilità
- l’emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti
- l’occultamento o distruzione di documenti contabili
- l’omesso versamento di ritenute certificate o dell’Iva dovuta, in base alle risultanze della dichiarazione annuale, per un ammontare superiore a 50.000 euro
- la sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, ovvero il compimento di atti idonei a rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva, quali una vendita simulata a soggetto terzo
- l’utilizzazione in compensazione di crediti non spettanti o inesistenti, quando l’ammontare eccede 50.000 euro per ciascun periodo d’imposta
Più recentemente, sulla materia è intervenuto il d.l. 138/2011, ad apportare alcune importanti modifiche che riguardano l’abbassamento delle soglie di punibilità, l’aumento di un terzo dei termini di prescrizione ordinaria (per i delitti previsti dagli articoli da 2 a 10 del decreto 74/2000) e la limitazione all’accesso a istituti premiali (patteggiamento) o a circostanze attenuanti.
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