A fronte di una cifra pari a ben 47,5 miliardi di euro l’Italia è in ambito europeo regina dell’evasione fiscale. Il dato traspare da uno studio effettuato dalla Commissione europea sull’evasione dell’Iva in circolazione da qualche giorno. Un dato che fa discutere soprattutto nel nostro Paese, che si appresta a ridurre le tasse.
L’Europa chiede di spostare la tassazione dal lavoro al patrimonio e ai consumi. Renzi si muove nel frattempo nella direzione opposta, perseguendo la strada dell’abolizione dell’imposta sugli immobili per tutti, sfidando anche chi considera anche nel suo stesso partito questa misura socialmente ingiusta. Nella diatriba si sono infilati di recente anche la Corte dei Conti e Bankitalia che hanno evidenziato la necessità di abbattere il prelievo sui redditi da lavoro e sull’impresa, che in Italia gravano più che in altro Stato dell’Ue. E ora si certifica che anche l’evasione dell’imposta sul valore aggiunto pesa nella Penisola più che su 25 Paesi della Ue.
Così gli esperti:
E dire che basterebbe far emergere quanto si evade in Italia di Iva (frodi, evasioni, aggiramenti fiscali, bancarotte, insolvenze finanziari) per sciogliere tutti i nodi e consentire anche l’abolizione delle imposte sulla casa, fornendo all’Erario il gettito necessario. Secondo i calcoli di Eurostat, infatti, la differenza tra quanto lo Stato italiano incassa dall’Iva e quanto in linea teorica dovrebbe incassare sulla base delle regole esistenti nel 2013 è stata di 47,5 miliardi. Nel 2012 era stata di 45 miliardi. Il gap viene calcolato dalla Commissione europea ed è a quota 33,6% nel 2013, dopo il 32% dell’anno precedente. In termini assoluti è il più elevato della Ue, in termini percentuali no: la Lituania ha un differenziale del 37,7%, la Romania del 41%, la Slovacchia del 34,9%.