Il nuovo rapporto Ucamp, formulato sui dati Bce e Banca d’Italia, conferma un dato essenziale: il nostro Paese è attualmente incapace di liberarsi dell’utilizzo del contante, dimostrandosi molto arretrato – rispetto ai principali partner europei – per quanto invece concerne il numero di operazioni annue pro-capite mediante tutti i principali strumenti di pagamento. Andiamo pertanto a comprendere quali siano le abitudini di spesa degli italiani, e quale sia il gap maturato dal Paese nei confronti dell’area euro e dell’intera Unione Europea.
Il primo dato che salta all’occhio, scorgendo gli elementi statistici del rapporto Ucamp, è lo scarso utilizzo degli strumenti di pagamento differenti dal contante. Ogni italiano utilizza in media 4,85 assegni, 20,8 bonifici, 14,6 Rid e 28,3 transazioni con le carte di pagamento, per un totale di 68 operazioni annue con strumenti differenti dal contante. Un numero che ci pone estremamente dietro alla media dell’area euro, con 182 operazioni, e altresì all’Unione Europea allargata a 27 Paesi membri, dove persiste una media pari a 173 operazioni.
Piuttosto omogenei i gap nelle singole voci: gli assegni utilizzati in Italia da ogni cittadino, ogni anno, sono in media 4,85 contro gli 11,7 dell’eurozona e i 10 dell’Ue-27; i bonifici sono 20,8 contro i 49,1 dell’eurozona e i 47,9 dell’Ue-27; gli addebiti Rid sono 14,6 contro i 55,9 dell’eurozona e i 44,7 dell’Ue-27; le carte di pagamento sono infine pari a 28,3 contro le 65,6 dell’eurozona e le 70,2 dell’Ue-27.
Si noti altresì che all’interno del mondo delle “carte di pagamento” sono altresì comprese tutte le tipologie di carte (rendendo pertanto la ricerca piuttosto emblematica sulla presenza e l’utilizzo degli strumenti transazionali in Italia): carte di debito (Bancomat / Postamat), carte di credito ordinarie, carte di credito revolving (ovvero, a rimborso rateale, con applicazione di una quota di interesse), carte di credito a opzione, carta di credito prepagata o ricaricabile (non abbinate a un conto corrente, e utilizzabili fino alla concorrenza del saldo caricato in esse).