A partire dal primo gennaio del 2015 è entrato in funzione il Nuovo Isee. La dichiarazione, riformata, ha introdotto alcune novità riguardanti sia i nuclei familiari sia i Caf.
Quali sono le nuove peculiarità della dichiarazione? In primo luogo vi sarà meno spazio per la autocertificazione, e saranno implementate le verifiche per coloro i quali abusano delle agevolazioni fiscali.
Queste innovazioni, però, nascondono un grosso rischio: la riduzione del 20% il bacino di utenza dei servizi legati all’Isee.
Il rinnovamento è stata un’esigenza ai fini di contrastare quanti abusano dell’agevolazioni fiscali senza averne reale diritto, ad esempio dichiarando di non avere un conto corrente (erano quasi l’80-90%, a fronte di almeno 40 milioni di c/c in Italia).
Per questa ragione il nuovo indicatore di situazione economica equivalente diminuisce il peso dell’autocertificazione, ricorrendo a verifiche a campione e a una consultazione più frequente dell’anagrafe tributaria per stanare i furbetti.
La riforma dell’Isee per combattere con l’evasione è stata un lavoro lungo che ha condotto alla nascita del Dsu (modello di dichiarazione sostitutiva unica), preliminare all’introduzione del nuovo indice.
Tuttavia, tali innovazioni suscitano più di una preoccupazione presso i Caf: stando a Valerio Canepari, coordinatore della consulta dei centri di assistenza fiscale, i cambiamenti potrebbero ridurre del 20% (1,2 milioni di famiglie su sei milioni) il bacino di utenza dei servizi legati all’Isee.
I motivi?
Richiedere l’indice di valutazione della situazione economica sarebbe più complicato, per cui molte famiglie potrebbero essere scoraggiate dal richiedere sconti, di tariffa o d’imposta, per asili nido e università.
Inoltre l’evoluzione del sistema porterebbe anche un aumento delle tariffe per le prestazioni Caf legate all’Isee, comportando una flessione della domanda di queste prestazioni.