Anche se l’e-commerce, il commercio elettronico, sta crescendo con ritmi esponenziali, la conoscenza dei diritti sugli acquisti online è molto scarsa, anche e soprattutto sul territorio nazionale. Secondo quanto afferma una ricerca pubblicata in occasione del Vertice 2012 dei consumatori, infatti, lo scorso anno i consumatori pur ricorrendo in maniera crescente al commercio elettronico, non avrebbero coperto in maniera significativa il gap di conoscenze in materia di diritti e di tutele.
La ricerca, per il secondo anno consecutivo dopo l’autunno del 2009, infatti, ha mostrato miglioramenti in diversi Paesi dell’Unione europea, che non sono tuttavia stati in grado di cancellare la ricca platea di conusmatori che continuano a non conoscere i loro diritti, alimentando – loro mal grado – una situazione di evidente debolezza.
In maniera più puntuale, l’analisi afferma come i progressi più decisi si siano registrati in Lussemburgo, Regno Unito, Danimarca, Austria, Irlanda, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Francia e Svezia.
I consumatori europei, sostiene ancora il Quadro di Valutazione – “non possono fare acquisti transfrontalieri con la stessa facilità di quanto li fanno nel loro paese, trovandosi così penalizzati sia sul piano delle scelte che dei risparmi potenziali”. Secondo la Commissione europea, “l’agevolazione degli acquisti transfrontalieri potrebbe portare a un guadagno pari a 204 miliardi di euro all’anno”.
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In merito, il commissario europeo per la salute e i consumatori, John Dalli, ha dichiarato che “soltanto i consumatori che conoscono i loro diritti e sanno come farli valere possono sfruttare appieno le potenzialità del mercato unico per incentivare l’innovazione e la crescita”. Dalli ha quindi sollecitato i decisori politicn azionali e le parti interessati ad avvalersi dei risultati della ricerca per poter costituire un contesto relativo ai consumi, qualitativamente valido nell’interesse dei consumatori.