Ieri abbiamo avuto modo di anticipare alcuni dei principali provvedimenti della recente spending review del governo Monti. Vediamo oggi di comprendere in che modo la spending review andrà ad incidere sulla riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni, per uno dei punti della revisione che è certamente maggiormente discusso e criticato dalle parti sociali, e non solo.

Stando a quanto predisposto dal governo, alla riduzione della spesa per l’acquisto di beni e di servizi, seguiranno le misure relative alle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni, con finalità principale quella di recuperare l’efficienza della macchina burocratica, e l’ottimizzazione nell’allocazione delle risorse umane.

Un programma di riduzione che non si applica alla scuola e AFAM, e che è articolato in tre interventi.

Il primo prevede che le amministrazioni dello Stato, le agenzie, gli enti pubblici, gli enti di ricerca, procedano ad un ariduzione degli uffici di livello generale e non generale, e delle relative dotazioni organiche, per almeno il 20% di quelle esistenti. Deve inoltre essere prevista una riduzione delle dotazioni organiche del personale non dirigenziale non inferiore al 10%.

Il secondo prevede invece che le Forze armate riducano il totale generale degli organici in misura non inferiore al 10%

Il terzo, infine, prevede che per il personale in sovrannumero si proceda alla risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro nei confronti del dipendente che avrebbe ottenuto al decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2014. Il trattamento di fine rapporto sarà corrisposto al momento della maturazione del diritto alla corresponsione. In subordine, si applicheranno le regole previste per la mobilità. In altri termini, una volta individuato il 20% dei dirigenti e il 10% dei non dirigenti da tagliare, il personale coinvolto sarà inviato in prepensionamento e, in secondo luogo, lasciato a casa in mobilità.