Secondo quanto affermato da Bruno Buratti, comando generale della Guardia di Finanza, durante un recente convegno sull’evasione, elusione e abuso del diritto, dal 2010 ad oggi sarebbero state 149 le verifiche effettuate dalla Gdf in applicazione dell’art. 37-bis del dpr 600/73 (Disposizioni antielusive), mentre le segnalazioni su basi imponibili sottratte a tassazione ammontano a circa 5,4 miliardi di euro. Per quanto concerne il 2012, è inoltre stato reso noto che durante la prima parte sarebbero state oltre 34 mila le operazioni sospette di antiriciclaggio, 1.113 messe in evidenza da figure professionali e 41 da commercialisti ed esperti contabili.
Durante lo stesso convegno il numero 1 dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha poi confermato che il redditometro entrerà in funzione dal prossimo 1 gennaio 2013. Uno strumento che – come più volte abbiamo ricordato sulle nostre pagine – interesserà 100 voci di spesa significative del tenore di vita dei contribuenti.
“Gli occhi sono puntati, dunque, sull’imminente sistema che «non misura la ricchezza, ma la spesa», nonché sul destino della norma sull’abuso del diritto nella delega fiscale” – commentava Simona D’Alessio su IO del 17 ottobre – “Maurizio Leo (Pdl), presidente della commissione sull’Anagrafe tributaria, si augura il testo «trovi presto spazio per la votazione e il via libera, considerato l’affastellamento di provvedimenti che vanno dalla legge elettorale, a quella di stabilità ». Tuttavia, la vera sfi da inizierà con «la successiva stesura dei decreti attuativi. Sulla parte penale ci volevano paletti più certi, così come sarà importante capire in che modo verrà trattato il tema delle iscrizioni a ruolo, perché la versione originaria prevedeva che sanzioni e interessi potevano essere riscossi dopo la sentenza della provinciale, ma tutto ciò è, poi, sparito»”.
Una più concreta disciplina dell’abuso di diritto è inoltre aspetto di straordinaria importanza anche per i commercilisti, con Gerardo Longobardi, presidente dell’Ordine di Roma, che ritiene che tale disciplina “fornirà un quadro di riferimento importante agli operatori. Temo, tuttavia, che la giurisprudenza possa leggere male questo tipo di disposizione. Perciò, sarebbe opportuno riflettere sulla possibilità di produrre una norma di rango costituzionale”.
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