Secondo quanto affermato da Adusbef e Federconsumatori, le nuove imposte (o la rivisitazione di quelle vecchie) peseranno sul bilancio familiare per 1.133 euro in un anno. Un calcolo che le associazioni dei consumatori non escludono che – nel suo controvalore monetario – possa addirittura essere portato al rialzo, e che tiene in considerazione gli effetti diretti e indiretti dei rincari conseguenti alle nuove aliquote IVA, all’imposizione IMU, alle addizionali Irpef, e a tutto quanto sta gravando sulle spalle, già di per sé deteriorate, dei contribuenti italiani.
Per rendersi conto di quanto sia peggiorato il potere d’acquisto delle famiglie italiane basta d’altronde darsi un’occhiata intorno. Il pieno alla stazione di rifornimento fa registrare costi record. La spesa al supermercato (complice i rincari IVA e quelli dei costi di trasporto) diventa sempre più onerosa. Districarsi tra scadenze fiscali vecchie e nuove, rischia di complicare in maniera determinante la vita tributaria di consumatori e piccole e medie imprese.
Di qui, l’appello di Federconsumatori e Adusbef, che parlano dapprima di “imponente aumento della tassazione”, e poi della necessità “di annullare l’ulteriore aumento dell’Iva di settembre”, quando l’aliquota ordinaria dell’imposta sul valore aggiunto dovrebbe passare dagli attuali 21 punti percentuali ai “nuovi” 23 punti percentuali. “Il ricavato della lotta all’evasione venga restituito alle famiglie a reddito fisso” – dichiarano ancora le due associazioni.
Nella classifica dei rincari, ad ogni modo, lo scettro spetta all’Imu sulla prima casa, che oggi vale 405 euro l’anno. In secondo luogo, particolarmente incisivo è l’onere di addizionali regionali e comunali, per un controvalore pari a 245 euro l’anno. Gli aumenti Iva di ottobre 2012 dovrebbero invece rappresentare un sacrificio aggiuntivo per 270 euro. A ciò, si aggiungano i possibili nuovi aumenti della benzina, e ulteriori balzelli in programma per i prossimi trimestri, “complici” di uno scenario sempre più teso in ambito fiscale.
► TASSE PIU’ BASSE GRAZIE ALLA LOTTA ALL’EVASIONE
