Lo stop alla Tasi è più di un’idea da parte del Governo, almeno a giudicare dalle ultime dichiarazioni rilasciate durante una visita all’Expo del Premier Matteo Renzi. L’eliminazione della tassa farebbe sicuramente contenti ben venticinque milioni di proprietari di una prima abitazione.
Dal canto suo, la Uil politiche territoriali ha provato a fare alcuni conti per definire quanto risparmierebbero i proprietari. Secondo i calcoli, questo sarebbe il risparmio nelle principali città a partire dal prossimo anno:
– Torino: 403 euro a famiglia;
– Roma: 391 euro a famiglia;
– Firenze: 346 euro a famiglia;
– Milano: 300 euro a famiglia.
Tuttavia, l’iter non sarebbe facile. Si parla di tagli alle imposte da 50 miliardi in cinque anni. Una strada tutta in salita, secondo gli esperti:
La manovra prevista dalla legge di Stabilità per il 2016 si sta gonfiando e dai 20 miliardi finora previsti sta superando la soglia dei 25 miliardi. Anche accettando di lasciare agli sviluppi futuri del biennio 2017-2018 i tagli di Irap-Ires e le aliquote Irpef, e decidendo di concentrare l’attenzione solo alla tassa sulla casa, la Tasi, il conto per il 2016 resta salato. Il costo del primo step dell’intera operazione è di circa 5 miliardi: 3,8 miliardi costa la Tasi sulla prima casa (arriva a 4,6 se si calcola anche la Tasi sulle altre abitazioni), a questa cifra va aggiunto anche 1 miliardo per eliminare, come promesso da Renzi, l’Imu agricola e la famigerata Imu “imbullonata” (quella che si paga per i macchinari “incardinati” dentro i capannoni).
Anche se ci si limita a questa visione più realistica dell’operazione la legge di Stabilità del prossimo anno corre il rischio di salire dai 20 miliardi fino ad oggi ipotizzati a circa 25 miliardi. La lista della spesa fa tremare i polsi. In prima battuta ci saranno infatti da trovare 12,8 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva di 2 punti a partire dal 1° gennaio 2016; poi servono i 3,3 miliardi eredità del governo Letta a garanzia del taglio di agevolazioni e detrazioni fiscali.