Mancano esattamente nove giorni alla scadenza valida per il cosiddetto libro unico del lavoro: entro il prossimo 30 novembre, infatti, i datori di lavoro, i committenti e i soggetti intermediari hanno l’obbligo di stampare questo stesso documento oppure di consegnarne una copia al soggetto che è incaricato per la tenuta. Il periodo temporale di riferimento è quello di paga precedente per la precisione. La modalità da sfruttare in questo caso, inoltre, è quella della stampa meccanografica, su fogli mobili a ciclo continuo, con numerazione di ogni pagina e vidimazione. Tra l’altro, i datori di lavoro utilizzano anche il modello Uniurg, dunque è necessario non fare confusione da questo punto di vista.
Il libro unico del lavoro, infatti, è stato introdotto grazie al Decreto legge 112 del 2008, poi convertito da un successivo testo normativo (la Legge 133 dello stesso anno) e poi attuato attraverso un apposito decreto ministeriale. La sua istituzione si è resa necessaria per rimpiazzare tutti i libri paga e quelli matricola fino a quel momento in vigore, oltre agli altri libri obbligatori dell’impresa. Le scadenze son ben scandite in questo senso. In pratica, si sta parlando di un unico documento che ne ha sostituiti molti altri. Dopo un regime transitorio, inoltre, dal 16 febbraio del 2009 tale libro è entrato effettivamente in vigore.
Le funzioni che esso svolge riguardano in particolare la documentazione dello stato effettivo del rapporto di lavoro di ogni dipendente, mentre gli organi di vigilanza se ne servono per accertare lo stato occupazionale dell’impresa. In questa maniera è stato possibile semplificare di gran lunga la struttura di gestione dei rapporti di lavoro: un riferimento particolare va senza dubbio alla tenuta dei libri all’interno dell’azienda, dato che si è deciso di prevenire e contrastare ulteriormente il lavoro sommerso, senza dimenticare l’indubbio vantaggio dei minori oneri dal punto di vista burocratico ed economico a danno delle imprese stesse.
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