Il regime dei cosiddetti “nuovi minimi” ha fatto sorgere qualche dubbio in merito alla sua composizione e al trattamento fiscale: è proprio per questo motivo che l’Agenzia delle Entrate ha deciso di fare chiarezza, pubblicando un apposito documento, la circolare 17/E che risale ormai a due giorni fa. Che cosa è stato specificato nel dettaglio? Anzitutto, la nostra amministrazione finanziaria si è preoccupata di far capire chi sono questi contribuenti e quanto tempo dura il regime stesso. Si tratta di una agevolazione molto importante e che si riferisce a coloro che hanno avviato una nuova attività imprenditoriale, oppure hanno provveduto a farlo dopo la data del 31 dicembre 2007. La sola partita Iva non è sufficiente in questo caso, ma è necessario dimostrare quando si è verificato l’esercizio effettivo.
L’accesso al regime, inoltre, viene consentito a chi non ha svolto nei tre anni precedenti l’avvio del servizio un’altra attività, sia di impresa che di lavoro autonomo. Anche le modalità di accesso sono state oggetto di delucidazioni molto importanti. In effetti, secondo le Entrate si può sfruttare il modello AA9/11, relativo alla dichiarazione di inizio attività, qualora quest’ultimo sia avvenuto a partire dal primo giorno di quest’anno (in particolare, se si presume di rispettare tutti i requisiti che sono previsti). Nell’ipotesi in cui, al contrario, la partita Iva è stata aperta senza alcuna comunicazione, la variazione va presentata entro sessanta giorni dal momento in cui è stata emanata la circolare.
Si può anche uscire in maniera volontaria dal regime in questione, una situazione che si verifica quando si opta per la determinazione delle imposte sul reddito e dell’Imposta sul Valore Aggiunto. Sono molti i vantaggi a cui i nuovi minimi hanno diritto: in particolare, si possono ricordare il livello di tassazione, l’esonero dalla liquidazione dell’Iva e dalla presentazione della comunicazione annuale e anche il mancato obbligo per quel che concerne il cosiddetto “spesometro”.
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