Creare occupazione stabile in alcune regioni del nostro paese consente di ottenere un beneficio fiscale di non poco conto: il riferimento non può che andare allo sconto d’imposta che è previsto per chi crea lavoro in alcune zone del Mezzogiorno, vale a dire l’Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Campania, il Molise, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna. L’utilizzo e lo sfruttamento di tale agevolazione, comunque, può avvenire soltanto attraverso una apposita presentazione del modello F24 all’agente di riscossione. In effetti, si tratta proprio della soluzione migliore per consentire un controllo preventivo e scongiurare qualsiasi tipo di abuso.

Il provvedimento che il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha reso noto ieri è molto chiaro da questo punto di vista e fissa nel dettaglio le modalità e i termini per fruire di quello che è già stato ribattezzato come “bonus sud”. Nello specifico, questo sconto è stato pensato appositamente per quei datori di lavoro che hanno provveduto o stanno provvedendo ad assumere con contratti a tempo indeterminato i lavoratori più svantaggiati: quest’ultima definizione la si può ricavare dal Regolamento Comunitario 800 del 2008 (quello che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato).

Ebbene, i dipendenti svantaggiati sono quelli che non hanno un impiego retribuito da sei mesi, privi di un diploma di scuola media superiore, di oltre cinquant’anni d’età, con persone a carico e anche membri di una minoranza nazionale. I lavoratori molto svantaggiati, al contrario, sono quelli che non percepiscono un regolare stipendio da almeno due anni. L’accesso al credito avviene attraverso una istanza alla regione di competenza, ma sarà l’ente territoriale a decidere la graduatoria definitiva dei fruitori. Le stesse regioni, poi, devono comunicare all’amministrazione finanziaria i nominativi: ora si attende soltanto una nuova risoluzione delle Entrate per conoscere quali saranno i codici tributo da usare.