L’appuntamento con il tanto discusso spesometro è sempre più vicino: aziende, professionisti e lavoratori autonomi dovranno essere pronti alla data del prossimo 30 aprile, quando saranno chiamati a comunicare alla nostra amministrazione finanziaria tutti gli acquisti, le cessioni e i servizi di importo superiore a tremila euro (l’Imposta sul Valore Aggiunto non deve essere inclusa), con tanto di fattura fiscale obbligatoria. Ovviamente, non bisogna dimenticare che il periodo a cui fanno riferimento tutte queste operazioni è rappresentato dallo scorso anno. Nel caso in cui, al contrario, la fattura non sia obbligatoria, allora è necessario rispettare un altro limite quantitativo, vale a dire 3.600 euro al lordo dell’Iva. C’è un altro termine temporale, poi, per quel che concerne lo stesso spesometro.
In effetti, il prossimo 15 ottobre sarà l’ultimo giorno disponibile per gli operatori finanziari, prendendo spunto dalla manovra correttiva che è stata predisposta la scorsa estate. In questo caso, si vanno a guardare tutti i pagamenti realizzati dai consumatori finali attraverso carte di credito e prepagate, con un ammontare complessivo che non potrà mai essere più basso di 3.600 euro. Tale calendario, dunque, interessa parecchio i soggetti Iva, i quali hanno l’obbligo di riportare le operazioni che hanno posto in essere per ogni cliente.
Una ulteriore trasmissione che non va trascurata in alcun modo è quella che compete a imprese, professionisti e lavoratori autonomi, chiamati appunto a rendere note le informazioni sulle attività che sono intercorse nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 31 dicembre del 2011. Tra l’altro, l’Agenzia delle Entrate ha voluto semplificare tutto ciò, cambiando alcuni aspetti dell’invio delle operazioni e permettendo anche quelle inferiori alla soglia prevista. Quali sono le operazioni che non vengono contemplate dallo spesometro? L’elenco in questione ricomprende tutto quello che non fa capo all’Iva e le attività di cui le Entrate sono già a conoscenza.