Ci sono novità per quanto concerne il decreto legislativo sulla certezza del diritto e il riordino dei reati tributari, attesissimo da contribuenti e professionisti.
Tale decreto ha superato l’esame preliminare del Governo. Il testo sarà riformulato dal governo prima dell’invio alle commissioni per i prescritti pareri. Ecco le principali misure contenute attualmente nel provvedimento
Nel testo è contenuta una definizione di base: si ha abuso del diritto quando si è in presenza di operazioni prive di sostanza economica che realizzano vantaggi fiscali indebiti come conseguenza principale dell’operazione. Perché si configuri, quindi, un «abuso di diritto» è necessario che ricorrano entrambe tutte queste condizioni. Se invece un contribuente pone in essere delle operazioni esclusivamente per conseguire un vantaggio fiscale legittimo (e quindi anche quando l’operazione non ha una sostanza economica se non quella del vantaggio fiscale) non si può parlare di abuso del diritto. Inoltre, stando al testo del decreto, l’abuso può essere accertato solo quando i vantaggi fiscali (illegittimi) non possono essere contestati in base ad altre violazioni: per esempio, quando si tratta di artifici messi in atto a scopo di evasione fiscale vera e propria, si tratta appunto di evasione e non di abuso del dritto; tutte le volte in cui si è in presenza di fenomeni simulatori, di alterazione, di frode, non si è nel campo dell’abuso del diritto, ma in quello dell’evasione.
Inoltre, per l’omesso versamento di Iva e ritenute il decreto legislativo approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri della vigilia di Natale eleva le soglie di punibilità da 50mila a 150mila euro. Rimane invece senza modifiche la fattispecie di indebita compensazione tra i debiti e i crediti vantati nei confronti del Fisco. In entrambi i casi, però, se si estingue il debito tributario viene estinto anche il reato.