L’Agenzia delle Entrate ha recentemente predisposto le nuove stime relative al recupero dell’evasione fiscale per il 2012. Un obiettivo importante, dal quale scaturirà la possibilità di alimentare con ingenti risorse il nuovo Fondo per il taglio delle tasse (che tuttavia non dovrebbe avvenire prima del 2013 inoltrato o, più probabilmente, 2014) e che sarà influenzato appunto dall’efficacia della lotta degli agenti del fisco nei confronti delle pratiche scorrette di “aggiramento” dell’attuale normativa in materia di tasse, imposte e tributi.
L’obiettivo dichiarato all’evasione fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate, per il corrente 2012, parla di un introito di cassa per l’erario pari a 9,9 miliardi di euro, e pertanto maggiore di 2,3 miliardi di euro rispetto a quella formulata per il 2011 (7,6 miliardi di euro) nonché maggiore di 0,2 miliardi di euro rispetto all’incasso da ruoli (qui invece il nostro ultimo aggiornamento sui dati evasione fiscale Europa).
“Sono questi i numeri messi in previsione nella relazione del ministero dell’economia sui risultati derivanti dalla lotta all’evasione fi scale (al 31 dicembre 2011). I controlli fiscali svolti dall’Agenzia delle entrate riscontrano una «elevata positività», in media pari al 95%, e confermano «l’efficacia dei criteri di selezione» adottati, in particolare per ciò che riguarda le imprese di maggiori dimensioni per le quali si riscontra la migliore redditività degli accertamenti eseguiti (5,5 miliardi di maggiore imposta accertata per meno di 3mila accertamenti)” – sottolineava qualche giorno fa il quotidiano Italia Oggi – “I controlli più precisi risultano gli accertamenti di atti e dichiarazioni soggetti a registrazione, positivi al 100%. Quelli meno precisi sono gli accertamenti parziali automatizzati, che tuttavia sono positivi al 91%”.
Per quanto concerne infine i settori che nel 2011 avrebbero evidenziato il maggior numero di evasori totali, poche sorprese rispetto al passato: a farla da padrone sono infatti i settori relativi agli alberghi e ai ristoranti, con una percentuale di evaso che sfiora il 30 per cento, oltre al commercio all’ingrosso e al dettaglio, con percentuale superiore al 20 per cento.