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Riforma legge Fornero: come cambia la previdenza sociale?

A seguito della riforma della Legge Fornero sulle pensioni, come cambierebbe la previdenza sociale?

Sono molti i punti da tenere i considerazione. A cominciare dal sostegno al reddito, che contempla l’integrazione di un ammortizzatore sociale per gli over 55 senza lavoro e dunque, senza reddito e senza pensione. In principio l’intenzione era quella di estendere questo ammortizzatore sociale anche a quei pensionati il cui assegno previdenziale non consentiva una vita dignitosa trovandosi sotto il livello di sussistenza.

In secondo luogo, tutte le contribuzioni accreditate nelle diverse gestioni Previdenziali potranno essere usate gratuitamente superando di fatto le ricongiunzioni onerose e la totalizzazione nazionale.

Un capitolo a parte merita l’opzione donna. Per il regime sperimentale, attualmente, è prevista l’estensione per tutto il 2015 superando in questo modo i limiti creati dalle circolari Inps 35 e 37 permettendo alle donne l’uscita dal mondo del lavoro con 35 anni di contributi e con 57 anni di età.

Molto delicata la questione della flessibilità in uscita: il decreto di legge che statuisce la possibilità della pensione anticipata a 62 anni di età con almeno 35 anni di contributi in confronto alla norme imposte dalla legge Fornero, prevede, tuttavia, un assegno più basso: il taglio che verrà effettuato sull’assegno previdenziale sarà calcolato sugli anni di anticipo. A tale possibilità è connessa anche quella, per i lavoratori precoci, che consentirebbe il pensionamento con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età e senza penalizzazioni.

Per gli esodati, invece, è prevista l’approvazione di una settima salvaguardia.

Per la categoria dei lavoratori precoci con molti contributi versati è prevista una misura che elimini le penalizzazioni per chi è uscito dal lavoro prima del 2015.

 

 

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