Sono arrivati i risultati consolidati della cedolare secca 2011. Risultati evidentemente deludenti, visto e considerato che gli incassi sono stati notevolmente inferiori a quanto atteso. Rispetto ai 2,7 miliardi di euro auspicati dall’Erario per il 2011, infatti, le casse dello Stato sono state arricchite di “soli” 672 milioni di euro. Ad affermarlo è stata negli scorsi giorni Fabrizia Lapecorella, direttore del dipartimento finanze, durante un’audizione in commissione finanze alla camera. Per il direttore le stime di gettito della cedolare secca sugli affitti sono state ridotte a un quarto rispetto a quelle originali, alla luce dell’andamento dei versamenti nel 2011.

Il direttore delle Entrate ha altresì affermato che alla luce del flop del 2011, la previsione per il 2012 è stata rivista da 3,8 miliardi a 814 milioni di euro, mentre a regime dal 2014 il gettito atteso è di 976 milioni dai 4 miliardi originari. Ma quali le ragioni di questo flop? Secondo Lapecorella, la principale causa può essere dovuta anche alla “complessità procedurale delle cose che dovevano essere fatte per esercitare l’opzione”.

Possibile, ancora, che i dati 2011 non siano così negativi come sopra esposti. Per attendere i dati definitivi – a margine dei quali sarà possibile effettuare qualche considerazione in più – è necessario “attendere qualche mese, e aspettare che siano liquidate le dichiarazioni dei redditi 2012”.

Infine, il direttore si è soffermato sulla ripartizione dell’Imu per le risorse 2012 e le assegnazioni al fondo sperimentale di riequilibrio (Fsr). Tecnicamente il fondo è alimentato da importi che variano a seconda della differenza del gettito Imu, per la quota del comune, rispetto al gettito Ici e a quello Irpef sugli immobili non locali. Pertanto, il maggior (o minor) gettito rispetto a quanto incassato con l’Ici e l’Irpef è compensato con una riduzione (aumento) di pari importo del Fsr. Lapecorella ha così ricordato che le variazioni non vanno ad incidere sul minore o maggiore gettito da manovre Imu comunali.